Milano. 31 agosto 1941. 

Presente nella nostra città dal 1988, vi è giunto con alle spalle studi condotti presso il Liceo artistico “Beato Angelico” e alla Scuola di nudo dell’Accademia di Brera in Milano.

Vissuta l’esperienza della pittura condotta nel rispetto della tradizione figurativa, Bergamaschi si è poi confrontato con l’arte informale e concettuale giungendo a esiti per un certo verso inediti. È seguito un periodo in cui accanto all’esempio espressionista del colore sono intervenute figure emblematiche, come gli angeli guerrieri o altri personaggi dell’immaginario collettivo di chiara impronta surreale. Si è poi inoltrato nella ricerca proposta dell’arte povera, sostenuto in ciò dalla convinzione che attraverso i materiali usuali, “poveri” ricuperati dalla quotidianità si articola un vero confronto tra il mondo e l’interiorità di chi opera. Fra gli oggetti inseriti nella sua produzione anche i bancali usati nei magazzini per poggiarvi le merci, facendo così espressione pittorica che, attraverso ulteriore avanzamento fa emergere la stagione della “negata”, con opere contrassegnate con la X dall’evidente contenuto simbolico. In quella X l’autore racchiude molti significati, dalla croce di S. Andrea al voto, ed ecco che i suoi fogli di giornale, le pagine dei libri, le vecchie fotografie vengono traversate dalla X cromatica, un cromatismo a volte talmente trasparente da lasciare emergere i tratti delle stampe e delle immagini sottostanti: la realtà sottratta alla banalità dell’apparenza e restituita a significato autentico. Sono toni compenetrati di gialli, rossi, azzurri diluiti, delineanti un segno incrociato che non vuol essere solo “negazione”. Dice bene Pia Ferrari che l’elemento artistico è minimale…perché sulla superficie stampata coesistono i linguaggi dell’arte e della comunicazione, in un sistema segnico strutturato che annulla la cronaca e l’effimero.

La maturazione artistica di Bergamaschi è ripercorribile attraverso il percorso espositivo risalente alla prima mostra personale tenuta in Tremosine nel 1988 e proseguito a Trento (Galleria 9 Colonne), Brescia (ex chiesa di San Zenone), Tremosine ancora (Biblioteca civica) nel 1990, Milano (Galleria “Lo Spazio 2”, 1991), Limone (1993), Toscolano Maderno (1994), Brescia (Galleria “L’Aura”, 1995), Pisa (Galleria “Il Prato dei Miracoli”, 1996), Cecina (2000), Brescia (Galleria “AAB”, 2002).

Assai copioso poi il frutto di partecipazioni a mostre collettive, premi a concorsi che dal 1990 hanno proposto opere in oltre settanta località regionali, nazionali ma anche straniere, da Chicago a Parigi a Rochester, Berlino, Vienna…proponenti l’autore come singolare interprete della contemporaneità.

BIBLIOGRAFIA

P. FERRARI, P. LORENZI, “Negate. Gianfranco Bergamaschi”, Brescia, Galleria AAB, 16 novembre - 4 dicembre 2002.

G. GALLI, Bergamaschi, la X sul mondo, “STILE Arte” n. 63, novembre - dicembre 2002.

 

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