Singolare la visione di questo pittore bresciano che dell’azzurro e della natura animata da nobile fauna ha fatto i temi prediletti. Pittura leggera – è stato osservato – che nasce da uno stato d’animo sensibile, volto alla contemplazione di una realtà interiore espressa in forma elegante e comunicativa.
Le sue immagini si compongono di alternanze cromatiche studiate con attenzione e accostate con giusta contrapposizione, ricreanti un mondo ormai difficilmente avvicinabile.
Alcune sue interpretazioni rimandano il pensiero alle preziose incisioni poste ad ornare fucili da cac-cia che hanno reso famosa la nostra valle gardonese, per il contenuto e poi per l’esattezza dise-gnativa e compositiva che le caratterizzano.
Intrapresa l’attività espositiva in seno a rassegne collettive nei primi anni Ottanta, Bonetta ha poi allestito mostre personali in Brescia (Galleria “San Michele”, 1982 e 85), Bergamo (Galleria “Modi”, 1992) e successivamente a Milano.
Dopo la scomparsa, nel 2001, la vedova ha proposto alcuni suoi dipinti in occasione della collettiva ordinata dalla Galleria “La Tavolozza” di Pisogne. Bonetta era noto con lo pseudonimo Otto.
 
BIBLIOGRAFIA
AA. VV., “L’arte lombarda in Valcamonica alle soglie del terzo millennio”, Pisogne, Galleria “La Tavolozza”, 2000.
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