• Nome d'arte: BAGNADORE

Orzinuovi, 1550. 

Di illustre e agiata famiglia sembra che abbia dimorato nel 1566 a Roma dove avrebbe studiato disegno e architettura, per ordine di Alfonso Gonzaga di Novellara, al quale poi vendette un Cristo alla colonna. Fu poi per molti anni alla corte di questi a Novellara, rivelando doti di artista eclettico. Pittore e architetto, qui si fa cenno della sua attività pittorica, rimandando per la notevolissima attività di costruttore alla estesa bibliografia allegata.

Come pittore, dunque, nel 1575 firma una Pietà, alla Pinacoteca Tosio - Martinengo; nel 1580 una Ascensione (Chiesa di S. Stefano, Novellara); nel 1582 - 1584 eseguisce affreschi al secondo piano del castello vescovile di Velturno (Bressanone); nel 1588 dipinge Cristo morto fra la Giustizia e la Misericordia, in S. Afra; nel 1592 data l’Annunciazione in S. Maria dei Miracoli; nel 1594 firma e data il Martirio di S. Margherita nella nostra chiesa di S. Francesco ed eseguisce forse la Strage degli innocenti pure in S. Francesco. Nel 1603 copia il Trasporto dei corpi dei Martiri bresciani del Moretto (Palazzo della Loggia) e nel 1604 eseguisce le Sibille nella lunetta di S. Afra; nel 1608 dipinge il Martirio di S. Lorenzo per la cappella di palazzo Fugger a Trento; nel 1611 affresca in parte la demolita chiesa di S. Domenico, in città. Dipinge inoltre un Presepio, una Circoncisione e una Adorazione dei magi per la Chiesa di S. Cristo, alle pendici del Castello, poi nel Seminario di Santangelo; una Natività per la chiesa di S. Carlo; una Natività e l’incontro di Anna e Gioacchino per la chiesa di S. Pietro in Oliveto in Castello; due tele dipinse per S. Maria del Carmine e un Ecce Homo nella parrocchiale di S. Rocco a Quinzano. A Orzinuovi aveva operato per le soppresse chiese dedicate a S. Francesco e a S. Vittore e forse è autore di un S. Rocco in quella di S. Maria delle Grazie, poi a S. Domenico. Rimangono la Incoronazione della Vergine, nella parrocchiale eseguita per la Commissione della Comunità nel 1575, per voto espresso durante la peste, e ancora, una Annunciazione nel palazzo comunale. A Rovereto gli è attribuita una Trinità nella chiesa di S. Antonio. I suoi studi di Orzinuovi e di Brescia, ricchi di dipinti e di raccolte di disegni e stampe, di cui il Bagnadore fu appassionato collezionista, furono venduti al co: Camillo Gonzaga di Novellara, ma quanto in essi v’era andò disperso. Giudicato un pittore povero di inventiva ma ricco di mestiere, abile nell’uso del colore, sapiente nell’uso della luce, fu influenzato dal manierismo e sentì forte la suggestione del Moretto. Operava ancora nel 1619.

BIBLIOGRAFIA

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