Vobamo, 1945

Isaia Mabellini, in arte Sarenco, con Mario Alborali operoso a Puegnago sul Garda, è fra i più noti esponenti di quelle inedite poetiche prepotentemente balzate alla ribalta anche a Brescia negli anni Sessanta.  Anni in cui anche Alborali ci è conosciuto: per aver dapprima operato nella linea figurativa tradizionalmente intesa, per essere approdato poi a formule gestuali dinamiche che lo allontanano dal campo qui trattato: mezzi espressivi con i quali ha platealmente rotto.
Sono gli anni in cui più evidente appare la somma di nuove esperienze stilistiche; e l'individualismo si innesta su un collettivismo caotico forse, proiettato in tutte le attività umane ma capace a volte di scuotere, ed anche in arte, la tradizione.  Sarenco, la cui attività ricordiamo in particolare per aver fino a mezzo degli anni Settanta preso a prestito capolavori figurativi quale supporto della operazione critica, evolutasi poi in campi più ampi, era allora studente in filosofia; si fa particolarmente notare non soltanto per le mostre collettive a cui partecipa, per le personali che ordina nelle bresciane Gallerie Zen, La comune, nello Studio Denza di Rezzato, ma anche per la edizione di riviste quali «amodulo», «lotta poetica» o di libri e di films.
Poeta visivo, secondo Rossana Apicella, la vera «straordinaria proposta del discorso poetico di Sarenco fu la puntualizzazione, in forma creativa ed espressiva, dello strumento singlossico, la singlossia.  Cioè, una forma espressiva sincronica.- che pulsa quindi all'unisono con il tempo nostro di inquietudini e di tumulto.  Inserito nella schiera dei poeti visivi, Sarenco propone manifesti murali tesi a rompere la solitudine del poeta, per fame un interprete partecipe, vivo della contemporaneità.
Se in alcune composizione v'è denunzia, in altre emergono irrisione, sarcasmo, ma anche una «strafottenza» che non sempre giova alla efficacia di quei «gesti rivoluzionari», per confinarli in un clima non sempre terso.
L'attività assidua consente a Sareneo di allestire numerose mostre personali a Brescia e provincia; fra le altre località si possono ricordare Venezia (1966, 1973), Sanremo (1977), Firenze (1970, 74), Berna (1971, 72), Milano (1972), Bari (1974), Verona (1978), quest'ultima inserita in vasta esposizione.
Se la presenza al Museo di Castelvecchio (1978) ha rappresentato un consuntivo dei cinquanta numeri di «lotta poetica» (1971-1975), rivista diretta da Sarenco e da Paul de Vree, la bresciana mostra del 1980, ordinata attingendo dall'archivio Denza, poneva in rilievo la personalità di Sarenco, ma soprattutto «ripercorreva ancora una volta i fili che legano le ormai lontane radici futuriste, dadaiste, surrealistiche agli sviluppi della poesia concreta, della poesia visuale, fino alla poesia visiva, con gli accenti molto diversi che la caratterizzano».
Opportunità di osservare altresì che questa ultima espressione sia pure «con le più apprezzabili intenzioni, realizza in sostanza manifesti di lotta politica in cui figure e parole riprendono, sia pure in forma di scorcio, di sintesi estrema, la loro antica funzione di illustrazione con didascalia».
 
Ma in quelle illustrazioni resta il segno di una rottura palese, provocatoria che, secondo Gillo Dorfles, si tramuta in «esemplare atto di fiducia nel valore delle idee, più che in quello delle opere».
Accanto alla «operazione» visiva, Sarenco porta avanti una ricerca «sonora». 176
 
BIBLIOGRAFIA (bresciana)
«La poesia degli anni '70», Brescia, Mastio visconteo, Castello, 13 settembre - 10 ottobre 1970.  R. APICELLA, «Studio Brescia», Brescia, 8 febbraio 1974.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», I marzo 1974.
G.BENEDETTI, «Il Posto», Sanremo, 14-26 febbraio 1977. (Con M. Alborali).  AA.VV., «Museo di Castelvecchio», Verona, marzo 1978.
L.SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 4 marzo 1978.
R.LONATI, «Mezzo secolo di testimonianze sulla pittura bresciana del Novecento: 1920-1970».
Fip.  S. Eustacchio, Brescia, 1979.
E.C.S(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 13 gennaio 1980. «Arte bresciana oggi», Sardini Ed., Bornato.

 

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