Rintracciate in un catalogo le riproduzioni di alcuni dipinti di Paolo Bonetti, nonostante le ricerche per avvicinarlo, l’autore risulta irreperibile, anche si è appreso che da qualche tempo si è dimesso dall’Associazione Artisti “M. Dolci”, mentre a Borgosatollo, località indicata quale sua residenza, non è raggiungibile.
Pertanto ci si limita alla seguente segnalazione.
Paolo Bonetti ha affinato naturali doti creative frequentando la Scuola dell’Associazione Artisti Bre-sciani, sotto la guida di Chico Schinetti, cui va dato merito di non aver influenzato la visione del giovane, ma piuttosto di averlo reso consapevole di quanto era in grado di esprimere si attraverso il paesaggio, la figura o la natura morta.
La chiarezza del suo sentire si traduce in una composizione di elementi scanditi, la pennellata gras-sa componente motivi di notevole plasticità. Una pittura coloricamente squillante retta da un dise-gno essenziale, componente soggetti dalla notevole plasticità, lo dimostrano, ad esempio, le roride rotondità di una natura morta avente protagonisti Pomodori sparsi su pieghettata tovaglia, oppure la fioritura di Girasoli in un campo delimitato da grandi alberature. La stessa franta, ma costruttiva ideazione, caratterizza le figure, rese nel silenzioso respiro di interno.
Più sciolta la descrizione penetra alcuni paesaggi, come Il Castello di Brescia o Sottobosco in au-tunno nei quali i colori fondamentali (azzurrino e giallo chiaro) riescono a produrre sinfonia di acco-stamenti lievi e intrisi di atmosfera.
 
BIBLIOGRAFIA
AA. VV., “L’arte lombarda in Valcamonica alle soglie del terzo millennio”, Pisogne, Galleria “La Tavolozza”, 2000.
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