Travagliato, 1918 - 15 febbraio 1978

Un’attesa durata tutta la vita imposta da lavoro umile di tutti i giorni. E finalmente, ormai l’età ma-tura, potere dare sfogo alla passione tanto repressa, farsi uno studio nel “rustico” abitato e…. di-pingere, dipingere.
Per Bignotti i motivi da ritrarre non mancano; la campagna d’intorno, le antiche rustiche case, in-gentilite da un ciuffo di verde, e le donne del paese vigorose e pur gentili; le verzure sparse sul ta-volo per le numerose nature morte. Una pittura sorretta da sicuro disegno, accesa nel colore co-raggiosamente gettato sulla tela e pur armoniosa nei forti contrasti. Il pittore, poco prima di morire aveva aperto uno studio anche in città, vicino alla chiesa di S. Giorgio nel rione antico; era una tap-pa per lui importante.
Autodidatta, solo nel 1973 aveva intrapreso con fervorosa continuità a realizzare opere in cui le doti di sincerità e immediatezza si uniscono all’amore per gli Impressionisti e, in alcuni Autoritratti, per gli Espressionisti.
Il frutto di tanto lavoro si avverte nel 1974, quando la “Galleria S. Michele” gli ordina la prima per-sonale. A cinquantasei anni, la sua pittura appare fresca, genuina, rivolta appassionatamente al mondo in cui ha sempre vissuto. E del quale l’Associazione Artisti “Martino Dolci”, perseguendo il “riconoscente” programma nei confronti di quanti pittori hanno illustrato Brescia, da Martino Dolci a Gaetano Valbusa, Cesarini Monti e Eligio Agriconi, ha riunito il frutto visivo nel volume “Paolo Bi-gnotti” con testi di Mauro Corradini e Gabriella Motta, diffuso nel 2002 in occasione della mostra promossa dalla Galleria presieduta da Eugenio Busi.
Sfogliando quelle pagine Paolo Bignotti si conferma artista ben più complesso di quanto l’avevano proposto le fuggevoli apparizioni in mostre collettive o personali, scandite nel tempo. Oltre che il paesaggio, emergono prepotentemente ulteriori due forme espressive: il ritratto e la natura morta, coniugate agli esiti di una silenziosa attività decorativa di ispirazione devozionale.
“All’interno del ritratto domina, in maniera singolare, l’Autoritratto eseguito con continuità che non ha probabilmente l’eguale nella storia della pittura”, ha osservato Corradini, che poi ha evocato non solo le affermazioni del pittore, ma anche le esperienze che hanno determinato l’evolversi del suo dipingere.
Si nota che la Bibliografia può considerarsi integrazione a quella riunita nel presente “Dizionario”.
 
BIBLIOGRAFIA
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