Brescia, 15 agosto 1904 - Il ottobre 1969.

Essere pittore, un desiderio che Luigi Zubani ha coltivato nell'animo lungo tutta la vita.Le necessità contingenti, le guerre, l'attività esercitata nell'azienda di famiglia gli hanno consentito di realizzare il sogno solo nell'ultimo scorcio dell'esistenza quando, sul far degli anni Cinquanta, dalla esortazione degli amici: Vittorio Botticini, Martino Dolci, i Ghelfi, Ugo Cattaneo, tanti altri che l'ebbero caro, trasse lo sprone per affrontare le prime mostre collettive provinciali.

Schivo, taciturno, è ricordato come uomo buono, generoso, desideroso di esprimersi attraverso i colori, usati nell'intimità fin da fanciullo.

Nel 1963 ha allestito la prima e sola mostra personale.In quella occasione espose cospicua parte della sua non troppo copiosa produzione. «Dopo aver dipinto per anni, rappresentando la realtà nella maniera più vicina al reale fotografico, Zubani si è reso conto, quasi d'improvviso, che il mondo esterno è tutto colore.Ciò che importa adesso non è più il contorno decifrato, è la spatolata di colore luminoso, è la composizione resa in velature con corpo, è l'impasto grasso.La serie del quadri esposti ha come tema paesaggi e fiori... i fiori sulla finestra, i fiori arancione, rossi, gialli: su fondi scuri e saturi di atmosfera egli pone quelle spatolate, come fuochi d'artificio».

Si è riprodotto ampio stralcio d'una recensione. dedicata alla sua mostra perché ci sembra illustri adeguatamente l'opera artistica di Luigi Zubani, al quale altro scritto critico riconosce la impronta «post fauvista», se il gusto del colore non fosse in lui maturato in un sentire più astratto e non concedesse spesso ad un gusto del raffinato e del piacevole che non ha corrispettivo nel sentire degli «arrabbiati» di un secolo fa.

BIBLIOGRAFIA

  1. BOTTICINI, «Galleria A.A.B.», Brescia, 23 febbraio - 6 marzo 1963.

VICE, L. Zubani alla A.A.ß., «Giornale di Brescia», I marzo 1963.

VICE, L. Zubani, «L'Eco di Brescia», 2 marzo 1963.

 

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