Brescia, 5 gennaio 1950

Lui stesso ci ha narrato la sua vicenda esistenziale e creativa, che dal noto quartiere del Carmine lo ha portato a essere artista girovago in mezzo mondo. La sua formazione artistica avviene a con-tatto con altri pittori, Ginetto Martini in particolare, avente anch’egli studio al Carmine, e assiduo nella nota Trattoria del Frate. Bonini espone lì le sue opere e il consenso riscosso lo sprona a più intensa applicazione. L’ansia di apprendere lo induce a intraprendere viaggi oltre Alpe, a frequen-tare Parigi e la patria di Van Gogh, a portarsi in altre regioni ispiratrici di grandi artisti.
Frutto del soggiorno francese, nel 1985 espone numerosi dipinti all’Associazione Artisti Bresciani rivelandosi alfine ai concittadini quale “pittore vedutista luminoso e chiaro”. La Galleria “San Ga-spare” e quella dell’Associazione Artisti “M. Dolci” divengono sede per ulteriori mostre personali e per la partecipazione a collettive dove proporre gli esiti di scorribande fuori d’Italia oppure a Vene-zia, Chioggia e in Toscana.
Al di là delle geografie locali, nei suoi dipinti Bonini cerca risultati efficaci di luminosità limpida che dia freschezza a forme e colori. Ben ha osservato Luciano Spiazzi quando ha rilevato che di Parigi e della Senna il pittore ha colto il grigio leggero e trasparente che appartiene all’irrepetibile cielo della “Ville Lumière”, mentre i canali di Chioggia evidenziano la schiettezza dei colori veneti fino al rossic-cio. E Brescia, colta nel luminoso grigiore invernale, nel fulgore primaverile dei suoi colli… gli esal-tanti accordi delle maschere di Bagolino, il delicato distendersi di acque, colline iseane… il tutto re-so con tocco mosso e lieve, a volte la leggibilità affidata al costruttivo segno affiorante da mono-crome armonie, come in Piazza della Loggia che condensa ed esalta, con le qualità pittoriche, la sensibilità dell’autore.
 
BIBLIOGRAFIA
L. BONINI, “Luciano Bonini pittore. Mezzo secolo”, Brescia, Litografia La Cartotecnica, 1999.
 

 

Pin It