Montichiari, I I luglio 1915..

Il ritratto di Teboldi ragazzo, composto da Giuseppe Mozzoni intorno al 1925, può dirci quanto precoce sia stato l'interesse per l'arte del giovane Guido che, del più anziano maestro ha lungamente frequentato lo studio e lungamente ne
è stato amico e discepolo.
E di Giuseppe Mozzoni, Guido Tedoldi continua a dichiararsi allievo, anche se la sua ricerca è stata fin dal primi passi frutto di autonoma applicazione.  Figurativo, autore di ritratti, paesaggi, nature morte, è vissuto un poco appartato
nella sua Montichiari.
Poco più che ventenne intraprende partecipazione alle rassegne sindacali, via via esponendovi Ritratto, Autoritratto, Natura morta, Paesaggio (1934), Caino (1938), Trebbiatrice, Autoritratto e Montichiari (1942).
Prigioniero durante il secondo conflitto mondiale, della terra d'Africa, dell'Egitto, dove è rimasto a lungo, ha ritratto numerosi aspetti, dal panorami con palme al porto di Ismailia, dal villaggio fatto di tende ai reticolati, a caratteristiche
figure arabe, a scene di battaglia...
Entrato nel «Gruppo B», operoso in seno all'Associazione Artisti Bresciani, nelle sale di via Gramsci espone in alcune occasioni; partecipando al tempo stesso a collettive provinciali a S. Pancrazio, Gardone Riviera, Salò, in Valtenesi...
Del 1968 è la sola mostra personale di Guido Tedoldi da noi conosciuta: alla «Galleria G.C. Abba» della nostra città esponeva circa sessanta dipinti
racchiudenti l'intero suo ciclo artistico.
I titoli dei lavori allora esposti confermano le molteplici possibilità del pittore, attratto da quanto gli è consentito di osservare, fedele documentarista di eventi vissuti anche personalmente.
Al paesaggi della natia Montichiari si alternano vedute del Garda, delle Grotte di Catullo, aspetti di architettura toscana; con le nature morte si allineano studi di figure come Bagnante, Modella nello studio, Maternità, Ragazza sul o à oppure Prigioniero di guerra; motivi sacri: Annunciazione, Emmaus, Caino... E composizioni di più libera inventiva come Il circo, Il mio canarino, La banda, il mio , il flauto, alle qual' si accostano episodi di vita campagnola: La semina, Pascolo, Mercato di cavalli... dove si afferma il caldo colorito posato sulla tela con fare impressionistico.
Guido Tedoldi ha trascorso la sua operosa vita lontano dalle mischie e dalle competizioni: se questo gli ha consentito di rimanere fedele a se stesso, non ha certamente giovato alla sua notorietà.  Anche se a lui non dispiace pagare tale prezzo per la scelta della «volontaria anarchia artistica» che ancor oggi lo regge e lo distingue.
 
BIBLIOGRAFIA
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P: FEROLDI, «Arengo», a. Vìll, n. I gennaio 1935.
«IV Mostra del sindacato prov.  B.A.», Brescia, 1938, Catalogo.
«V Mostra del sindacato prov.  B.A.», Brescia, 1940, Catalogo.
«VI Mostra del sindacato prov.  B.A.» Brescia, 1942, Catalogo.
«Il Popolo di Brescia», 17 maggio 1942, I Premi dell'Ateneo e B. S. Paolo.
AEQUUS, Nel mezzo e moderati gli artisti del Gruppo B, «Giomale di Brescia», 8 maggio 1947.
0.DI PRATA, La collettiva dell'associazione artistica, «Il Popolo», I I maggio 1947.
G.VALZELLI, Primavera a S. Pancrazio, «Giornale di Brescia», 12 maggio 1966.
G.VALZELLI, L'occhio dei bresciani sul Garda, «Giomale di Brescia», I I giugno 1966.
«Galleria G.C. Abba», Brescia, 16-28 marzo 1968.  Invito alla personale. «Giomale di Brescia», 10 maggio 1970, I premi di pittura Valtenesi.
L.SPIAZZI, Giro dell'arte, «Bresciaoggi», 13 dicembre 1980.
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