Palazzolo S/O, 1935. 

Vive e opera a Palazzolo.

Dopo gli studi all’Accademia Carrara di Bergamo, si diploma all’Istituto “Venturi” a Modena e dal 1960 è docente nella Scuola media. Collabora con assidui scritti a pubblicazioni specializzate. Il pubblico bresciano impara a conoscerlo in occasione della esposizione che la “Galleria Alberti” (indimenticata per aver portato a Brescia valori internazionali e saputo additare non pochi valori locali) gli ha allestito nel 1959. Il pittore aveva già alle spalle nutrita serie di partecipazioni a mostre e a premi. Ma la visione di più opere, accostate dopo severa selezione, lo indica come una nuova promessa. Già si ravvisa in esse una fisionomia originale, una delicata sensibilità e non comuni proprietà tonali: anche se particolarmente accese. “Entro questo bagno purpureo le immagini si sfaccettano in raffinati riflessi e iridescenze secondo un postcubismo diligente e gentile”.

Agli inizi del 1963 è ospitato nella “Galleria del Prisma”, nel maggio dello stesso anno, nuovamente a Brescia, alla “Piccola Galleria”, appuntamento che ripeterà nel 1966, dopo significative presenze a Zurigo, Verona, Mantova. Nel frattempo il colore si è alleggerito, impreziosito; la composizione essenzializzata nella eco del neofigurativismo che caratterizza la recente produzione.

Procedimento meglio considerabile attraverso le opere esposte nelle mostre personali successive, da quella tenuta nel 1981 nello Studio F22 di Palazzolo a quella nella Piccola Galleria UCAI di Brescia nel 1987, alla antologica 1955 - 1995 allestita in Palazzolo nel 1995, ed ancora quella accolta nel 2001 dalla Associazione Artisti Bresciani, presentata da Fausto Lorenzi.

La cospicua elencazione dei Premi e delle collettive proposta dal catalogo, esime dal ripeterla, ci si limita a rilevare alcune delle manifestazioni particolarmente significative, come il Premio Michetti di Francavilla a Mare, il Premio Garzanti di Forlì, il San Fedele di Milano, la Biennale nazionale d’arte sacra “Angelicum” (Milano), il Premio Suzzara…

Non sono da escludere vari interventi operati in sedi diverse, come l’affresco eseguito presso l’Accademia Carrara di Bergamo, l’ornamentazione della cappella Madonna In Pratis di Rudiano, le vetrate composte per la Casa di riposo palazzolese, le ulteriori decorazioni murali portate a termine in Ali Terme (ME), Veglio (Val d’Intelvi), Chiari (Casa di riposo)…

Oggi Giuseppe Belotti è giustamente qualificabile “pittore di oggetti, ma che più volte ha rotto con la chiusura della forma plastica, per costruire solo con la luce, come un fluido umore interno al colore. Oggetti che diventano figure del soggetto, dell’uomo che guarda. Oggetti testimoni di situazioni”.

BIBLIOGRAFIA

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“Giornale di Brescia”, 29 ottobre 1959, Cultura e arte a Palazzolo.

E. C. S.(alvi), Mostre d’arte, “Giornale di Brescia”, 8 aprile 1960.

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“Giornale di Brescia”, 3 maggio 1963, G. Belotti alla Piccola Galleria.

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“Giornale di Brescia”, 17 settembre 1967, A tre palazzolesi il Premio Inzino.

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R. Lonati. “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli editore, 1984.

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M. BERNARDELLI CURUZ, Belotti, sovrastato dalla terribile forza dell’azzurro, “STILE Arte” n. 52, ottobre 2001.

M. BERNARDELLI CURUZ, Belotti, la materia e l’uomo, “STILE Arte” n. 73, maggio 2004.

D. MAFFONI, Pallore leopardiano e pittura metafisica, “STILE Arte” n. 80, luglio 2004.

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