Brescia, 17 agosto 1950.

Fino a qualche anno fa tenente cattedra di filosofia, Alberto Bonera è pure diplomato in pianoforte, autore e interprete di composizioni musicali alcune delle quali tradotte in disco.
Ma fin da giovane ha manifestato pure l’inclinazione verso la grafica e la pittura alle quali si è appli-cato come autodidatta, impegnandovi le migliori sue risorse. E tuttavia fino a oggi non si è lasciato lusingare dall’apparire alla ribalta delle mostre. V’è da sperare che alfine l’affettuosa insistenza di amici riesca a concretizzare il proposito di riunire i dipinti di Alberto Bonera nelle accoglienti sale di Palazzo Nava a Gussago.
Intanto è possibile l’osservazione dei quadri esposti nello studio e in altri spazi dell’appartamento e che indicano l’autore particolarmente versato all’arte, nell’accezione più ampia. Nel suo percorso pittorico s’avverte il desiderio di esternare stimoli e motivi colti e interpretati traendoli dal mondo esteriore e interiore.
La sua poetica si delinea nel cogliere e nel fissare sulla tela la realtà sorgiva delle cose e delle creature, l’uscire dal nulla che produce l’energia che rende tutto capace di ogni possibile metamor-fosi. Tutto ciò par derivare dalla formazione filosofica acquisita, ma anche dall’amore a quanto rap-presenta la vita. Vita sono i numerosi volti nei quali la caratterizzazione si evidenzia per il largo spa-zio dato loro, limitando al massimo il contornante tono di fondo. Anche quando il ritratto si com-pleta col busto evidente appare l’adesione al “modello”, come nel caso del “Ritratto del Sig. Bian-chini” il cui sguardo penetrante vibra ma non attenua lal contornante mestizia che la figura vive, causa recente dolore.
Vita sono i passaggi nei quali affiorano echi metafisici, di Carrà e De Chirico in particolare, ma resi attuali dall’impostazione compositiva dove i verdi, giocati nelle molteplici gradazioni, o nelle terre, accese dal sole calante, v’è l’immissione di luci intense, ma silenti. Ispirati a brani di periferia no-stra, della provincia, traggono valore dalla sintesi descrittiva e cromatica vedute come quelle di “Cave a Mazzano”, “Fontanelle” a Montichiari, “Il torrione del castello” ove il candore del blocco marmoreo penetra il corcostante verde, assumendo nel riverbero, vibrante purezza.
Dell’abilità di Alberto Bonera grafico sono vari fogli, inediti, illustranti episodi di “La Divina Comme-dia” e quelli del “Don Chisciotte”.
 
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