Brescia, 5 luglio 1861 - 30 marzo 1939.

Di Innocente e di Giuseppina Raineri; il padre orefice, di agiata famiglia la madre, nella signorile casa di via A. Monti 18, offrono a lui e alla sorella Amalia ogni conforto materiale e intellettuale.

La guida di Luigi Campini, nella scuola detta di S. Cassiano, gli offre i primi elementi dell'arte.La prematura morte del padre (1879), la inopinata scomparsa della sorella (1882) segnano l'esistenza di Amaldo Zuccan', chiamato a responsabilità che lo distolgono dalla passione pittorica.

Non a caso è stato definito «ammirevole autodidatta», perché l'arte per lui fu conquista nelle ore libere dall'insegnamento, dalla collaborazione a giornali e riviste, frequentando artisti con i quali condivise ansie e aspirazioni.

Nel 1887, dopo il matrimonio con, Oliva Biemmi, sembra ritrovare la forza di dedicarsi interamente alla pittura e numerose seguono le partecipazioni a mostre, soprattutto in seno alla Società dell'Arte in famiglia, accanto al più noti artefici nostri.

Sono di quegli anni Mattino di settembre; nel 1892, a Ferrara coglie il maggiore successo con Domine non sum dignus; assonante all'opera premiata è In cantoria.Scandite nel tempo, altre note composizioni: del 1900 Mattino esposto accanto a opere di Soldini e Pasini; contemporaneo Triste è l'animo miofino alla morte, che tuttavia non riscuote la comprensione di giuria milanese, a Brera.L'attività pittorica in quest'ultimo scorcio di secolo si alterna a quella di disegnatore e di caricaturista per «Guasco», periodico diretto da Angelo Canossi.

Giardino di via A. Monti, del 1903 circa, riflette la serenità familiare del pittore, che nel dipinto ritrae il figlio Amleto.Dapprima insegnante e quindi direttore della Scuola Moretto, per i meriti artistici, per la competenza dimostrata, è chiamato a far parte di varie commissioni; nel 1916 eletto Socio dell'Ateneo civico e nominato cavaliere della Corona d'Italia.

Ma la figura dell'artista, conclusa la prima guerra mondiale, sembra offuscarsi e Zuccari, cedute le proprietà ereditate, è costretto a lasciare l'avita casa di via Monti per il nuovo domicilio di via Tosio 12.Sarà assunto presso la Biblioteca Queriniana come «applicato pittore avventizio» e solo raramente il suo nome ricompare nelle cronache artistiche.

Una di queste occasioni è la retrospettiva dedicatagli nel 1927 dai fratelli Campana; nel 1934 farà parte del Comitato ordinatore della rassegna sulla pittura bresciana dell'Ottocento.

Solo dopo la sua scomparsa Brescia gli dedica una rassegna dove erano riuniti i più significativi dipinti.

Accostati, si rividero così Domine non sum dignus, Triste è l'animo mio fino alla morte, quindi Paolo e Francesca, Una tentazione di S. Antonio, paesaggi vari intrisi di un senso profondo di religiosità.L'orizzonte pittorico di Amaldo Zuccari si espande se accostato a opere di Sernesi, Abbati o di Guglielmo Ciardi rammemorate da Sopraponte, Presso la chiesa, Meriggio nebuloso; le coincidenze si fanno maggiormente evidenti col Faruffinl (Bozzetto storico, La morte di Alessandro De Medici, Felicità disturbata) ma la eco derivata dai più noti artisti nulla toglie alla sìngolarità della poetica affidata da Arnaldo Zuccari ai dipinti che Domine non sum dignus sembra condensare ed esaltare per consegnarsi alla esemplare pittura dell'Ottocento.

Altri lavori sono ricordati in cataloghi vari: Prime osservazioni, del 1903, S. Pietro in Oliveto, Ruderi di via Musei, Raccolta delfieno, Contadino con fascina, mentre l'autore di opere sacre o storiche è ravvisabile ancora in Nello studio, Funerale di Ofelia, I profanatori del tempio, Annunciazione, nei vari bozzetti del Cristo.

BIBLIOGRAFIA

Sta in:

  1. LONATI, «Amaldo Zuccari», Giorgio Zanolli editore, Brescia, 1980.

 

 

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