Brescia, 9 ottobre 1834 - Bordeaux, 15 settembre 1899. 

Dapprima allievo di Rottini e dello Joli; vinto un concorso di figura all’Accademia di Brera, fu quindi alla scuola dell’Ayez. Ma spirito inquieto, si dedicò allo studio del vero, guardando anche alle opere di Giuseppe Canella e di Migliara, risalendo così al paesaggio olandese. Lo spirito avventuroso lo porta a prendere parte alle campagne per la Indipendenza italiana. Nel 1869 è in Francia, ed a Parigi espone al Salon; nel 1870 combatte contro la Prussia.

Ma altri paesi visita, in Europa e in America. La sua pittura, secondo N.F. Vicari, poco conosciuta, lo pone tuttavia all’avanguardia: “disordinata, a scatti, sorretta da un senso colorico moderno, prelude direttamente al grande Filippini”.

Le affettuose note redatte da Nino Fortunato Vicari negli anni Venti del Novecento solo di recente sono state integrate da apporti che irraggiano maggiormente l’opera e la personalità di un pittore che con ardore coniugò arte e amor patrio. Nonostante Amus abbia vissuto lungamente in Francia, stabilendosi prima a Bordeaux, poi in Bretagna e Normandia, non ha attenuato i rapporti con Brescia dove ebbe amici ed estimatori.

L’ambiente nordico rivive nei suoi dipinti e i paesaggi bretoni, le marine dell’Atlantico solcato da pescherecci minacciati a volte da naufragio contro le coste pervenivano anche nella nostra città, congiuntamente a visioni montane. Sembra addirittura che un mercante d’arte gli abbia commissionato panorami dei Pirenei.

Nel 1861 a Firenze aveva esposto un grande quadro raffigurante la marcia dei garibaldini verso lo Stelvio, ma la testimonianza pittorica dell’Amus si è estesa ad altri episodi delle battaglie risorgimentali alle quali fu partecipe. Recente l’acquisizione di quattro tele evocanti la vittoriosa battaglia di Magenta, un accampamento di garibaldini piemontesi alle pendici delle Alpi, l’assalto vittorioso dei bersaglieri piemontesi contro gli austriaci nella battaglia di San Martino e lo scontro tra i piemontesi e gli austriaci presso il Santuario della Madonna della Scoperta, il 24 giugno 1859. Ciò porta a ricordare che l’artista soldato a San Martino subì la cattura da parte degli austriaci: trasferito a Venezia, operò una rocambolesca fuga, raggiungendo la casa di Brescia in via Tosio, accanto all’Ateneo che lo iscrisse fra i propri Soci corrispondenti nel 1878.

Un decennio dopo, Amus si spense in ospedale.

BIBLIOGRAFIA

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N.E. VICARI, Eugenio Amus, “Il Popolo di Brescia”, 24 novembre 1926. (Riprodotto in “Ricordo di N.E. Vicari, in arte M. Refolo”, Tipolitografia Geroldi, Brescia, 1964. 

COMUNE DI BRESCIA, “Pittura bresciana dell’Ottocento”, Brescia, 1934. Catalogo.

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G. NICODEMI, La pittura bresciana dell’Ottocento, “Emporium”, Vol. 80 (1934), p. 37.

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CASTELLETTI - SELVAGGI, “Un secolo di pittura”, Vol. I.

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R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.

R. FERRARI (a cura di), “E. Amus”, Desenzano, Palazzo Todeschini, 24 settembre - 1 novembre 1994.

L. ANELLI, Eugenio Amus, spirito guerriero, “STILE Arte” n. 72, ottobre 2003.

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