Casalromano di Mantova, 9 giugno 1945.

Poche le note che possiamo offrire di questo giovane pittore che, iniziato a dipingere nel 196 1, si è affacciato alla ribalta delle mostre con una certa assiduità soltanto negli anni Settanta, partecipando a concorsi in Manerbio (1971), Verolanuova (1976), Montichiari (1969, 71, 73), Desenzano (1968), Ghedi (1973), per poi spingersi fuori provincia: a Vlllafranca (1969), Soresina (1975), allestendo personali a Gargnano (1972), Cremona (1973), Quinzano (1975), Manerbio (1977), Castrezzato e Brescia (1979). Tattile, è stata definita la pittura di Paracchini, con i suoi muri corrosi, manifesti della contemporaneità, tratti dai più disparati materiali e in grado di trasformare l'immagine in oggetto, sul quale l'autore ritrova , la voce del tempo che coniuga materia e vita. Un'operazione paziente, inconsueta per la nostra città, in un certo senso analoga alla ricerca che da anni porta avanti, ed i cui esiti ha presentato anche in Brescia, il noto Enzo Vicentini.
 
BIBLIOGRAFIA
L. SPIAZZI, «Piccola Galleria U.C.A.I.», Brescia, 28 aprile - 10 maggio 1979.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 5 maggio 1979.
AA.VV., «Brescia '80», Brescia, 1-11 maggio 1980.
E. FEZZI, «Galleria Il Poliedro», Cremona, 8-20 novembre 1980.
E. FEZZI, L. Paracchini, «La Provincia», 15 novembre 1980.
A. MAGLIA, L. Paracchini, «Vita cattolica», 16 novembre 1980.
 
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