Ossimo, 8 settembre 1941.

Come autodidatta si avvicina alla pittura sul far degli anni Sessanta; ma i suoi interessi si estendono anche alla vita sociale e culturale della Valle in cui vive.Collabora per anni al Centro preistorico camuno, interprete di iniziative varie, fra cui mostre d'arte.Nel 1970 è membro del Comitato per il restauro della cinquecentesca Pieve di Pisogne.Autore di scoperte archeologiche.

Successivamente frequenta l'Ecole National superieure de B.A. di Parigi, dove studia affresco, mosaico, disegno; e nella capitale francese si iscrive all'Accademia «Henri Goetz» dove affronta le tecniche del bulino, puntasecca, acquaforte.

Segue una pausa di riflessione durante la quale ha contatti con noti operatori artistici.

Nel 1973 consegue il diploma di Maestro d'arte presso l'Istituto di Guidizzolo, indi si iscrive all'Accademia Carrara di Bergamo, dove ha modo di approfondire le tematiche a lui congeniali. -

Fin dai primi anni Sessanta aveva intrapreso anche intensa attività espositiva, nel Bresciano e in lontane località.Fra le significative presenze a collettive si possono almeno citare la Mostra nazionale d'arte contemporanea di Cinisello Balsamo, i Premi «Bugatti» di Nova Milanese e di Bergamo (1965), la rassegna nazionale d'Arte sacra di Perugia, il Premio Ardesio (1966), le Mostre nazionali d'arte moderna di Milano, della piacentina «Galleria d'arte 14», di Nova Milanese ancora, quella d'arte sacra di Perugia (1967) e quelle d'arte moderna del Museo civico di Milano, di Roma, di Firenze, di Cremona e di Napoli (1969).Ancora i Premi Cremona, S. Ambroeus di Milano, quello di Cesena, nonché le collettive a tema, come «Immagini del nostro tempo» (Milano, 1970), di pittura, scultura e grafica di Roma (1971-72) o di Mosaico e architettura (Parigi, 1972).Nel 1975, da E. Gian Ferrari è inserito nella rassegna "Amici del lago Moro".

Fra le manifestazioni bresciane un cenno almeno per i premi di Pisogne e Monticelli (1964), Gussago e Desenzano (1966), Cellatica, Monticelli (1967), Suizano, Montichiari (1969) località tutte in cui iitoma in successive occasioni, meritando premi e segnalazioni; né vanno sottaciute le adesioni ai vari concorsi in Brescia, quali il S. Agata o le mostre sociali della A.A.B.

Allestita la prima mostra personale a Breno, nel 1963, Giancarlo Zerl@a altre ne ha ordinate a Iseo (1964), Breno (1964, 70), Boario (1975)... per giungere a quelle di Brescia (1970, 74), Bovezzo (1976), su su flno alle vicine di Venezia (1979) e di Messina (1980).

Se nelle prime opere inchiostrate è stato ravvisato influsso di Franca Ghitti, già da allora era però presente «una forza segreta, un intimo fermento» in seguito divenuti ansia di cogliere episodi d'una realtà pressoché ignorata: le Lavandaie, Il vecchio, Il vantato erano figure tutte vestite di povertà, quasi simboli d'una valle che il pane lo trae dalle viscere della terra.Visioni in cui si evidenze la capacità di Zerla di accostarsi con intensità e amore al motivi proposti.Una adesione via via penetrata (anche attraverso i sintetici e possenti animali) tradotta in composizioni dal personaggi squadrati «tagliati nella roccia, gli spazi definiti da molteplici riquadri come per riprendere particolari momenti, e le figure libere da schemi inserite tra queste intelaiature, talvolta finestre, talvolta rozzi balconi.Figure meste nei loro atteggiamenti d'attesa.C'è una tristezza relativa alla dura vita dei montanari, ma forse c'è l'inquietudine dell'autore», come ha proposto Riccardo Licata.

E come dapprima Zerla coglieva i suoi personaggi in consueti atteggiamenti, nei movimenti e nei momenti quotidiani per innalzarli a significato di vita, ora sembra volerli disporre entro uno scenario milienario dedicato alla «sua valle fatta monumento».Staticità che va ormai oltre il racconto, oltre la episodica illustrazione.Particolare cenno meritano le «montagne dipinte», grandi figure affidate alla viva pietra e quasi scomparse: ne rimane ricordo solo in alcune diapositive.

BIBLIOGRAFIA

Sta in:

«Arte bresciana oggi», Sardini Ed., Bomato, 1972.

Si veda inoltre:

«Giornale di Brescia», I settembre 1963, @7n pittore camuno.

G.V., Giovane pittore a Breno, «Giomale di Brescia», 28 agosto 1964.

G.V., Alla mostra del Premio Monticelli, «Giornale di Brescia», 25 luglio 1965.

G.V., Mostra di G.C Zerla a Boario, «Giomale di Brescia», 28 agosto 1965.

«I Concorso autunno a Brescia», Enal, Brescia, 17 ottobre 1965, Catalogo.

  1. VALZELLI,Novanta pittori per l'Enal,«Giornale di Brescia», 18 ottobre 1965.

«III Premio Cinisello Balsamo», Cinisclio, 1965, Catalogo.

G.V. Paesaggio e arte a Montit,elli, «Giornale di Brescia», 15 settembre 1967.

«Gli anni '60 dell'arte italiana», Piacenza, Voi.I (1968).

  1. VALZELLI,Mostra a Gussago,«Giornale di Brescia»,4 ottobre 1969.

«Pittura italiana contemporanea», Firenze, 1969.

G.V., Gli amici del Car(jl attorno a Zerla, «Giornale di Brescia», 4 gennaio 1970.

  1. VALZELLI, «Galleria A.A.B.», Brescia, 28 febbraio - 12 marzo 1970.

E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 8 marzo 1970.

  1. POLONI,G.C Zerla,«La Voce dell'automobilista», a. XXII, n. 2, luglio 1972.

«Galleria A.A.B.», Brescia, 16-29 marzo -1974. (Allegato testo di G.P. Pedersoli e esteso curriculum).

L.SPIAZZI, Giro dell'arte, «Bresciaoggi», 27 marzo 1976. «L'Arte italiana del XX secolo», Bologna, Voi.VI, (1977).

R.LICATA, «Il Segno grafico», Venezia, ottobre 1979.

L.SPIAZZI, Giro dell'arte, «Bresciaoggi», 3 novembre 1979.

D.T. Sulla roccia delle Colombine, «Giornale di Brescia», 30 agosto 1979."Il segno grafico", Messina, 1980.

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