Bologna, 22 agosto 1950

Presente a mostre con lo pseudonimo Suzan, è laureata all'Università bolognese.  In Brescia, dove si è trasferita sul fare degli anni Settanta, ha frequentato, diplomandosi nel 1968, il Liceo artistico «V.  Foppa» avendo a guida i pittori nostri Luciano Cottini e Carlo Pescatori. Affronta le prime prove in pubblico nel 1974, prendendo parte a collettive in Milano («Galleria Brera Arte», 1974), Napoli, Roma (Mostra Marc'Aurelio, 1975), Parma, Reggio Emilia (Mostra itinerante sulla Resistenza, 1976), Gardone Riviera, Brescia (1977), Padova (1978), Brescia ancora (Piazza della Loggia, Salone S. Filippo) nel 1979; Città del Mexlco («Galleria Pavo Real» e «Galleria La Fiorentina», 1980). Mostre personali ha invece ordinato a Brescia e Sirmione (1973), Milano e Vestone (1974), Brescia, Milano e Spoleto (1975), Brescia (1976), Suzzara (1977), Brescia ancora (1979), Mantova e Bolzano (1980). Autrice di varie pubblicazioni, fra cui «Un pensiero per un'immagine», poesie premiate con medaglia d'oro a Orvieto, è scultrice e appassionata di teatro. In possesso di varie tecniche, dall'acrilico all'acquarello, dal collage al pastello, alla tempera, la sua pittura è rivolta al motivo sociale, fondamentalmente al rapporto uomo-ambiente, con tutti i condizionamenti, le oppressioni che scaturiscono dall'impoverimento delle possibilità offerte a noi: morali e materiali. «Muoiono i miti - ha scritto Alberto Morucci - lasciandovi gli spettri terrificanti di una vita disperata, senza scopo, abbrutita dal dissolvimento».Nascono così figure e visioni espresse con fare tra l'espressionistico e il surreale, tele i cui titoli chiaramente denunziano l'assunto: Utopisticamente liberi, Un grande vuoto, piet;o di solitudine, Desideri repressi, Solit dine 2000, Il inanichino... Ben è stato osservato che Susanna Rossi affronta con tenace impegno le spirali intricate e impietose entro cui vortica, tormentato e svilito, l'essere umano sempre più travolto e sconfitto: dalle proprie contraddizioni e dal suoi propri impulsi autodistruttivi. Se a volte uno sguardo, un atteggiamento assorto, una mano tesa verso l'alto possono dirci d'un moto d'invocazione, più spesso le opere pittoriche di Susanna Rossi si animano per il tragico monito ad esse affidato.
 
BIBLIOGRAFIA
JO COLLARCHO, «Galleria A.A.B.», Brescia, 1973. (La stessa presentazione è riprodotta nei cataloghi delle personali a Milano - Galleria Pater - 1974 e a Vestone - Galleria la Perla - 1974).
«Avanti», 6 marzo 1974, Le cronache d'arte.
(P. Lucano), Da Afilano, «Alla Bottega», a. Xll, n. 3, maggio-giugno 1974.
A. MORUCCI, «Galleria Inganni», Brescia, 15-27 marzo 1975.
A. MORUCCI, Galleria d'arte, «Biesse», a. XV, n. 156, marzo 1975.
L. LAINATI, «Galleria L'Ascendente», Milano, 1975.
JO COLLARCHO, «Galleria La Longobarda», Spoleto, 31 agosto - 10 settembre 1975.
A. MORUCCI, «Galleria Inganni», Brescia 13-25 novembre 1976.
A. MORUCCI, Galleria d'arte, «Biesse», a. XVI, n. 175, dicembre 1976.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 22 marzo 1979.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 3 settembre 1979.
«Galleria C. Cattaneo», Brescia, novembre 1979.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 22 novembre 1979. «Galleria Teatro minimo», Mantova, 16-29 febbraio 1980. «La Saletta d'arte Gries», Bolzano, 25 ottobre 1980.
«L'Adige», 30 ottobre 1980, Una storia di Rossi.
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