Cailina, 28 aprile 1940.

Nata Bardiani, sposa di Renzo Antonelli (v.)

Dopo aver conseguito il diploma magistrale, ha frequentato corsi di perfezionamento per la lavorazione artistica dei metalli nell'ambito dell'Università di Urbino. Con il marito, in ideale comunione di vita e di attività creativa, ha intrapreso la partecipazione a mostre collettive in Brescia, Viareggio, Roma, Bergamo, Milano, Bovegno, Berna ecc. e l'allestimento di personali: a Lumezzane (1967,69); Brescia ("Centro culturale OM", 1968, 1980,81; "Galleria A.A.B.", 1969 e 1970; "Galleria S.Gaspare", 1977; Salone della Cavallerizza, 1982); Bezzecca (1968); Cesenatico (1969); Siena ("Galleria La Mossa", 1970); Milano (1970); Bergamo ("Galleria La Simonetta", 1971); Prato ("Galleria Muzzi", 1972); Lonato e Muratello di Nave (1973); Cremona ("Galleria Proposte", 1974,75); Folgarida (1975); Villa Carcina (1978,79); Sestri Levante (1983).

Nei sottili fogli di rame e d'argento confluisce la natura gentile di Lidia Antonelli, che agli sbalzi affida le movenze di figure femminili, i lineamenti di bambini e fanciulle (Cristina, Modella), scene di vita quotidiana come in Attesa, Le Lavandaie, Nel vivaio, In trattoria, Quattro chiacchiere; attimi descritti nella luce e nella penombra di angoli casalinghi dove un Bouquet o un vasetto di fiori riflettono la natura colta negli aspetti maggiormente vasti di Autunno, oltre l'ombra di una Quercia. Nè mancano motivi suggeriti dal sentimento (Maternità) o da eventi (Rievocazione di Bezzecca) e Madonne, espressione di squisita e dolce sensibilità.

Brani dell'esistere nel piccolo borgo natio, in località lontane, e rivissuti nell'intimo; riproposti con abile tecnica e con spontaneità: in una materia che l'autrice non si accontenta di battere o incidere, ma ne intacca la superficie con acidi e fiamma, per ravvivare chiaroscurali contrasti, per ricavare ardori e levità, a far specchio alla "inquietudine di una artista che opera in uno sforzo continuo di rinnovamento", come ha osservato Costanzo Gatta.

Pin It