Brescia, 9 febbraio 1835 - 22 maggio 1909.

Di nobile famiglia, noto architetto, ha legato il suo nome ad insegni realizzazioni in città e fuori.
Lo si ricorda qui brevemente quale allievo della scuola comunale di disegno, di Giovanni Renica e studente all'Accademia di Brera dal 1856 al 1859.
Laureato in architettura, soprattutto in questo campo si è affermato, ma al suoi progetti giovarono non poco le doti pittoriche e le composizioni del lavori si impreziosirono delle «armonie coloristiche... che sorridevano anche in quadretti all'acquarello ch'egli dipingeva, a suo diletto, fondendo insieme architettura, figure, sfondi di paesaggio in animate scene di sapore romantico».
Disegni ed acquarelli ancor oggi custoditi dalla famiglia.
Fu anche insegnante nella Scuola comunale di disegno (1867) e lo si ricorda operoso in seno alla società dell'Arte in famiglia; impegnato nell'organizzazione di manifestazioni artistiche, membro di giurie, di comitati vari.
Non si ripete qui l'elenco delle sue realizzazioni architettoniche, per le quali non ha esitato ad avvalersi di affreschisti come Gaetano Cresseri e Arturo Castelli.  Autore del basamento su cui poggia la figura di Arnaldo, nell'omonima piazza, dal seri.  Ugo da Corno ebbe l'incarico di sistemare l'antica casa dei podestà veneti, al piede della rocca lonatese.
Una mostra di sue opere fu allestita a Palazzo Martinengo da Barco nel maggio 1910, ricorrendo un anno dalla scomparsa. («La Sentinella bresciana», 23 maggio 1910).
I quotidiani dell'epoca dettero risalto all'avvenimento che richiamò davanti alle numerose composizioni personalità della cultura e dell'arte.
Ugo da Corno tenne l'orazione inaugurale, in vece dell'arch.  Arcioni indisposto.  Della mostra, voluta dal figlio Giovanni, resta documentazione nell'opuscolo edito per l'occasione.
Trattandosi di architetto, più che pittore, si indicano soltanto le documentazione riunite in A.M. Comanducci, «Dizionario del pittori... italiani» e nella «Storia di Brescia».
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