Chiari, 10 novembre 1936.

Pur avendo frequentato per qualche tempo lo studio di noto artefice clarense, può considerarsi autodidatta.  Sicuro disegnatore avvertito nella sanguigna e nella china, in occasione della sua recente mostra personale in città ha proposto una pittura figurativa dal tono impressionistico, rivolta al paesaggio e alla figura.  Sia nell'uno che nell'altro genere s'avverte l'esito di una ricerca mossa dall'attualità, sociale in particolare.
«Malinconia, tristezza e talvolta drammaticità si altemano in un significato emozionale che diventa altamente suggestivo quando la figura, inserita in ambienti deserti, soffre l'immensità della solitudine e del vuoto che la circonda».  Significativi, in tal senso, i titoli di alcune opere: Incomunicabilità, Disperazione nelle quali le figure effigiate sembrano ergersi a «simbolo» di condizione umana che è possibile avvicinare ogni giorno.  Un misto di commozione, di pietà che si fa specchio ai malesseri della esistenza, fino a divenire atteggiamento morale, denunzia.
A questa «trama» di opere suggerite da impegno umano e civile si altemano temi più sereni: i nudi di donna resi con plastica levità.
Presente a varie manifestazioni d'arte, Salvalai si è ultimamente evidenziato al Premio nazionale Caravaggio (1976), a Capriolo e ad Angolo Terme.
 
BIBLIOGRAFIA
S, MARCIANO, «Panorama d'arte 1977», Magalini Ed., Brescia, 1977, p. 216.  A. MORUCCI, E. CASTALDI, «Galleria Pallata», Brescia, 9-21 febbraio 1980.

 

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