Cittiglio (VA)
Cittiglio (VA), 17 settembre 1935. Vive a Brescia, opera a Brescia e Ponte di Legno.
Originario di Ponte di Legno dove il padre Onorato (v.) opera ancor oggi, nella località di valle ha trascorso la giovinezza e, nell'ambito familiare, ha appreso l'arte dell' intaglio.
Frequentati per qualche tempo i corsi di scultura all'Accademia di Brera in Milano, sotto la guida di Ettore Calvelli, nel capoluogo ha preso parte alle ultime edizioni della Mostra d'arte sacra dell' Angelicum, così all' Antoniano di Bologna. Alcune rare presenze si ricordano all'UCAI di Brescia.
A Ponte di Legno risiede fin verso il 1980, anno in cui si trasferisce a Brescia con la famiglia e dove apre studio; non tralasciando tuttavia quello dalignese dove si reca per lavorare durante la stagione estiva.
Accanto alla tecnica della lavorazione del legno, Maffeo Ferrari affina quelle del prediletto marmo, dello sbalzo in rame, del bronzo ormai consuete per le realizzazio-ni di portali, di arredi di edifici sacri, per statue di Santi e Viae Crucis sparsi un poco ovunque nell'alta Italia.
Figurativo, pur ispirandosi alla tradizione classica, le sue composizioni racchiudono moderna sintesi ove, alla statica espressività dei volti fan contrappunto la larga resa dei panneggi, la movenza delle masse chiaroscurali. Prevalentemente autore di opere ispirate alla iconografia sacra, dunque, lunga è la nota degli interventi a volte estesi all'intero complesso absidale.
Ricordiamo i portali in rame sbalzato delle parrocchiali di Pusiano (Como, 1962), Primolo (Sondrio, 1962), Erba (1964), ove quattordici formelle narrano altrettanti episodi della vita di Maria; sedici episodi ne racchiude invece il complesso a Malonno (1965). A Finalborgo (Savona, 1965) i sei pannelli della basilica di S. Biagio recano momenti della vita del Santo; per la chiesa della Madonna degli alpini di Boario Terme, dopo i portali del 1967 ha realizzato la grande statua della Madonna, in bronzo dorato (1981).
Ancora sei episodi della vita della Vergine adornano i portali della parrocchiale di Pontagna (1964), della parrocchiale di Cabiaglio (Varese, 1965 - 66) seguiti dalle ante d'ingresso alla chiesa di S. Maria degli Angeli di S. Remo (1968) e dalle tre porte per la parrocchiale di Loano (1968), la centrale delle quali dedicata alla vita di S. Giovanni Battista.
Dello stesso periodo il portale dedicato a S. Michele eseguito per la parrocchiale di Bestagno, in provincia di Imperia, al quale seguono quelli per la parrocchiale di Dalmine (1971 - 72) con le grandi figure dei 55. Giacomo, Giuseppe del Cristo risorto e della Addolorata, entro maestosa architettura marmorea del XVII secolo; per un santuario ligure (1972), per la bresciana chiesa di S. Stefano, alle pendici dei Ronchi di Porta Venezia, adornata anche dal tabernacolo, per la chiesa del Carmine di Imperia (1979). La tenuità dei grandi fogli ramati acquisisce saldezza dalla retrostante "cola-ta" di gesso e resine che colma i rilievi delle composizioni.
Nel bronzo sono invece fusi i portali ad Arcellasca (parrocchiale, 1974) dedicati a (SS.Pietro e Paolo; Lumezzane (chiesa di S. Apollonio, 1975): un complesso di tre elementi ai quali sono affidati i temi dell'Anno santo (porta centrale), della vita di alcuni Santi nelle due laterali; Cremona (chiesa di S. Michele, 1979) con le singolari figure simboliche del Bene e del Male; Legnano (parrocchiale, 1980) con "formelle" illustranti sei episodi della vita di Gesù; Pontoglio (parrocchiale, 1981) con otto comparti dedicati alla vita di Maria; Bergamo (chiesa di S. Vigilio, 1981); Seveso (1982); Peia (1983).
La serie degli altari, dei complessi absidali (altare, ambone, tabernacolo ecc.) nasce fondamentalmente dalla applicazione della liturgia postconciliare. I vari elementi, realizzati in marmo, legno dorato, in bronzo si impongono per la loro severa monumentalità, per la sinteticità della concezione architettonica e scultorica. Fra i tanti citiamo quelli di Loano (parrocchiale, 1962) complesso in legno dorato; Bor-ghetto S. Spirito (parrochiale, 1970) altare in marmo recante il bassorilievo con l'Ultima cena; Giaveno (parrochiale, 1970) complesso in legno dorato; Balestrino (parrocchiale, 1971) complesso in marmo; Palazzolo (Cappella del convento delle Ancelle, 1971) complesso in marmo; Imperia (Cappella della casa per esercizi spiri-tuali, 1972) complesso in marmo; Palazzolo (Cappella dell'Ospedale, 1972 - 73) altare in legno dorato; Laigueglia (parrocchiale, 1973) complesso in marmo recante nell'al-tare il bassorilievo con la Eucarestia, nell'ambone il Gesù predicatore; Andora Marina (parrocchiale, 1974) suggestivo complesso absidale fra le spoglie pareti che l'attor-niano; Cavalcaselle (Istituto Ancelle della Carità, 1974 - 75) complesso in bronzo; Seveso (parrocchiale, 1976) complesso marmoreo con l'Ultima cena nell'altare, il Discorso della Montagna nell'ambone; Erba (parrocchiale, 1977) complesso in marmo caratterizzato da due amboni disposti simmetricamente e illustrati dai bassorilievi con Mosè che fa scaturire l'acqua e S. Giovanni Battista; Imperia (Chiesa del Carmine, 1982) altare in legno dorato; Brescia (cappella del Centro Mater divinae gratiae in via S. Emiliano, 1983) complesso absidale consacrato da mons. Morstabilini vescovo; da ultimo, il tabernacolo della chiesa dedicata all' Addolorata e a S. Luca evangelista, entro la cinta dell'ospedale nuovo.
L'assiduo impegno profuso nelle citate opere; nelle Viae Crucis, nelle statue e statuet-te di Santi e Vergini che ci é difficile elencare, ha impedito a Maffeo Ferrari di ordinare fino a pochi anni orsono mostre personali. Solo al compiersi di queste note (1985) si è veduta una sua rassegna alla Piccola galleria UCAI di via Pace, riflesso alla attività sua più nota.
Nelle vaste superfici dei portali, nei monolitici blocchi degli altari, degli amboni affida testimonianza di fede, di un'arte alimentata alla fonte della tradizione scultori-ca non solo bresciana, ma recante il segno di aggiornata sintesi e capace di superare il tempo. Suo il recente monumento al Villaggio Prealpino (1985).