Nozza, 31 dicembre 1890 - Milano, 15 giugno 1970.

Figlio di Primo e di Serafina Pedretti precocemente manifesta attitudine al disegno e all'arte plastica, tanto che a soli dodici anni è inviato a Mazzano, presso i Massari, per apprendere il mestiere di tagliapietre; può così frequentare la Scuola d'arte rezzatese diretta dall'arch. Tombola, distinguendosi per l'impegno e meritando medaglia d'argento.

Nel 1913 si trasferisce a Milano presso lo scultore Giudici e nel capoluogo lombardo può frequentare la scuola serale dell' Accademia di Brera sotto la guida del prof. Bogliani; i corsi di composizione con l'assistenza del prof. Pellini.

Ancora durante gli studi si aggiudica un premio in occasione di manifestazione in T orino. Combattente durante la prima guerra mondiale, è ferito due volte (nel giugno 1916 a Bosco Cappuccino, il 10 settembre successivo sul Pacinga).

In seguito può riprendere gli studi di Brera fino al conseguimento del diploma. Altri insegnanti nei corsi di perfezionamento sono ricordati: Rapetti, Vespasiano Bignami, Confalonieri, Tallone che gli fa ottenere i primi lavori, fra i quali i busti dei coniugi Prata, due Esmeralde, una Leda col cigno, Niobe posta sulla tomba di famiglia, Ildolore per un'altra tomba, quella dei Leali di Nozza.

Il vento del destino realizzato per il cimitero Monumentale di Milano sembra aprirgli definitivamente la via della notorietà, seguito da Torso di atleta in riposo che vale all'autore il Premio A. Tantardini alla Biennale di Brera del 1922.

Dallo studio milanee di via Calabria 18, frutto di intenso lavoro escono più di trenta opere destinate al cimitero Monumentale, per quello di Musocco e numerosi monumenti ai Caduti, fra i quali si ricordano quelli di Leno, Vobarno (1921), Nave, Capovalle, Arcore, Sarnico, Virle Treponti (1922), Peschiera Borromeo, Gottolengo (1923), Pontevico, Ono Degno (1924), Darfo (1296) e poi ancora Erbusco, Colonno sul lago di Como.

Altre opere ha realizzato per le tombe delle famiglie Gambara (Cimitero Vantiniano, Brescia 1925), Prandini e Bagozzi a Nozza. Lieve ricordo di sua presenza a Brescia sono le partecipazioni a mostre sindacali; alla prima mostra Triennale d'arte del 1928 esponeva Naiade e un volto di Cristo.

Le spoglie mortali di Cirillo Bagozzi riposano nel camposanto di Lenno, sul lago di Como.

Come per vari altri notevoli artisti costretti ad operare lontano dalla terra natia, la sua figura é pressoché ignorata fra noi, tanto che il "Giornale di Brescia" del 12 marzo 1971, in una corrispondenza da Capovalle, indicava in Achille Bagozzi, fratello di Cirillo, colui che si era offerto di realizzare per quella località un monumento all'Emigrante. Opera non realizzata per la sopravvenuta morte dell'artista.

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