Brescia, 2 luglio 1922

Poeta dialettale e pittore autodidatta; ha frequentato la Scuola Moretto.  Riceve incitamento e amichevole guida al primi passi nel campo dell'arte figurativa da Vittoiio Trainini e da Nino Boccato consolidando così una passione che colmò «le sue ore vuote durante la prigionia» negli anni 1943-1946.  Figura, natura morta, paesaggio sono state esperienze approfondite anche durante soggiorni in varie regioni, dalla Lombardia alla Campania: occasioni di studio di antichi maestri «visitati» in noti Musei e Quadrerie.
La presenza di Giovanni Scaramella in manifestazioni pittoriche prende palese avvio nel 1957, con l'affermazione nella Mostra Cooperatori.
Partecipa a collettive provinciali quali: l'estemporanea «Albergo Garibaldi» (1958); i Premi: Mompiano (1959), Autunno a Brescia (1966), S. Agata (1969), Collio (1970), Gussago (1971); varie mostre sociali della A.A.B.; esordisce anche in campo nazionale: a Roma e Milano (1971), Santhià (1972); rifiutando dopo quest'anno partecipazioni a concorsi.
Fra le altre, mostre personali ha allestito a: Crema («Galleria del libro», 1971), Montichiari («Saletta Stella», 1971), Castiglione delle Stivi - ere, Lumezzane, Gardone V.T., Canneto S/0 e Idro nel 1972; Desenzano (1971 e 74), Mantova («Galleria La Gritta», 1974), Brescia (1959, 60, 66, 69, 74, 80).  Se un tempo, accanto ai paesaggi si alternavano motivi vari: Nudo con an,fora, ad esempio, oppure Nudo triste, Caratide, Frutta falsa, oggi Giovanni Scaramella è conosciuto per le predilette sue vedute della città e della provincia nostre.  Scorci di lago e vicoli, per lo più.
Contraddistingue la sua pittura, fatta di minute, geometriche vibrazioni cromatiche, l'aspetto di mosaico, scandito dallo scuro, contornante segno «che l'Artista lascia con compiacimento emergere ad evidenziare la bellezza pura della forma... un ritmo poetico di una rima semplice e schietta, un pulsare di vena pittorica che non si avvale e non si appaga di facili effetti scenografici... ma una pacata ricerca di tono e di colore mai tormentato, sofferto sempre come tributo che l'Artista paga alla realtà o - meglio - a la Verità», com'ebbe a scrivere il critico Jo Collarcho.
BIBLIOGRAFIA
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E.CALZAVACCA, Arte, «L'Italia», 9 aprile 1959.
L.FAVERO, Arte, «La Voce del popolo», Il aprile 1959.
CIDA, «La Verità», 26 giugno 1960.
«L'Ora serena», 4 aprile 1966, G. Scara ella.
«Giornale di Brescia», 9 aprile 1966, Personale di Scaramella alla Loggetta. «Galleria A.A.B.», Brescia, 22 marzo - 3 aprile 1969.
V., S. Agata come via Margutta, «Giornale di Brescia», 29 aprile 1969.  G.V., Della tavolozza di Collio, «Giomale di Brescia», 25 luglio 1971.  JO COLLARCHO, «Galleria Gonzaga», Castiglione delle Stiviere, 1972. «Arte bresciana oggi», Sardini Ed., Bornato.
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L.SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 8 marzo 1980.

 

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