Orzivecchi, 3 giugno 1939.

A poco più di un anno, con la famiglia si trasferisce a Gardone V.T. e della terra che lo accoglie è divenuto figlio e cantore.

A Firenze e a Padova perfeziona la naturale inclinazione all'arte sotto la guida di Rosai, Conti, Peyron, Mattioli, Ghermandi.Per alcuni anni è stato docente in Istituti statali, rinunziando all'in segnamento per dedicarsi interamente alla pittura.

Prevalentemente grafico,Massimo Zuppelli si esprime con la china, a mezzo dell'acquaforte e dell'acquatinta, la tempera, il pastello e soprattutto con l'olio.Fin dalle prime sue apparizioni in pubblico, negli anni Sessanta, rivela due costanti: la padronanza tecnica e la «vibrante moralità».

Congiunta ad esse la capacità di «creare atmosfere impalpabili, medíaniche, percorse da un fluido inquieto; gioco luministico in un'estesa gradazione di contrasti, segno incisivo, nervoso, guizzante, tale da creare di per sé solo, sul candore del foglio, un sorprendete dinamismo plastico».Esemplari in tal senso ci paiono I tre passanti, gli Ospiti (1967) nel quali s'avverte il senso di una esistenza precaria, itinerante, come di profughi, di pellegrini in cui balena talvolta il volto inafferrabile di un passante, di un pellegrino soprannaturale: la Morte. (E. Cassa Salvi). Ad essi possono accostarsi Resistenza, Il partigiano fucilato, racchiudenti una espressione che Zuppelli alimenta e approfondisce. con il trascorrere degli anni: opere dal contenuto umanitario, più che sociale o politico.Opere d'un espressionismo le cui radici affondano, in una coll'arte lombarda, bresciana in particolare del passati secoli, in esperienze dovute a Sutherland, Bacon, Giacometti.

Poco oltre, la Via Crucis, un'opera ciclica nata «dalla immagine dolente del Cristo che l'artista accompagna in ispirito, con intensa partecipazione, negli ultimi momenti della sua passione», com'ebbe a osservare Giorgio Kaisserlian.Il groviglio naturale Uomo-croce si apre, si chiude, si articola e si disarticola in un grande empito visivo nel cui gorgo finale pare si risucchi tutta l'umanità... e Zuppelli, con la sua pittura drammatica e piena riesce a parlarci fortemente di questi mo@enti di storia intrisi di divino e di universalità.

Lo sguardo volge tuttavia all'uomo, a quanto della società attuale è accostabile: in questo senso l'opera del pittore nostro acquisisce nuovi fe.rmenti nella esperienza del realismo post bellico, cercando di «elevare questa sua esperienza a livello culturale più alto».

Nascono i personaggi: gli operai, conosciuti fin da bambino, gli operai con i quali è cresciuto così come le piante, così come la terra di cui è impastato, così come l'aria di cui vive.Aspetti d'una vita valligiana proposti anche attraverso opere ad olio: Madre di notte, Cena del coscritto, Partita a morra, La partita alla mensa della fabbrica, di alcuni anni addietro, ma fatte conoscere nel 1973.Accanto a Zuppelli «cristiano che crede» cresce dunque l'uomo mosso dagli avvenimenti, non soltanto vissuti dagli abitanti della sua Valle, ma da ogni creatura; ed ecco allora i combattenti fedain, le tavole dedicate ad ogni uomo che soffre, ad ogni essere che patisce ingiustizia, oppure Piazza della Loggia dedicata ad una strage da non dimenticare (1974-1976).

Una ideale antologia del credo artistico e umanitario di Zuppelli può considerarsi il - frutto offerto all'opuscolo edito dal «Giornale di Brescia» nel 1975 per r I icordare «I giorni della Resistenza».

Opere come Uomini che difendono un paese, Bivacco, Esecuzione sommaria, La fuga superano il significato contingente, i confini territoriali per tendere a i if s gn icato uni 'versale, così come Interrogatorio, un olio del 1973, o Crocifisso emigrante, del 1975.

