Brescia, 15 aprile 1921.

Figlia di Arturo Verni (v.), nata quando il padre coglieva le prime significative affermazioni, ne ha seguito l'insegnamento, facendo propri non soltanto il modulo stilistico, ma anche le fonti di ispirazione.Non a caso, pertanto, è stato affermato che la continuità del suo serio discorso artistico è come un messaggio di sangue.La sua voce comincia a distinguersi nella ribalta pittorica non solo bresciana appena dopo il secondo conflitto mondiale, con presenze in collettive in seno alla A.A.B. e in Premi quali la Contea di Bormio (1964, 1965), Ravenna (1964), Rosalba Carriera (1965), Caprino Veronese (1965), il desenzanese «Ancora d'oro» (1968), Viareggio (1970).

Si ha nota di sue Mostre personali allestite a Brescia (Galleria del Corso, 1960; A.A.B., 1962, 64, 66, 69; Galleria A.P.I., 1963); Ginevra (1964), Vicenza e Bergamo (1977, 79), Desenzano (1980).

I comuni di S. Felice del Benaco e di Asola hanno invece destinato una sala per la esposizione permanente dì suoi dipinti, uno dei quali è presso la Galleria d'arte moderna della nostra città.Se nel riproporre il paesaggio nella maniera additata dal padre si ravvisa in Eugenla Vemi il tratto maggiormente ampio e riassuntivo, lungo il percorso della pittrice nostra si sono osservate anche alcune esperienze espressionistiche.Fonderia, Il forgiatore, del 1964, testimoniano di una ricerca personale, anche se suscettibile di sviluppo e di approfondimento.Ma il postimpressionismo sembra aver alfine,prevalso, soprattutto nella resa di piccoli paesaggi accuratamente composti e di sottile vena poetica incline alla malinconia.

Accanto alle predilette visioni del Garda si inseriscono altre, colte ad esempio sul golfo del Tigullio, a Campione, ai laghetti di Chizzoline o lungo l'Adige, nelle valli Trentine, o spiagge a lesolo, od a Lugano...

Nella via del naturalismo Eugenia Vemi ha perseguito il suo racconto pittorico, affidando alle tele «cicli emozionali che rispecchiano fedelmente stati d'animo suscitati dal costante contatto con il vero e il bello».

BIBLIOGRAFIA

«La Voce del popolo», 3 febbraio 1947, Arte.

«L'Eco di Bergamo», 2 maggio 1959.

«Galleria del Corso», Brescia, 2-13 maggio 1960.

E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 7 maggio 1960. (Si veda s.f. in data 4 maggio).

F.C.(alzavacca), Arte, «L'Italia», 8 maggio 1960.

«Il Mostra artisti bresciani», Galleria A.A.B., Brescia, 24 settembre ~ 4 ottobre 1960, Catalogo. «Nuovi orizzonti», dicembre 1960.

«Galleria del Corso», Brescia, 25 febbraio - 4 marzo 1961, Piccolo quadro, Catalogo. «Galleria del Corso», Brescia, 6-15 marzo 1961, Donne che dipingono, Invito. «Galleria A.A.B.», Brescia, 28 settembre - 10 ottobre 1962.

JO COLLARCHO, Galleria, «Biesse», a. III, n. 30, ottobre 1963. «Galleria A.A.B.», Brescia, 21 marzo - 2 aprile 1964.

E.C.S(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», I aprile 1964.

JO COLLARCHO, Galleria, "Biesse", a. TV, n' 35, marzo 1964.

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A.MORUCCI, Galleria d'arte, «Biesse», a. V, n. 47, aprile 1965.

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E.MARCIANÒ, «Galleria A.A.B.», Brescia, 8-20 marzo 1969.

E.C.S(alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 21 marzo 1969. «L'Eco di Bergamo», 3 luglio 1972.

«La Nazione», Firenze, 4 settembre 1972.

«Il Telegrafo», Livomo, 10 settembre 1972.

A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», Ed.TV, (1972).

AA.VV., «Galleria La cornice», Desenzano, 5-17 luglio 1980.

 

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