Brescia, I aprile 1928.

Fratello di G.F. Carmine (v.), ha frequentato la scuola di disegno «Moretto»; come pittore è tuttavia autodidatta ed ha condotto la propria ricerca con l'osservazione della natura, delle consuete cose che l'occhio quotidianamente sfiora e ricomposte a mezzo dell'olio, del pastello, dell'acrilico, della tecnica mista.

Lungamente ha meditato la sua produzione, prima di intraprendere partecipazioni a mostre, e solo a partire dal 1970 datano le presenze in concorsi provinciali, in alcuni del quali si è affermato o posto in evidenza: a Roncadelle (1970), nell'estemporanea della Valle dell'Oglio (1971, 72, 73), a Bormío (1972), a Caprino Veronese (1972, 73), Leno, Marina di Ravenna (1973); mostre personali ha invece ordinato a Brescia (1969, 71, 72, 73), a Torino («Galleria Castello», 1974), a Castiglioncello (Livorno, «Galleria Versilia», 1975), dopo di ché ha interotto le presenze in pubblico.

Figurativo nella tradizione del Fiessi, Vemi, Dolci, «non ha mai abbandonato i temi e i soggetti scelti per le sue prime tele; figure, paesaggi, nature morte osservati con occhio attento, mai superficiale», come ha scritto Giorgio Sbaraini.Una sicura evoluzione, invece, ha subito la sua pittura, sia nella nitidezza del colore sia nella trattazione del segno che nella corposità della costruzione d'un mondo umano, d'un tessuto urbano che il pittore dimostra di saper percorrere con profonda conoscenza e con notevole intensità di partecipazione.

Il mondo della «periferia fatta ormai centro di una città espansa a macchia d'olio, i grigi casoni popolari di Campo Fiera con gli aridi cortili e le piante sparute, gli amici di sempre per chiaccherare, le puntate fuori dal tessuto urbano alla ricerca di paesaggi che il cemento implacabile della speculazione già insidia».E se a volte affiora sottile umorismo a stemperare il fondamentale romanticismo impressionista di Zucchi, nelle sue opere,sempre s'afferma la testimonianza di un amore, di un attaccamento sincero a certe atmosfere, a certi ambienti, carichi di memorie e ancor oggi attestati di una umanità che sembra via via velarsi, incrinarsi.

In corso di stampa del Dizionario, muore il 29 marzo 1983.

BIBLIOGRAFIA

R.BRESCIANI, «Galleria La Tavolozza», Brescia, 1969.

G.SBARAINI, «Galleria del Carro», Brescia, 15-28 dicembre 1973.

 

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