Nei più vicini anni il pittore sembra aver accentrato la propria partecipazione sugli uomini e sul paesaggi della Valle Trompia.Ecco allora La vecchia strada alta di Gardone V.T, ecco Temporale in valle, La quercia e l'emigrante, Contadini, Pomeriggio di domenica in Valle, Contadini e cacciatori, Fucina e Madre, Autunno in Valle... ove prevale l'episodio, oppure la scena domestica; giovani donne con bambini che, nell'atteggiamento e nelle sembianze riportano il pensiero ad antiche opere dedicate alla Madre di Gesù e nelle quali sembra attenuarsi la tensione profusa nei temi che maggiormente han fatto conoscere il pittore, per una «vena illustrativa» che tuttavia non scalfisce la capacità espressiva e la valentia dell'artefice realista.

Fra le presenze di Massimo Zuppelli in mostre collettive si possono ricordare quelle a Gardone V.T., Bressanone, Milano (1967), Suzzara (1969, 72), Lanciano, Sulzano, Montichiari (1969), Imperia (1969, 1970), Crotone (1970), Leno, Bolzano, Gambara (1971), Ravenna (1972), Venezia (1973), Atene (1977), Washington (1978), Bornato (1979), per non dire delle ricorrenti adesioni a niostre bresciane (1969, 70, 72, 73, 77, 1980).

Personali ha allestito a Brescia («Galleriá A.P.I.», 1963, «Galleria U.C.A.I.», 1967, «Cavalletto», 1967, «Centro studi Romanino», 1973, «S.Benedetto», 1973), a Padova (1965, 66), Roma («Galleria Piazza di Spagna», 1967), Mestre («Galleria S. Giorgio», 1967'), Milano («Galleria La Nuova Sfera», 1972), Sarezzo (1973, 1975), Venezia («Fondazione Bevilacqua La Masa», 1973 e 1975) Desenzano (1979).

Al pari di significativa mostra personale può alfine considerarsi la saletta ordinatagli in occasione della XXXVII Biennale di Venezia alla Mostra dedicata alle «Attualità intemazionali», nel 1976.

BIBLIOGRAFIA

E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 31 dicembre 1963. «L'Eco di Brescia», dicembre 1963, M. Zuppelli all'A.P.I.

AA.VV., «Galleria Pro Padova», Padova, 7-20 maggio 1966. «Giomale di Brescia», Il maggio 1966, M. Zuppelli alla Pro Padova.A. MAZZA, «28 studi di artisti bresciani», Squassina Ed., Brescia, 1966.E.C.S.(alvi), Omaggio ai maestri del passato, «Giornale di Brescia», 3 gennaio 1967.G. MASCHERPA, «Piccola galleria U.C.A.I.», Brescia, 25 febbraio - 9 -marzo 1967.E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 5 marzo 1967. «Galle,-ia d'arte Cavalletto», Brescia, 28 aprile - Il maggio 1967. G.V., Paesaggio e arte a 14onticelli, «Giomale di Brescia», 15 settembre 1967.

G.GUERINI, Al Premio Gardone P" 7., «Giornale di Brescia», I I ottobre 1967.

G.KAISSERLIAN, «Galleria d'arte Cavalletto», Brescia, 4-16 novembre 1967.

E.C.S.(alvi), La Via Crucis di Zuppelli, «Giomale di Brescia», 10 novembre 1967.

«Galleria d'arte Cavalletto», Brescia, 8-20 giugno 1968, Pittori italiani.

G.POLONI, M. Zuppelli, «La Voce dell'automobilista», a. XVIII, n. I 1, dicembre 1968.V., S. Agata come via Margutta, «Giornale di Brescia», 29 aprile 1969.

«Giornale di Brescia», 9 maggio 1969, L'ottavo Premio Treccani.

«Galleria d'arte Cavalletto», Brescia, 26 luglio - 8 agosto 1969, Omaggio a Pejo, Catalogo. «Giomale di Brescia», 3 marzo 1970, L'arte nel mondo dei giovani.

«Giornale di Brescia», 25 settembre 1970, Zuppelli premiato a Crotone.

G.. POLONI, «Arte bresciana '70», Centro studi Sardini, 1970.

G.V., M. Zuppelli, «Giomale di Brescia», 28 gennaio 1971.

