13 marzo 1917 - 27 luglio 2003.
Ha frequentato la Scuola d’arte della A.A.B. sotto la guida di Emilio Rizzi e Tita Mozzoni. Interrotta per diversi anni l’attività pittorica vi si è riaccostato negli anni Settanta, con dedizione fruttuosa, sfociata in mostre personali allestite a Mantova, Brescia, Iseo; nella partecipazione al Premio “Art libre” di Parigi. Ha preso parte a numerosi altri concorsi in Milano, Visano (Bs), Ferrara, Viareggio, Bergamo, Ghedi (Bs), Corno, Chioggia.
Pittore en plein air, ha dedicato alla sua città e al Garda quasi esclusiva attenzione, cogliendo dei vicoli, dei vecchi quartieri e dei monumenti i fremiti più genuini in una “colata di calde linfe cromatiche”; è una mistione inedita di accenti popolani e quasi naif con un filone espressionista qua e là ancora attizzato da lampi fauves (E. Cassa Salvi). Pittura accesa, robusta, quella di Aldrighi, rasenta la durezza, ma riesce a costituire una nota originale e viva nel campo della pittura della realtà bresciana.
Inconfondibili i luoghi del Carmine vissuti dall’artista, con la presenza pulsante del popolino nelle viuzze ciottolate, nel “salotto” aperto innanzi alla chiesa grande dell’antico rione. Altri luoghi hanno ispirato il “vecchio ragazzo” capace di soavi stupori nel percorrere i Ronchi e, ancora, il lago di Garda a Padenghe, Salò, la Valtenesi, e poi le Torbiere iseane, Tavernole sul Mella: visioni colme di suggestioni dagli accesi colori. S’anima di cento figure la ripetuta prospettiva di Piazza della Loggia, mentre un cantastorie fa risuonare il canto della sua fisarmonica entro le mura della Curt dei Pulì. Il segno elaborato componente i dipinti si evidenzia ancor più quando Aldrighi pone in primo piano gli alberi dal tronco e dai rami espressionisticamente contorti, risaltanti sul lontanante paesaggio.
Altrettanto apprezzate le grafiche, pennarelli per lo più, aventi la compiutezza dei dipinti dei quali paiono sovente studi preparatori. Può dirsi che tutta l’opera di Aldrighi racchiude la palese espressione dell’affetto nutrito per i conterranei, i più umili.
Brescia lo ha onorato, ancora vivente, nel 1996 dedicandogli una rassegna accolta nella Piccola Galleria UGAI.
La Galleria d’Arte moderna di STILE in città e la Saletta Novaglio di Bovezzo, congiuntamente l’hanno ricordato nel 2002, proponendo “Il paesaggio” e le “Storie del Carmine”.
BIBLIOGRAFIA
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M. CORRADINI, “Aldrighi, le opere e la memoria”, STILE Arte n. 63, novembre-dicembre 2002.