Travagliato, 19 marzo 1937.

Ha affinato le innate doti partecipando ai corsi di nudo della Associazione artistica di via Gramsci; frequentando i fratelli Mario e Gabriele Gatti del quali ha seguito i consigli amichevoli; ma, come avverte Giannetto Valzelli, attinge prima di tutto a un ardore che si impregna di umiltà e di sperimentazione, nella pratica affettuosa di incontri e di persone, nella simpatia che gli viene dall'estro e dal lavoro.
Attratto dagli oggetti umili della realtà contadina, ne fa i protagonisti di numerose composizioni, mentre la fantasia lirica si alimenta del panorama offerto dalla natia terra, soprattutto quando una manciata di neve attutisce i rumori e definisce ' d' strade e case.
Nascono così armonie di linee suggerite da bricchi, da bottiglie e da frutta composti con chiari toni; mentre i paesaggi si animano di figurette a ricomporre attimi di vita comune.
E figure ricompaiono in studi di vecchie, di fanciulle, nei ripetuti Autoritratti «che cercano di fissare acutamente l'osservatore».
Un modo di soffermarsi in tutte le strade; di colloquiare con quanti conoscenti e amici incontrati in quelle strade, lieto, il pittore, come pellegrino di scoprire nei colori la sua felicità.
Presente ad alcune collettive provinciali, quali i Premi Collio, di Travagliato e località vicinori, Giuseppe Scalvini ha allestito mostre personali a Brescia, negli anni 1974 e 1977.
 
BIBLIOGRAFIA
G.V., Della lavolozza di Collio, «Giornale di Brescia», 25 luglio 1971.
G.VALZELLI, «Galleria A. Inganni», Brescia, 21 dicembre 1974 - 2 gennaio 1975. «Galleria A. Inganni», Brescia, 1-13 maggio 1977.
L. SPIA-ZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 7 maggio 1977.

 

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