Brescia.

Professionalmente inserita nell’ambiente creativo della Editrice “La Scuola” dove si alternano noti pittori e illustratori, Adriana Benini è giunta anch’essa alla pittura. In lei doveva però sussistere da tempo una acuta predisposizione a osservare cose e figure con la semplicità suggerita dalle opere di Rossi e Moranti, tanto che dapprima i soggetti trasposti nella tela sono bottiglie, tazze, bricchi, frutta. È giunta poi a realizzare interni con sedie e mobili, resi luminosi da luce silente.

Nel suo linguaggio poetico – è stato osservato – è riuscita a trovare la giusta misura, il raro equilibrio tra una meditata essenzialità delle forme e una squisita intuizione dei ritmi sommessi e struggenti. Colori rarefatti coniugati in accordi quasi monocromi riescono a comporre uno spazio quasi metafisico nel quale l’oggetto si propone personaggio; la scena animata dal tenero colore delle pareti, dalla trasparenza di tendaggi e candidi lenzuoli misteriosi e inquietanti depositi sui mobili…

Quelle di Adriana Benini paiono tele facilmente leggibili e gradevoli allo sguardo, ma sono intrise di anelito all’infinito, al sublime. I ritratti, poi, “paiono costruiti attorno agli occhi, meglio dire forse in funzione di quegli sguardi tristi, assorti, talora ironici, ma sempre tesi, come a ricercare un interlocutore attento con cui condividere la propria solitudine”.

Più marcati i toni dei paesaggi affrontati ultimamente: costruiti con successione di piani essenziali, determinano l’ampiezza del panorama raggiunto dallo sguardo, fino al profilo dei colli sfumato nell’azzurrino del cielo.

La severità con la quale la pittrice considera la propria opera non le ha consentito di partecipare assiduamente a rassegne collettive e concorsi; anche le due mostre personali, tenute presso la Piccola Galleria UCAI, hanno avuto cadenza più che decennale, la prima risalendo al 1990, la seconda al 2003. Il raffronto fra le opere esposte la prima volta e quelle recenti conferma continuità compositiva ed espressiva; il tempo trascorso ha sicuramente consentito l’affinamento della sensibilità colorica con l’attenuazione della fissità dei componenti il dipinto, per coglierne l’essenza, che va al di là dell’apparenza.

BIBLIOGRAFIA

G. DI ROSA, “I dipinti di Adriana Benini”, Brescia, Piccola Galleria UCAI, 1 - 13 dicembre 1990.

G. DI ROSA, “ Adriana Benini”, Brescia, Piccola Galleria UCAI, 1 - 13 febbraio 2003

Pin It