Brescia, 8 settembre 1923.

Allievo per circa dieci anni dello zio Vittorio Trainini (v.), ha frequentato il Liceo artistico dell'Accademia di B.A. in Venezia.Docente di figura disegnata nel bresciano Liceo Calini e nel Liceo Artistico, è presente in numerose giurie di concorsi pittorici e membro di associazioni artistiche in seno alle quali svolge opera divulgativa e culturale.

Presente ad alcune collettive bresciane, fra le quali si può ricordare la ,asta rassegna allestita nelle sale della vecchia Posta, in via Gramsel, nell'ottobre 1945, ha quindi diradato le presenze in pubblico perché assorbito dall'insegnamento e dalle committenze per decorazioni di chiese, anche in località del Meridione.

Dal 1948-1949, lungo si fa l'itinerario per seguire Gianni Trainini, dapprima a Marmentino, dove nella parrocchiale adorna il presbiterio con l'Ultima Cena e la Moltiplicazione del pane e dei pesci: ancora legate alla esperienza accademica ma rivelanti personale visione iconografica e abilità compositiva- poi a Chieti e dintorni: nella chiesa dedicata a S. Agostino del capoluogo compone Sacro Cuore; nella cappella arcivescovile Madonna Teatina, i SS.Protettori della città ed i quattro Evangelisti, dalla notevole continuità discorsiva e morbidezza.A Magno d'Inzino, in Valle Trompia, resta la Cena in Emmaus; ancora a Chieti è chiamato per decorare la parrocchiale dedicata a S. Vito: grandi lunette giudicate un poco fredde, un po' troppo «à tromper l',)ell».Ma l'Abruzzo è la regione in cui il pittore maggiormente ha operato, ed ancora sono almeno da citare la pala d'altare, con la Crocefissione per la parrocchiale di Fassacesia; lo stesso tema è nella pala di S. Giovanni, mentre una vetrata dedicata alla Ultima Cena è a Filetto (Chieti): vetrata di notevole misura e di agevole lettura.A Borghetto, in provincia di Piacenza, è chiamato per dipingere la Conversione di S. Giacomo; a Paladino di Gonzaga, la tela con le Nozze di Cana, il cui motivo è poi ripetuto in un grande affresco, nella parete della navata, per il noto Santuario di Paltone, ricco di opere d'arte.

Centodieci metri quadrati misura il dipinto della nuova parrochiale di Mompiano: Cristo e la Umanità.Oltre l'altare, tre figure soltalito: un giovane ignudo, il centrale Cristo e S. Gaudenzio al quale la chiesa e dedicata.Nel 1976, alfine, il vasto ciclo di affreschi nella parrocchiale di S. Vito Marina, ancora vicino a Chieti.

A questa estesa composizione possono congiungersi quelle in S. Maria Ausiliatrice in Trento; nella raccolta cappella di Cellatica, voluta dagli alpini.Non si può ignorare alfine la «nascosta» attività del pittore di cavalletto, del restauratore operoso in vari edifici antichi, sacri e civili.Particolarmente ci è caro ricordare la quattrocentesca cappella di S. Cristoforo, congiunta alla chiesa di S. Antonino in Mompiano.Qui il pittore ha ridato vita agli ignorati dipinti

E ridestato l'interesse per una cadente e pur preziosa testimonianza di fede incisavnei colori che tutte coprono le pareti: colori dovuti ad anonimi artefici di vena popolare, ma anche ad artisti, se è vero che per il Crocifisso posto oltre l'altare si sussurra il nome di Paolo Cajlina.

«Affreschista per eccellenza», è stato detto di Gianni Trainini, perché quello dell'affresco religioso è il suo genere prediletto e maggiormente consono alle sue possibilità; quello in cui il raccolto misticismo non va disglunto dalla moderna visione conquistati con attenzione sorretta da inconsueta perizia realizzativa.

BIBLIOGRAFIA

AEQUUS, Duecento opere di artisti bresciani, «Giornale di Brescia», 24 ottobre 1945.

«L'Italia»,21 aprile. 1960, Molti pellegrini al Santuario di Paitone.

«Giornaledi Brescia», 27 maggio 19601 Un grande Affresco nel Santuario di Paitone.

«Storia di Brescia», Vol.IV.

«Giomale di Brescia», 22 settembre 1966, Restauri di S. Luca.

P.G. AGOSTINI, G. Trainini, «Arte cristiana», Vol.LXI, (1973).

P.G. AGOSTINI, Artisti bresciani, «La Voce del popolo», I marzo 1974.

R.LONATI, Chiese in Brescia, «Il Geometra bresciano», novembre 1979.

 

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