Paitone, 9 agosto 1918.

Si conosce l'opera di questo pittore per quel che ne ha detto Alberto Morucci, che lo inserisce in «quel filone onirico che rivela immediatamente una sensibilità versatile e poliedrica, ricca di molteplici visioni, immaginate e descritte per l'intima necessità creativa, scaturita dall'impulso primigenio per modularsi poi in un fine equilibrio, non soltanto scenico-strutturale, ma equilibrio intimista nell'ambito di una vasta poetica intesa come rielaborazione fantastica della realtà, come apporto della propria condizione interiore di fronte alla operazione artistica.  I suoi dipinti, dedicati essenzialmente al paesaggio, risultano di una ambientazione nordica, d'oltralpe, specialmente per le architetture delle case immerse nella fiaba, nel racconto che, filtrato attraverso una cromia palpitante e tormentata, ma nel contempo serena e distesa, riesce a concretarsi in fluido lirismo, aperto ad un particolare dialogo, fresco di comunicabilità per un insieme di elementi fusi esemplarmente nella sintesi pittorica, ma ciascuno con una sua specifica forza, una sua eloquente importanza di rappresentazione».
Per quel poco che s'è veduto e per esemplificare l'esito pittorico di Mario Spinetti, ci sembra di poter soggiungere che i suoi paesaggi, le sue case antiche e rustiche immerse in folte boscaglie, poste al limitare di boschi rammentano panorami di antichi maestri che, delle mura e dei tronchi e delle folte chiome degli alberi coglievano ogni particolare.  Ne sorte una pittura che dell'elegia del mondo raffigurata fa il primo traguardo.
Giunto tardi alle esposizioni dei suoi quadri, Mario Spinetti ha partecipato ad alcune collettive provinciali ed ordinato mostra personale in città.
 
BIBLIOGRAFIA
A.MORUCCI, «Panorama d'arte '77», Magalini Ed., Brescia, 1977.

 

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