Pisogne, 1944. 

Vissuta, giovanissimo, esperienza lavorativa a Milano, a ventisei anni ha fatto ritorno al luogo natio cui lo lega indissolubile sentimento. Ma solamente a quarant’anni, nel 1984, ha iniziato a ritrarlo pittoricamente, incoraggiato dall’amico Rik Soardi.

Lungo, silenzioso il periodo di apprendistato, finché compiuti i corsi tenuti dal maestro Emilio Del Prato, ha intrapreso intensa attività creativa utilizzando tecniche diverse, dall’olio all’acrilico all’acquarello prediletto, perché congeniale al suo fare spedito, definitivo. Prevalentemente paesaggista non disdegna la natura morta con la policroma armonia floreale; pittura non immune dall’esperienza impressionista, la sua, ove le campagne innevate, gli specchi d’acqua si animano della teoria di alberi spogli e scuri di contro all’algido candore o al fulgore di fioriture. Allora la tavolozza si fa cangiante e meno descrittiva per cogliere nel motivo ispiratore l’alito mormorante nell’atmosfera.

Presente a rassegne regionali e provinciali, la sua partecipazione è maggiormente evidente in seno alla nutrita compagine di artisti (pittori, scultori, incisori…) gravitante attorno alla pisognese Galleria “La Tavolozza”.

BIBLIOGRAFIA

AA. VV., “L’Arte lombarda in Valcamonica alle soglie del terzo millennio”, Pisogne, Galleria “La Tavolozza”, 2000.

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