Rovato, 5 luglio 1867 - Bergamo, 27 novembre 1938.

Figlio di Giovanni Battista, salariato agricolo, e di Pierina Gandossi, vive assai malinconica fanciullezza. Perduto in tenera età il padre, è costretto a fare il "famiglio" presso parenti. E fino a poco meno di vent'anni esprime la sua passione per l'arte nella ristretta cerchia dei conoscenti.

Solo nel 1886, apprezzato e sostenuto da Cesare Cantù, grazie al contributo di alcuni conterranei e ad un sussidio della municipalità rovatese ha modo di trasferirsi a Rezzato, presso la Ditta di Davide Lombardi in qualità di praticante scalpellino. Per i rapidissimi progressi compiuti, il 7 settembre 1887 è apprendista nello studio dello scultore Giovanni Biasca (v.).

Un nuovo sussidio comunale gli permette di raggiungere Milano, farsi aiuto di Enrico Butti. Frequenta al tempo stesso la Scuola superiore di arte applicata annessa al museo municipale del capoluogo, dove rimane dal 1888 al 1892.

Trasferitosi a Bergamo, lavora presso il marmista Molteni, in via Masone, indi è operoso presso i vari laboratori delle Ditte Ernesto Pelini scultore, Fossati, Remuzzi, Carrara e Alimenti di Romano Lombardo. A Brembate, alfine, opera con il Malvesuno.

Presente alla esposizione agricola industriale di Rovato nel 1913, ha approntato opere per varie chiese e per cimiteri delle località di seguito elencate, secondo quanto suggerito dalla "Enciclopedia bresciana" di A. Fappani. È stato anche richiesto ritrattista.

Ad Almenno ha realizzato il busto del Sig. Vitale Giavazzeni, ad Alzano Lomardo ha composto la cappella funeraria della famiglia Pesenti, a Bariano altra per la famiglia Castaldi; in Bergamo restano le tombe delle famiglie Fontana, Gervasoni, Paleni, Testa, Gelmini, Bramati, Bertocchi, Franchi e Personeni, i ritratti della signora Eisa Barbieri, di Virginia Piglia, di Pietro Fumagalli, di Nicolò Rezzara, di M. O. Antonio Locatelli, di Camillo Remuzzi, del nob. Giacomo Astori, di Giuseppina Pagonetti. Una tomba per la famiglia Agazzi ha realizzato a Berzo S. Fermo dove, nella parrocchiale, restano pure le statue del campanile; a Brembate una statua raffigurante La musica, a Buenos Aires l'effige di Suor Maria, a Calcio quella di Don E. Scalabrini; ancora sepolcri ha ingentilito a Caravaggio, per le famiglie Baruffi, Dapri, Servegnini e Guerriero, mentre a Coccaglio erige il monumento ai Caduti ed a Desio adorna con bassorilievi la parrocchiale, così a Grumello del Monte, dove decora ('altare.

Ancora numerose sono le località che hanno veduto operare Angelo Barbieri: a Lovere restano varie statue nel Santuario delle SS. Capitani o e Gerosa, altra nel campanile della parrocchiale di Mariano, a Membro realizzò il ritratto di mons. G. BilaNni mentre a Milano suo è l'altare della chiesa del Suffragio. Altro ritratto, del cav. Carlo Carsana resta a Ponte S. Pietro, così a Pontida, dove ritrasse il cav. M. Galbiati; e Romano Lombardo (busto di don R. Rossi), Rovato, dove realizzò la tomba Santus, a Seregno, dove nel santuario di S. Valeriano, nel 1915 - 20 ha realizzato le statue dei SS. Pietro, Paolo e Giovanni Nepumoceno; a Strozza (BG) il monumento ai Caduti, a Torre Boldono il ritratto del B. Luigi Palazzolo, mentre per delle parrocchiali di Urago d'Oglio e Verdello adorna gli altari.

Nel 1967, nel centenario della nascita, Rovato ha dedicato ad Angelo Barbieri una mostra di cui resta testimonianza in una pubblicazione edita a cura della municipalità e recante i saggi documentari di U. Ronchi e Tarcisio Bertoni. Ad essa si rinvia per una maggiore completezza delle notizie e più esteso elenco delle opere.

Recente la pubblicazione di alcune opere da parte di G. Panazza in "Brescia portorantica e Liberty": Sudario, Scena alpesooe degli anni 1910 - 1917 e appartenenti a collezioni private palazzolesi.

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