(CHICO) Grumello del Monte (Bergamo), 26 novembre 1945.

Insegnante di tecnica pittorica presso la Libera Accademia delle Arti dell'Istituto Wins Brescia, esordisce in personale alla A.A.B. nel 1969, ed alla A.A.B. ritorna negli anni 1972, 76, 79, presenziando anche a mostre collettive, così come in mostre collettive compare alla «Piccola galleria U.C.A.I.» nel 1980.
Accanto alle mostre locali, sempre più numerose quelle tenute all'estero e fra le quali si possono ricordare quelle ai Musei di Diisseldorf e di Monaco (1971), alla «Yorck Gallery» di Basilea (1974) alla «Whitechapel» di Londra (1975), alla «Kunstlerhaus» di Vienna e alla «Landes Galerie» (1976); all'EUR romana (1978), al Palazzo del Papi di Orvieto (1979).
A grandi linee, l'esito della produzione di Schinetti può essere raggruppato in tre cicli: I monumenti (1969-1972), I test (1973-1976) e il Teatro non immaginario (1976-1979) a seconda delle tematiche affrontate.
Fin dalla sua prima apparizione, il pittore rivela personale modulo espressivo, via via arricchendo le sue opere di ben definiti contenuti.
Sono tele «documenti di un autentico furore vitale, parossistico, tutto preso da se stesso, dal conflitto originario tra la violenza dell'Io e la realtà ostile; calato nel groviglio o nel labirinto della propria individualità prepotente, alle prese con tutti gli scontri, gli impatti, con tutti gli smarrimenti e le perdizioni di un mondo lacerante e lacerato», come ben ha osservato Elvira Cassa Salvi.
Se i Test avevano nei ritratti di anonimi e negli Autoritratti i dominanti motivi, nella fase ultima conosciuta (1976-1979) Schinetti affolla le sue tele di volti universalmente noti, Carrà, De Chirico, Mondrian, Bacon, Warhol e, ancora, Velicovich... fino al nostro Achille Cavellini: miti pel quali il pittore ha rispetto e disprezzo ad un tempo, per quel che sono o sono stati e per quel che di strumentalizzazione e mercificazione rappresentano di cristallo che rifrangono la ordinarietà
monotona delle cose in iridescenze cromatiche, così da ricreare e offrire agli occhi di tutti visioni di fantasie interessanti».
Così si espresse Schinetti in occasione di una sua mostra (1970); se l'espressione va interpretata per quello che le sue tele vogliono dire, in esse è riflessa anche la tipica modulazione tra futurista e cubista delle sue cromie: toni arrossati su fondi neri con i quali l'autore ha iniziato il «racconto della quotidiana avventura umana ricavata da una ricerca interpretativa nella psiche di questi, miei personaggi, del loro tormento, della loro alienazione, della loro solitudine, come, pure della loro volontà di essere: personaggi che non sono altro che il ritratto di noi, di tutti noi».  Com'egli stesso ci confida.
BIBLIOGRAFIA (bresciana)
C. SCHINETTI, «Galleria A.A.B.», Brescia, 14-26 febbraio 1970.
AA.VV., Disegno perché, «Galleria A.A.B.», Brescia, 28 aprile - 10 maggio 1973, Catalogo.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 15 febbraio 1974.
L. SPIAZZI, Mostre in città, «La Voce del popolo», 22 febbraio 1974.
«Galleria A.A.B.», Brescia, 20-30 novembre 1976, Invito.
AA.VV., «I Test di Schinetti», Catalogo s.d. (1976), esposto per mostre personali varie.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 27 novembre 1976.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 27 novembre 1976.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 16 novembre 1979.
L. SPIAZZI, Arte in (-ittà, «Bresciaoggi», 24 novembre 1979.
AA.VV., Per(,hé l'uomo viva, «Piccola galleria U.C.A.I.», Brescia, 29 marzo 1980, Catalogo.

 

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