Brescia, 1745 - 22 giugno 1821.

Padre dell'insigne architetto Rodolfo, noto per aver ideato il monumentale cimitero, apprese i primi elementi della pittura da Santo Cattaneo; seguì poi lo studio a Mantova, sotto la guida di Giuseppe Bottani, direttore della Reale Accademia.Alla passione per la pittura congiunse quella per il collezionismo di quadri e di oggetti d'arte che il figlio Rodolfo «rese più copiosi e scelti».Tornato in patria si espresse con opere a olio e miniature eseguendo ritratti e decorazioni in edifici vari.

Come ritrattista fu fedele ai fondi scuri neocalssici, raffigurando i personaggi in assorta posa.Fra gli altri, si ricordano i lineamenti di Antonio Canova, Domenico Fornasini (1814), Agostino Gallo, Girolamo Monti, Ugo Foscolo giovane; altri ancora, Don Antonio Beccalossi, Don Vincenzo Covi, già prevosto di S. Giovanni Evangelista, il Cardinale Archetti.L'Autoritratto di Domenico Vantini è custodito dalla Galleria d'Arte moderna di Milano.

Fra i dipinti a tema sacro il Fenaroli ricorda il dipinto in S. Giovanni Evangelista raffigurante S. Anna madre di Maria.

Con il più noto Giuseppe Teosa e il cremonese Manfredini (v.) si distinse anche quale au ' tore di decorazioni: quella del Santuario di Marcheno è considerata fra le sue migliori.Imprenditore edile, operò anche come architetto: per conto degli austriaci, nel 1807 costruì una fonderia di cannoni; nel 1818, nel clima di rinnovamento della città, eresse il neoclassico casinetto a Porta S. Giovanni.

BIBLIOGRAFIA

F.NICOLI CRISTIANI, «Vita e opere di L. Gambara», 1807.

P.BROGNOLI, «Guida di Brescia», 1826.

S.FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887.

«Mostra del Ritratto», Firenze, 1911, Catalogo.

COMUNE DI BRESCIA, «Mostra della pittura bresciana dell'Ottocento», 1934, Catalogo.THIEME BECKER, Vol.XXXIV, (1940).

«Storia di Brescia», Voll. 111 e IV.

A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», Ed. 111 e IV, (1962, 1972).

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