Secolo XVII.

Intagliatore, per alcuni studiosi originario di Lumezzane, per altri di Pavone e forse maestro di Beniamino Simoni (v.); è autore di numerose opere per chiese di Brescia e della provincia. Due soase sono nella chiesa di S.Giovanni: la più fastosa è sull'altare dedicato ai martiri di Ararat. Nella stessa chiesa a lui è attribuito un Paradisino per viatico ai moribondi impreziosito dalla raffigurazione dell'Ultima cena.

Per i padri della Pace ha realizzato la statua di S. Filippo Neri in seguito ricoperta di lamine d'argento. Nota per grandiosità è l'opera d'altare per la Madonna del Rosario nella parrocchiale di Rovato.

Ancora segni dell'arte di Gaspare Bianchi sono indicati negli altari di Asola, Bagnolo, Bornato, Calino, Castelmella, Colombaro vicino a Iseo; nelle chiese della Carità, di S. Gaetano in Brescia (1686). Nel 1676 sembra aver completato una elegante cornice per il santuario della Madonna di Cortinica a Tavernola Bergamasca, ricevendo pagamento nel 1679.

Le sue realizzazioni  di sapore barocco, rivelano vivace fantasia e si fanno apprezzare per l'attenta esecuzione, il rispetto della forma nell'ampia scansione dei piani. Puntualmente, Camillo Boselli ("Brixia Sacra" a. v. n.4 - 5, luglio 1970) pone in discussione alcune attribuzioni operate da G. Vezzo li e sopra riportate, come quelle di Bagnolo, Castelmella, Calino, Bornato e Brescia (Chiesa della Carità). Mentre per l'opera in S. Giovanni esprime apprezzamento nei confronti di Gaspare Bianchi, propone che alcune attribuzioni siano trasferite ad altro Bianchi, anonimo intagliatore pure operoso in S. Giovanni; indicando inoltre attivi alla Carità certi Montanino (v.) e mastro Andrea.

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