«Giornale di Brescia», 17 marzo 1971, A. Zuppelli il premio Abbazia di Leno.

«Giomale di Brescia», 20 maggio 1971, Zuppelli alla Biennale di Bolzano.

«Giornale di Brescia», 8 agosto 1971, Assegnati i Premi Gambara.

E.C.S.(atvi), Notiziario dell'arte, Ravenna, «Giornale di Brescia», 8 luglio 1972.

«Galleria S. Benedetto», Brescia, 1972, Cinque giovani presenze, Catalogo.

E.C.S.(alvi), Notiziario dell'arte, «Giomale di Brescia», 14 ottobre 1972.

«La Voce dell'automobilista», a. XXII, n. 5, novembre 1972, Artisti bresciani a SU7 ara. «Il Regalo», Brescia, Inverno 1972-73, Stampa Tip. Vestonese, 1972.

«Arte bresciana oggi», Sardini Ed., Bornato.

«Galleria Labus», Brescia, 10-22 febbraio 1973, Collettiva.

«Centro Studi Romanino», Brescia, 17-30 marzo 1973.

  1. LAJOLO, «Galleria Brescianini», Sarezzo, 12 maggio - 8 giugno 1973.

«Giomale di Brescia», 24 giugno 1973, Zuppelli premiato a Venezia.

R.DE GRADA, «Comune di Venezia - Opera Bevilacqua La Masa», Venezia, 6-19 ottobre 1973.

R.DE GRADA, «Galleria S. Benedetto», Brescia, 3-16 novembre 1973.E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 15 novembre 1973. «Brescia arte», N.S., 2, aprile 1974, M. Zuppelli.

«La Voce del popolo», 6 dicembre 1974, III. in coperta.

«Brescia oggi», 15 febbraio 1975, Carlo Munari a Sarezzo.

«I giorni della Resistenza», Ed.Giornale di Brescia, 25 aprile 1975. «Bresciaoggi», 5 luglio 1975, Zuppelli a Venezia.

«Bresciaoggi»,22 novembre 1975, Zuppelli e il Realismo.

L.SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 29 novembre 1975.

«Brescia arte», N.S., 4, secondo semestre 1975, M. Zuppelli. «Giornale di Brescia», 28 maggio 1976, Piazza della Loggia. «Giornale di Brescia», 13 settembre 1977, Omaggio alla Resistenza.

«Giornale di Brescia», 17 settembre 1977, Il ministro Pedini ha inaugurato la mostra sulla Resistenza.

G.MASCHERPA, Impegno in tema di Resistenza, «Avvenire», 23 settembre 1977. «Bresciaoggi», 31 dicembre 1977, Zuppelli ad Atene. «Gionale di Brescia», I I settembre 1978, Omaggio al lavoro.

A.MAZZA, La Valtrompia di Zuppelli, «Giornale di Brescia», 30 novembre 1978. «Brescia arte», N.S., 6, secondo semestre 1978, Il realismo di Zuppelli.

L.SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 14 aprile 1979.

R.DE GRADA, «Galleria la Cornice», Desenzano, 12-24 maggio 1979.

R.DE GRADA, «Massimo Zuppelli», Ed.Bottega dell'incisione, Gardone V.T., dicembre 1979.

C.SABATTI, Zuppelli torna in Valtrompia, «La Voce del popolo», 14 novembre 1979.

L.SPIAZZI, Giro dell'arte, «Bresciaoggi», 15 dicembre 1979.

A.MAZZA, Uomini e paesaggi di Valtrompia, «Giomale di Brescia», 24 dicembre 1979.

«Giornale di Brescia», 30 dicembre 1979, Nella scuola di Bornato un panorama d'arte. «Giomale di Brescia», 25 aprile 1980, In nome della Libertà.

AA.VV., «Brescia '80», Brescia, I -I I maggio 1980, Catalogo.

«La Voce del popolo», 26 dicembre 1980, III. in coperta.

«Brescia arte», N.S., 9, secondo semestre 1980, La grafica di M. Zuppelli.

G.STELLA, «Galleria Leonessa - Studio '80», Cartella composta con G. Cargnoni, Petrò, Coccoli e Barbieri G.C.

 

Pin It