Flero, 22 settembre 1948.
Ben poco ci è possibile dire di questo giovane che, affinate le naturali doti avvicinando Gianni Parziale e Ghelfi, sul far degli anni Settanta ha altresì frequentato il Gruppo Moretto operante in seno all'Enal. Tuttavia, ha partecipato assiduamente a collettive in Milano, Corno, Verona, ecc. riservando a Brescia rare presenze. Una sola mostra personale si può ricordare, allestita nella bella sala della Galleria La Loggetta dal 20 marzo al 6 aprile 1976. Presentava allora opere suggerite dal paesaggio urbano, «momenti urbani»; e di quel mondo presentava anche alcuni interni, come in L'armadio riprodotto in catalogo. Olli, collàges dalla corposa materia a cui l'autore affidava, come in un racconto visivo, particolari architettonici, ambientali e cronachistici di un piccolo mondo arido, greve, incombente. Le cui grondanti pene possono identificarsi con il grondare del colori, a volte cocenti come sangue di una ferita. Da allora, motivi contingenti hanno indotto Francesco Pirlo a disertare le sale di esposizione. V'è da sperare che il lungo silenzio non sia sterile; che sia presto possibile rilevare una nuova proposta di opere. E che i fermenti riscontrati nella lontana mostra e scaturenti da personale e indipendente ricerca ci giungano tradotti in più approfondite e più pungenti motivazioni di consapevolezza.