Brescia, 1727 - 1776. 

Figlio di Alessio (orologiaio) e di Teresa Manuzi, sentendosi chiamato al sacerdozio studiò filosofia e teologia, dilettandosi anche a studiare il violino. Sotto la guida del Raineri, paesista a sua volta seguace del Tempesta (Sec. XVII) si dedicò al disegno e alla pittura e ne ereditò disegni e stampe. Incominciò col copiare opere del Tempesta, presente a Brescia per alcuni anni, dal quale imparò soprattutto l’uso del colore. Si ispirò poi al Vernet e ad altri e per il paesaggio guardò Tiziano, Berchen. Soggiornò due anni a Genova come seguace ed amico appunto del Vernet, fu poi a Milano dove acquistò fama, anche per la protezione dell’arcivescovo card. Pozzobonelli che gli concesse di studiare la sua quadreria: scoperte le opere di Dietrich, le predilesse. Nel 1757 tornò a Brescia, senza più lasciarla, salvo un breve soggiorno a Verona, e dove continuò la composizione dei piccoli dipinti apprezzati anche da valenti pittori quali il veronese Cignaroli.

Sua l’opera “Uomo che prega nell’epidemia della peste” custodita nella chiesa del Patrocinio sui Ronchi, e forse anche Tempesta conservata nella stessa chiesa.

BIBLIOGRAFIA

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