Vobarno, 12 ottobre 1936.

Diplomato all'Istituto magistrale (1955), ha quindi frequentato il Liceo artistico di Venezia, ottenendo la maturità (1957).
Negli anni Cinquanta inizia attività di illustratore, tanto che sono alcune decine i libri recanti suoi disegni.  Si ricordano qui le annate di «Esploriamo» e «Cantiere» edite da «La Scuola» negli anni 1955-70; «Giorni e Giorni» di Lino Monchieri, testo per la quinta classe elementare, sempre per i tipi de «La Scuola».
Sul far degli anni Settanta ha intrapreso una raccolta di vedute dedicate a «cascinali, angoli di paese, chiese, borgate valsabbini» nell'intento di documentare una architettura, un mondo che giorno dopo giorno si altera e inesorabilmente scompare: sono disegni d'una grafia nitida affiorante da lievi masse compenetrantisi di chiari e scuri.
Ed allo stesso periodo si può far risalire l'inizio della partecipazione a mostre collettive provinciali e regionali.  Si citano le presenze a Gussago (1969), Lonato (1970), Santhià, Collio, Bedizzole (1972), Leno, Brescia, Santhià, Bagnolo Mella, Concesio, Marina di Ravenna, Visano (1973); ancora Santhlà, dove ebbe ambita affermazione, Idro, Capn'no Veronese (1975), Villanuova, Brescia (1976), Treviso, Villanuova (1979).
Personali ha invece allestito a Gardone Riviera (1963), Vestone (1973), Brescia (1976 e 1978), Desenzano (1973 e 1980).
Figurativo, si ispira prevalentemente al temi della sua Valle Sabbia, non immemore della visione lungamente svolta da Ottorino Garosio, di cui si sente erede artistico: soprattutto per la continuità del filone di ricerca poetica offerta dal mondo valsabbino.  Sono personaggi di quel mondo, sorpresi nell'ora del lavoro, nell'attimo di comune riposo vissuto in locali rustici, custodi di antichi utensili; sono strade e stradette recanti alla circostante campagna affiancate da vecchie costruzioni ricomposte con distesa e rapida pennellata; sono montagne profilate di neve e le creature ed i doni di quelle terre: cacciagione disposta sopra un nudo tavolo o frutti resi con tratto sicuro, riassuntivo, accesa cromia cui uno scuro contorno dà complutezza e rilievo.
A volte, il lago ladro; mentre la più vicina produzione racchiude anche il disagio suscitato dal paesaggio urbano.  Sue illustrazioni sono in «Non c'era una volta...» recente fatica di Giuliano Leali.
 
BIBLIOGRAFIA
G. VALZELLI, Mostra a Gussag(>, «Giornale di Brescia», 4 ottobre 1969.
A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», Ed.  IV, (1972).
«Giomale di Brescia», 15 luglio 1973, A Cavagnini, Olini e Tabarelli il Premio Bagnolo. «Il Concorso sen.  E. Roselli», Visano, 16 settembre 1973, Catalogo.
A.MAZZA, «Galleria La Cornice», Desenzano, 3-15 novembre 1973. io COLLARCHO, G. Tabarelli, «Corriere del Garda», 1973.
L.SPIAZZI, «Galleria Mazzini», Brescia, 28 febbraio - 18 marzo 1976.
L.SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 3 marzo 1976.
AA.VV., «Panorama d'arte '77», Magalini Ed., Brescia, 1977.
G.VALLINI, «Galleria Arengo», Brescia, 4-16 marzo 1978.
L.SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», I I marzo 1978.
M.RIGONI STERN, «Galleria La Cornice», Desenzano, 15-27 marzo 1980.

 

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