Adro, 22 dicembre 1915. Vive e opera ad Adro.

Medico di professione, pittore e scultore per ritemprarsi l'animo dalle angosce e dalle amarezze giorno dopo giomo avvicinate.  Un modo per rinvigorire la propria disponibilità.

Questo ci sembra il significato dell'attività artistica di Merino Tononi; e se nelle opere plastiche v'è il segno di rudezza, della escavazione riflettenti la grevità dell'esistere, nelle opere pittoriche s'afferma la fantasia, quasi liberatore canto.  Non a caso i soggetti prediletti sono i cavalli, disposti in gruppo, co iti in fremente libertà; tiri mondo incontaminato e fatto quasi Fiaba, anche pel colori che sanno d'affresco.

E con cavalli sono maschere, nudini, maternità, motivi sacri che «contrappuntano un mondo poetico nel quale si rìnvengono i segni di una inquietudine sottile, l'urgenza dell'essenziale, di affondare nell'intimo delle cose».  Gli arlecchini, poi, sem brano simboleggiare la solitudine.

Presente a numerose mostre collettive, anche indette nell'ambito professionale, fra le quali si ricordano: Mostra del medici artisti, in Torino (1954), in Legnano (1955), Chiari (1960), Castellammare di Stabbia (1962), Roma e Francavilla (1972), Brescia (1973), nello stesso anno si segnala al concorso interregionale «Europa Unita» indetto dalla «Galleria Simonetta» di Bergamo.

Nella medesima galleria ha ordinato la sua prima personale, seguita nel 1974 dalla seconda e, se non erriamo, ultima, presso la A.A.B.

BIBLIOGRAFIA

L. SPIAZZI - E CAMMARERI, «Galleria A.A.B.», Brescia, 2-14 marzo 1974.

 

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