Pontremoli, 21 dicembre 1938.

Giunto da tempo a Salò, ormai gardesano d’elezione, Bolleri ha trovato alfine dimora in San Felice. Già nel periodo vissuto in Salò si è fatto apprezzare non solo come pittore, ma anche come presi-dente del Gruppo “Amici dell’Arte” salodiano in seno al quale ha pure esposto.
Figurativo, affida il suo messaggio sia alla figura, sia al paesaggio. Se nella prima interpretazione si manifesta una predilezione per l’arte antica, sagome di statue classiche, busti maschili e femminili immersi in un’atmosfera di sogno, più sciolta ed espressiva la produzione dedicata alla natura che in alcuni casi assume la sintetica compattezza evocante Rosai, i toni dominanti giocati sugli azzurri che acquisiscono la levità dell’atmosfera entro cui sono immersi riflessi d’acque, l’ondulato alternarsi di profili collinari.
Colpisce – è stato osservato – la frequente preminenza affidata alle rappresentazioni di cieli vibranti di luce… e che accennano al bisogno dell’uomo di penetrare lo spazio e oltrepassare i propri limiti naturali.
Sono immagini costruite con levità rasentante effetti acquerellati e trasfiguranti una realtà ricono-scibile, anche se colta per accenni.
 
BIBLIOGRAFIA
“STILE Arte” n. 70, luglio - agosto 2003.
 

 

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