Brescia, 1480-1485 - post. 1548

Tanto è copiosa la nota degli studiosi, spesso insigni, interessati a Savoldo, tanto in ombra resta ancora la sua vita e incerto in progredire suo artistico.
Non a caso dunque G.G. Savoldo è stato più volte definito pittore misterioso.  Anche la data di nascita al 1480-85 è indicativa, non avendo riscontro documentarlo alcuno.  Fuor di dubbio sia nato a Brescia da «famiglia distinta»; mentre la morte è data a dopo il 1548.
Sfrondando la nostra nota da erudite dlsquisizioni critiche, dalle numerose proposte e deduzioni formulate dagli specialisti, dalle strade percorse per addivenire ad attribuzioni, seguiamo il pittore nel suo viaggio e soggiorno fiorentini del 1508; episodio saliente, perché sembra sfatare la nomea di pittore dilettante.  Savoldo a Firenze sembra invece ben attivo, tanto che l'l dicembre 1508 un «Johannes Jeronimus divi pieri de Savoldis de Brescia pictor» risulta immatricolato nella corporazione dei medici e degli speziali, annoverante anche i pittori di professione.
Solo nel 1521 altro documento: quando i Domenicani di S. Nicolò a Treviso lo sollecitano per il completamente d'una pala dedicata alla Madonna in trono con sei Santi e angioli musicanti iniziata da altro pittore.  Già il Nostro vive a Venezia.  Altro momento certo della vita di Savoldo è nell'anno 1526: detta il testamento a favore della moglie Mariya Fiyamenga de Tilandlya; così nel 1527, quando firma l'Adorazione del Bambino e due committenti di Hampthon Court. @ il periodo prevalentemente caratterizzato da influenze venete, e diverse opere confluiscono in collezioni lagunari.
Tuttavia altri incarichi sembrano poter portare il pittore in. altre varie città.  La data: 1533 era sulla pala per la chiesa di S. Maria in Organo di Verona; vien quindi il servizio prestato a Francesco Il Sforza, duca di Milano, servizio prolungatosi forse fino al 1535.
Del 1540 è la Natività di S. Giobbe a Venezia.  Ed a Venezia si sa che abitava ancora nel 1548 «in confinio sanete Crucis» e testimoniava in un atto di vendita.  Una lettera dell'Aretino ad un allievo del pittore, nel dicembre dello stesso anno, lascia chiaramente dedurre che Girolamo è ancora vivo, anche se in «decrepitudine».
Pittore misterioso, affascinante e sovente incompreso, che affida la sua memoria a numerose opere, anche se nel passato si è spesso affermato che la condizione di famiglia gli aveva permesso di dipingere soltanto per diletto.
Se l'eredità del Quattrocento, col Fóppa, ha influenzato Savoldo, nelle sue opere sono state ravvisate l'esplorazione dei maggiori veneziani, l'analisi dei fiamminghi per i quali può non essere estranea la origine della moglie, tanto da far supporre anche un viaggio dell'artista nella terra natale della donna.
Pur ammettendo l'esiguità numerica dei dipinti savoldeschi, la sola loro collocazione nel più noti Musei e raccolte varrebbe ad assicurare imperitura fama all'autore.  Ma più vicini studi hanno aggiunto opera dopo opera ad un catalogo fattosi cospicuo.
Profeta del Kunsthistorisches Museum di Vienna, collocato fra le opere del periodo giovanile, racchiude ascendenze nordiche; I SS.  Eremiti Antonio e Paolo della veneziana Galleria dell'Accademia sono considerati frutto del secondo decennio, recanti memoria del Foppa per quella luce laterale, sapide le figure di dignità seicentesca, Madonna in tronofra i SS. e angeli musicanti, già citata è nella chiesa di S. Nicolò a Treviso ed è caratterizzata da ricordi lotteschi e moretteschi; Cristo morto del Museo di Cieveland (Ohlo), collocato al terzo decennio, staglia le due figure monumentali sul chiaro fondo: giudicato fra i più significativi «precedenti caravaggeschi».
S. Matteo e l'angelo del Metropolitan Museum of Art di New York alita ancora dell'arte lottesca: v'è chi ha supposto sia pendant all'Angelo e Tobiolo della Galleria Borghese di Roma.  In analogia a opere lottesche s'è proposta anche la data: 1527 circa.  Così per il Suonatore di flaz4to nella collezione Contini Bonacossi, riflettente i significati della ritrattistica del Lotto, ma avente in sè anche elementi fioriti in opere di Maestri successivi quali Caravaggio, Rembrandt, Vermeer...
Della medesima collezione è il Giovane in un paesaggio o Pastore che presenta una evoluzione della visione del Savoldo, per quella lumeggiatura vivida e l’evidenza delle ombreggiature.
Varie le versioni della nota Maddalena (Collezione Contini Bonacossi, Staatliche Museum di Vienna, National Gallery di Londra) caratterizzate da quell'atteggiamento furtivo, dallo scialle che si «tesse di raggi lunari nella trama di bigio argento».
Il Louvre di Parigi custodisce Ritratto di uomo in armatura, mentre la National Gallery of Art di Washington possiede Ritratto virile e una Adorazione dei pastori che «Induce a istituire un rapporto fra questa produzione di quadri di notte e di fuochi e l'entusiasmo giovanile per gli artifizi di luce e gli stregozzi del Bosch, pur preludendo a un Honthorst o a uno Stromer».
Tentazioni di S. Antonio è del Museo moscovita, S. Girolamo penitente, opera fra le più alte, della National Gallery londinese; milanese, della collezione Castelbarco Albani, è il Riposo nella fuga in Egitto dipinto permeato d' solitudine.
Alla Pinacoteca Capitolina è il Ritratto di donna in figura di S. Margherita,- in Museo viennese, ancora, un Filoso recante sul cartiglio: Bressa... Savoldj...
Della Pinacoteca nostra una Natività, che con altre repliche rappresenta uno dei momenti più intimi del pittore.  Ma quant'altri capolavori si dovrebbero enumerare ancora, dal disegni, dalla Trasfigurazione degli Uffizi al disegni del Louvre; all'Elia della collezione Kress (New York), alla Vergine con figlio e Santi di Brera; le Adorazioni torinese, milanese, a Terlizzi in S. Maria... il dipinto di Siracusa.  Stefano Fenaroli, nel suo «Dizionario» ricorda fra gli altri alcuni dipinti bresciani: il già citato Presepe della Tosio Martinengo, il Ritratto della famiglia Salvelli di casa Lechi, la Maria Addolorata ai piedi della Croce nella chiesa di S. Croce.
Già è stata sottolineata l'intima quiete resa dalla particolare luce tessuta da argentei riflessi sgorganti in un «filtrato lume di luna» del più noti dipinti; e dell'uomo, della sua vita il vasto cono d'ombra che ne oscura la più parte; l'itinerario pittorico costellato da varie ipotesi, mai smentite e mai confermate... Del pittore dilettante, dell'allievo del sommo Tiziano, di Floriano Ferr-amola, dell'artefice ricettivo: dai nordici al veneti, da Moretto a Romanino a Foppa a Lotto restano tuttavia i numerosi dipinti che lo collocano ai vertici della pittura.  Artista naturalmente portato ad interpretare il reale mediando in particolare la maniera fiamminga più che la veneta, Savoldo si avvalora nel tempo per l'incidenza avuta nella pittura italiana del Seicento, fino a tracciare una via che ci porta ad incontrare Michelangelo Merisi, il Caravaggio.
 
BIBLIOGRAFIA
Sta in:
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