Brescia, 22 ottobre 1953. 

Ha frequentato i corsi di arte applicata dell’Accademia di Brera a Milano. Autopresentandosi al pubblico per la sua prima mostra, definisce la sua pittura “fotorealista” e rifacendosi alla espressione di Monet, vecchia ormai di cento anni: bisogna vivere nel proprio tempo, con quel che segue, egli si serve della fotografia (cioè d’un mezzo attuale) per trarre dalla “realtà artificiale, ma autentica come l’immagine fotografica” l’interpretazione pittorica della vita. Ne nascono immagini e una analisi della vita quotidiana il cui risultato è “una sorta di vuoto e di sospensione”, una testimonianza di solitudine e di annientamento.

La presente nota riferisce l’iniziale ricerca di Giuseppe Bergomi, che in seguito ha abbracciato la scultura affermandosi come uno degli artefici significativi, richiesto non solo da prestigiose istituzioni nazionali, ma anche da quelle straniere.

Dell'attività creativa di questo giovane e già affermato artefice si è detto nel "Dizionario dei pittori bresciani". Alla pittura, infatti, pareva ascendere la sua prima produzione "fotorealista".

Dopo aver frequentato i corsi di arte applicata dell' Accademia di Brera, Ivan Bergomi autopresentandosi al pubblico in occasion della sua prima mostra personale alla "Galleria dell'Incisione", nel 1978, rifacendosi alla espressione di Manet vecchia ormai di cent'anni: bisogna saper vivere nel proprio tempo, con quel che segue, si serviva della fotografia, cioè di un mezzo moderno, per trarre dalla "realtà artificiale, ma autentica come l'immagine fotografica" l'interpretazione pittorica della vita. Nascevano allora immagini e una analisi della quotidianitàil cui risultato è stato definito "sorta di vuoto e di sospensione". La mostra ha rivelato un artista di notevole talento: per la paziente capacità di lavoro, per l'adesione alle attuali problematiche, per la consapevole ragione dell'operare.

Presente in successive occasioni a mostre collettive come: "Ovvero, come alcuni artisti operano a Brescia"(l979), "Brescia '80", ordinata nel maggio 1980, nella più vicina della A. A. B.", è con la seconda mostra personale, alla "Galleria dell'Incisione" nel 1982, che le promesse racchiuse nelle prove pittoriche, che già contenevano esigenze di sviluppi plastici, si tramutano in risultati "già maturi e compiuti, per una sicurezza d'impostazione strutturale e formale che non sono solo conferma, ma rivelazione" .

Secondo Elvira Cassa Salvi "conviene forse dividere le immagini di Bergomi in due capitoli approssimativi: quelli di ispirazione balneare, marina e l' altro di intimità domestica. Come emergessero dall'informe acquoreo le immagini dei bagnanti, nella loro ingenua banalità riflettono per così dire l'imporsi del volume, della figura tangibile ... nelle altre opere, dall'immagine emana invece una emozione, una tensione che ne trasforma il senso. Emergono non dall'informe, ma dal sonno queste immagini; aprono gli occhi alla luce, rispondono al richiamo del giorno attonite, quasi incredule, ed anche un po' intimidite, proprio come le adolescenti al risveglio della vita adulta.

Sono figure a volte quasi al naturale, ricche di delicata forma, di lieve colore e riescono a creare attorno a sè spazi arcani, metafisici.

Adeguata documentazione su Bergomi scultore è raccolta nella monografia prodotta nel 2002 da La Quadra Editrice.

BIBLIOGRAFIA

“Galleria dell’Incisione”, Brescia, 21 ottobre - 3 novembre 1978.

L. SPIAZZI, Le mostre in città, “Bresciaoggi”, 28 ottobre 1978.

E. C. S.(alvi), Mostre d’arte, “Giornale di Brescia”, 1 novembre 1978.

“Galleria A.A.B.”, Brescia, 3 - 14 marzo 1979, “Ovvero, come alcuni artisti operano a Brescia”, Catalogo.

AA. VV., “Brescia ‘80”, Brescia, 1 - 11 maggio 1980, Catalogo.

R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.

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