Vobamo, I aprile 1947.

Giovane ancora, ha preso parte a collettive varie in ambito locale e regionale.  Autore di paesaggi e di nature morte.  Dalla visione del Garda trae la motivazione delle sue composizioni nella scia della tradizione figurativa.  Della realtà benacense coglie solitari angoli, ove un casolare, un uliveto si animano per il tratto accurato e penetrante.  Le luci effuse sfiorano ogni particolare della tela.  L'entroterra gardesano gli offre altresì architetture di ponti, di santuari e la sua tavolozza «è riempita da moti lirici soggettivi e da enfasi cromatica», mentre negli scanditi oggetti delle nature morte, nella frutta, nei funghi, nei fiaschi di vino, attraverso «l'apparato illustrativo, fra il reale e l'irreale... s'evidenze l'abilità nel disporre le cose con una certa vigoria di linea e di macchia», come ha osservato A. Marcianò.
 
BIBLIOGRAFIA
.A. MARCIANO, «Panorama d'arte '77», Magalini Ed., Brescia, 1977.
 
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