Vive e opera a Salò .
In seno alla famiglia ha mosso i primi passi dello scolpire. Il nonno Emilio (1872-1938) fu collaboratore di Angelo Zanelli (v.) durante la realizzazione dell' Altare della Patria in Roma; al padre Emilio (1911 - viv.) deve i primi elementi in seguito approfonditi alla scuola di Domenico Lusetti (v.) dal quale ha appreso a modellare la creta e a fondere nel bronzo dopo che la sua visione aveva potuto estendersi con la frequentazione di alcuni ambienti artistici di New York, in particolare al Greenwich Village. nel 1964.
Dal 1966 frequenta l'Accademia di Brera, in Milano, dove ha modo di meditare opere di Francesco Messina e Luciano Minguzzi. Già riceve commissioni, intraprendendo , così una attività creativa fattasi giorno dopo giorno più intensa. Ciò nonostante ha modo di proporre suoi lavori in occasione di mostre collettive a Rimini (1966) dove merita il secondo premio alla Mostra d'arte sacra; a Brera, in seno all'Istituto europeo per la Storia dell'arte; a Napoli, dove consegue il Premio del Presidente della Repubblica alla Mostra patrocinata dall'Istituto culturale italiano; a New York, dove sue opere figurano al Center Gallery (1969); a Cannes, lo stesso anno, ad Atene.
Nel 1971 è presente al Premio Friuli - Venezia Giulia di Udine, quindi a Brindisi e a Carrara.
Nella Casa dell'amicizia di Mosca è accolto nel 1973; a Bemberg nel 1978 in occasione del1a quinta edizione della Biennale e nel 1979 a Crakovia, in Polonia, fino a Kuto (isola di Bali) nel 1983.
Mostre personali ha invece allestito a Salò (1969), a New York (1969): nella città natale spargendo le sue sculture nelle vetrine del centro storico, in Steinwai Street della metropoli americana; a Gardone Riviera (1971) in Villa Alba.
L'attività espositiva ha dovuto cedere il passo alle opere di commissione: un crescente susseguirsi di richieste annoverante ritratti, monumenti, motivi sepolcrali, portali di chiese e arredo di spazi absidali. Frutto della intensa attività, espressa fra le plurisecolari pareti della cinquecentesca chiesetta di S. Jago in Salò (all'uopo ristrutturata) sono ormai numerose le composizioni sparse in località italiane ed estere: opere condotte nel solco della tradizione figurativa.
Fra tante, ci è possibile ricordare: il S. Francesco plasmato per i padri cappuccini di Barbarano, i lineamenti di Cesare Battisti per la omonima piazza di Cuneo e il ritratto del Cardinale - parroco Giulio Bevilacqua destinato al Vaticano (1966); i vari bronzi eseguiti per la chiesa della I Legione aerea di Milano, il busto di 1. F. Kennedy fuso in due esemplari, destinati a Gardone Riviera e a Boston; la Madonna della strada destinata alla sede dell' Azienda Servizi municipalizzati di Brescia (1967), il ritratto di Gabriele D'Annunzio (Arcachon -Francia), il battistero per il Duomo di Salò, il monumento ai Caduti di Presegno, in Valle Sabbia (1968).
Del successivo anno sono Risurrezione per la cappella dei sacerdoti nel cimitero di Salò, la Madonna di Loreto all'isola Palmaria e il bozzetto per il monumento alla Madre da eseguire in Pistoia. Del 1970 il monumento ai Caduti di Muslone, i bronzei motivi per la tomba Gaspari a Sale Marasino, le composizioni acquisite alla collezione Falta di Fasano e alla Acciaieria ILFO di Odolo. Alle formelle e ai bronzi per la chiesa della Visitazione di Salò, nel 1971 si congiungono le ceramiche per la collezione Dolinay Sdenko di Gardone Riviera e i monumenti ai Caduti di Puegnago, agli emigranti di Capovalle, agli alpini di Portese e il battistero della parrocchiale di Moerna in Valvestino. Al 1972 risalgono il busto del Dottor Fleming collocato nella Scuola media di Mazzano e quello di G. Carlo Moroni, architetto del Vittoriale, i monumenti ai Caduti di Villanuova sul Clisi, di Sasso Musaga; al 1973 quello degli alpini di Vobarno, il ritratto di B. Gnutti (Torbole Casaglia) e la tomba della famiglia Pasini di Odolo.
1974 - 1975: accanto al busto di Renzo Castagneto posto nei giardini a Rebuffone, proprio dove partiva la famosa "Mille Miglia": con la composizione destinata all'Ospedale "La Guaira" di Caracas, di questi anni sono i monumenti dedicati alla medaglia d'oro Bresciani (Salò), agli Emigranti (Agnosine), ai Caduti di Lavenone e Soprazocco, alla Resistenza (Salò), alla Pace (Gavardo), al Pontefice bresciano Paolo VI (Bione). Ancora un monumento ai Caduti sul lavoro di Odolo nel 1976 e i bronzi per la quattrocentesca chiesa del Carmine a S.Felice del Benaco, nel 1977; per la cittadina lacustre il successivo anno compone anche la statua di S. Francesco destinata al Centro Studi.
Ancora monumenti negli anni 1980 e 1981: ai Caduti di Sopraponte, agli Alpini di Polpenazze; il bronzeo ricordo di Aldo Moro per la scuola elementare di Lumezzane. Recentissimi: la raffigurazione collocata nell'agenzia salodiana della Banca S. Paolo, i monumenti agli Alpini di Roè Volciano, alla Pace di Arco (TN), il battistero nella Abbazia di Maguzzano.
Per Manerba, Urago d'aglio, per Forno d'Ono altri monumenti sono in allestimento; mentre la Giustizia veneta ispirerà alcuni pannelli destinati al palazzo della Pretura di Salò.
Le aspettative suscitate dalle prime opere proposte da Angelo Aime a mezzo degli anni Sessanta non sono andate deluse. La forte capacità di lavoro, ma ancor più l'esito di creatività ravvisabile nei marmi, nei bronzi, nella ceramica fanno dell'ancor giovane scultore benacense il degno continuatore di una scuola artistica che, proprio sul Garda, ebbe in Angelo Zanelli uno dei più significativi esponenti.