Brescia, 17 novembre 1862 - 18 novembre 1936

Arnaldo Soldini, più d'altri pittori concittadini ha avuto estesi ed autorevoli saggi utili ad una sua collocazione nella storia pittorica bresciana, ma le valutazioni espresse basavano sull'affettuosa memoria più che su dati probanti e analisi critica della sua opera.
La esposizione iseana del 1972, col testo illustrativo di Gaetano Panazza ha aperto la via alla conoscenza d'un artista fino ad allora in ombra.
Da Giovanni, originario di Leno, e da Santa Trenchi nasce Carlo Amaldo Soldini, terzo di sette fratelli.  Il padre, impiegato, si arrabatta per sostenere con dignità la famiglia e non accetta di buon animo le velleità del giovane Amaldo.  Lo fa ragioniere e alfine consente si avvicini a Luigi Campini per studiare pittura.  Spronato a interpretare il vero, eseguisce alcune opere a Marcheno e ne espone una parte da Coen.  Ha da poco superato i vent'anni.
La predilezione per le vedute montane si evidenze con la partecipazione a mostre bresciane dove compaiono Pioggia in montagna, Capodiponte, Vespro in Valle Camonica (1886 circa) che lo pongono nella esperienza del Lombardi.  Nel 1887 il municipio acquista Valle Trompi , mentre appassionati acquistano Valle di Esine e Inverno. Frequanta le mostre dell'Arte in famiglia e i giudizi riscossi sono più che lusinghieri.
Ciò non di meno, dal 1890 al 1895, per motivi familiari, deve lavorare come impiegato.  Presenzia tuttavia a esposizioni del Circolo artistico (1892), e poco dopo è invitato alla Biennale veneziana (1897). li dono di un appassionato risolve le necessità materiali del pittore, che si vede nominato beneficiario d'una casa in via X Giornate.
Vi abiterà fino al 193 1, anno in cui si trasferisce in un appartamento di via Montenero 1, dove morrà.
Dal 1898 sue opere sono a Fianco di quelle del maggion' nostri: da Venturi a Filippini, da Bertolotti a Rovetta, da Castelli a Cresseri.
Nel 1899 è di nuovo invitato alla rassegna internazionale di Venezia, dove espone Paesaggio alpestre, ora al Museo Revoltella di Trieste.
Ormai non è Più Possibile seguire tutte le presenze di Soldini in mostre bresciane e di fuori: ed i titoli dei dipinti si susseguono: Dopo una tempesta, Inverno in Valcamonica, Neve e acqua, realizzati intorno al 1910, anno in cui è eletto Socio dell'Ateneo civico.
Altri sono: Malga di Baitone, Grandinata a duemila ineti-i, Primavera in montagna, Alba in montagna, Tramonto in Val di Scalve, l'Autun o, Catapec,c,hie a Cimbergo, Triste primavera, Viene il temporale, Mattino alla nialga, Rose di Natale, Case abbandonate, Nevicata, Torrente, Dintorni del Mella e rappresentano parte della produzione nel primo decennio del Novecento.
La Permanente milanese accoglie il pittore nostro nel 191 1, la Pinacoteca bresciana acquista Vette alpine e la notorietà raggiunta da Soldini gli consente di essere nominato membro della Commissione igienico edilizia (1914).
Concorre anche alla buona riuscita della mostra allestita in Milano per onorare lo scultore Domenico Ghidoni e più volte fa parte della Giuria incaricata di assegnare i Premi Magnocavallo.
Anche durante il primo conflitto mondiale Soldini si rivela attivo: Primavera della montagna nel 1916 entra a far parte della collezione civica, mentre altre opere sono acquistate in occasione di mostre: Poggio.fiorito, Marzo, Cantuccio. Cascata di Barbellino, espota nel 1918, Veduta di Ome, Paesaggio di Valle Trompia esposte nel 1921 all'Arte in famiglia.
Poco oltre i motivi ritratti sono prevalentemente dell'Iseo (dal 1924 circa), ma l'ispirazione cede alla meticolosa esecuzione e raramente il palpito vivificatone riaf'fiora.
V'è qualche sussulto, come in Il lago d'Iseo da Montisola esposto alla Triennale bresciana del 1928, ma l'ultimo guizzo il pittore lo ritrova con il ritorno alle Valli.
Nel concludere questa nota val ricordare alcune opere che dicono quanto Soldini fosse apprezzato anche dal collezionisti: Piaz etta del villaggio, nel 1896 fu venduta per cinquecento lire; Case in montagna a trecento nel 1903; Inverno fu acquistato dal Duca di Genova, mentre v'è chi afferma che il nome di Soldini figurò in mostre a Monaco e Leningrado, e sue opere restino in collezioni estere.  Opere tutte in cui, come è stato scritto, la sincerità del sentimento reca con sè nota vitale che non muta: sentimento trasfuso nel paesaggi, lieti o malinconici, ai quali la memoria dell'Artista nostro s'affida e che a volte si dissolvono del contenuto materiale in un mondo di estasi dello spirito.
Sia pure episodicamente fu affreschista, come a Monte S. Elia, nel pavese, dove una chiesetta dedicata a S. Carlo è stata da lui illegiadrita.
 
BIBLIOGRAFIA
La bibliografia essenziale sta in:
G.PANAZZA-0.  VALETTI, «A.  Soldini», Galleria d'Arte dell'Agenzia Aut. di Soggiomo di Iseo, Catalogo mostra, 9 settembre - 15 ottobre 1972.
La bibliografia generale sta in:
R.LONATI, Artisti di casa nostra, A. Soldini, «L'Ogliolo-Bresciaieri», a. IV, n. 5-10, maggio-ottobre 1978.
 

 

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