Brescia, 8 gennaio 1815 - Roma, ottobre 1865.

Padre del più noto Cesare, figlio di Gaetano e fratello di Camilio. Apprese il disegno dal padre, de-coratore murale, e trasferitosi a Roma (1835?) vi sposò Maria Lucenti (17 agosto 1842) e vi passò tutta la vita, salvo un breve soggiorno a Brescia nel 1849 per partecipare alle Dieci Giornate e a Parigi (1859) dove avrebbe decorato il palazzo della principessa Matilde Bonaparte. Gli si attribui-scono, senza prove, decorazioni nei palazzi Torlonia (in piazza Venezia e poi distrutte) in palazzo Venezia, palazzo Chigi all’Ariccia e nel castello Orsini di Bracciano. È però ricordato come sceno-grafo. Ai fondali piatti e alle quinte tradizionali preferì gli spezzati che conferivano luminosità e profondità alle scene. Avrebbe preparato le scene per: Don Procopio di Bizet, Lucia di Lamermoor di Donizetti, al teatro Apollo; del Deportato in America di M. Aspa, al teatro Valle. Fu scenografo stabile all’Argentina negli anni 1855, 1856, 1858; lavorò all’Apollo (1851, 1856, 1857, 1859) sce-neggiando con C. Bazzani il Ballo in maschera di Cacetti.
Suoi acquarelli preparatori delle scenografie sono conservati presso la Pinacoteca Tosio - Martinen-go, il Burcrarido di Roma. Emularono il padre, Vittorio e Maria morti a Roma.
 
BIBLIOGRAFIA
A. DE ANGELIS, Lo scenografo G.B. Biseo, “La Scala”, sellembre 1953.
“Storia di Brescia”, Vol. IV.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Si veda inoltre il catalogo della “Mostra della pittura bresciana dell’Ottocento”, 1934, dove è genericamente indicalo: Biseo.
L. ANELLI, “Il paesaggio nella pittura bresciana dell’Ottocento”, Brescia, La Scuola editrice, 1984.
 
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