Dizionario dei Pittori Bresciani
  • INIZIO
  • ELENCO PITTORI
  • VERSIONE ESTESA
  • Inserimento o modifica

CASOLINO SARTI BRUNETTA

Secolo XX.
Ci rammarichiamo di non saper illustrare adeguatamente l'attività creativa di questa nostra scultrice. la cui operosità si dipana intensamente per più di vent'anni. Operosità i cui frutti incontriamo in occasione della Mostra del sindacato provinciale di B.A. in Brescia nel 1938, quando vi hanno figurato A l'C Maria e Bamhino. L'AIITori-Trallo è accolto nella successiva edizione della mostra sindacale (1940), anno in cui Brunetta Casolino ha il privilegio di veder accolta una sua composizione alla Bienna-le internazionale di Venezia: conferma d'una natura espressiva che indugia sui valori tattili dei suoi poetici ritratti, come ha osservato Bianca Spataro nella "Storia di Brescia".
Anche la successiva mostra sindacale bresciana, del 1942, allinea due opere, Mio mariTO e C/'O('c/'Ossina, mentre alle prime mostre della Società arte e cultura di via Gramsci, divenuta poi Associazione artisti bresciani, a confermare gli intimi senti-menti dell'autrice. i nobilissimi suoi moti sono altre opere, a volte sfiorate da deformazione che non compromette però la complessiva resa. Alla A.A. B. la Casoli-no aderisce fin verso i primi anni Sessanta. quando fra i soci espositori è la sola scultrice: presenta Crco/a, fra le altre opere la più apprezzata.

CASOTTI EVANGELISTA

Secolo XVI.
Secondo scheda ms. di Luigi Dedè, il nome di questo lapicida, figlio di Picino originario di Bornato, ricorre in atto notarile del 17 novembre 1566, all' Archivio di Stato (Filza 2573).

CASSA PAOLO

Brescia, 1888 - 24 marzo 1983.

Studente dapprima della scuola Moretto, nel 1908 è premiato fra gli allievi del corso di figura.
Diplomatosi presso l’Accademia di B. A. di Venezia, per lunghi anni ha insegnato materie artistiche in scuole medie cittadine, in particolare nell’Istituto per geometri. È stato altresì allievo di Arnaldo Zuccari del quale ha fissato i lineamenti in un noto dipinto.
Oltre che ritrattista, è paesaggista di notevole efficacia, entro la tradizione lombarda o, meglio ancora, bresciana.
Uomo affabile, ma schivo, ha svolto l’attività pittorica pressoché costantemente, mai rincorrendo il successo attraverso mostre. Tanto che ci è stato possibile ritrovare soltanto la testimonianza di una sua partecipazione in seno alla Società amatori dell’arte negli anni Venti; Ritratto di bambino, L’amico, Marina a Quinto, Studio sono le opere esposte in occasione di mostra sociale al teatro Grande, nel 1924.
Solo in età avanzata, accondiscendendo a insistenza, nel 1963 ha ordinato una vasta retrospettiva nei saloni della A.A.B. Molti dei suoi dipinti custodisce ancora oggi nella signorile abitazione.
Paolo Cassa è suocero della critica d’arte Elvira Salvi.
L’estrema sinteticità della nota precedente ha avuto estensione in occasione della mostra “Paolo Cassa. 1888-1983” promossa dall’Associazione Artisti Bresciani dal 3 dicembre 2005 all’11 gennaio 2006. 43 le opere esposte, 164 quelle riunite in catalogo in grado di rappresentare esauriente “diario visivo” della vita e riflettere gli affetti vissuti dal pittore, in seno alla famiglia, nella scuola e nell’attività di grafico illustratore. La cui acquisizione alla significativa componente pittorica dell’arte bresciana ha faticato a emergere, sia per il carattere schivo dell’artista, sia per gli impegni lavorativi che gli hanno sottratto la possibilità di partecipare assiduamente a manifestazioni artistiche.
Osserva giustamente Francesco De Leonardi che anche dopo la sua morte, avvenuta nel 1983, sporadiche sono state le presenze di suoi dipinti in rassegne, non più di sei. Davvero molto poco.
 
BIBLIOGRAFIA
Sta in: L. CAPRETTI, F. DE LEONARDIS, “Paolo Cassa. 1888-1983”, Brescia, Galleria A.A.B., 3 dicembre 2005 - 11 gennaio 2006.
R. LONATI, Paolo Cassa, la pittura come delizia, “STILE Arte” n. 85, febbraio 2005.
R. LONATI, Un docente caro ai geometri. Alla A.A.B. dipinti del prof. Cassa, “Il geometra bresciano”, settembre-ottobre 2005.
G. CAPRETTI, Paolo Cassa, il pittore della gioia di vivere, “Giornale di Brescia”, 27 ottobre 2005.
F. LORENZI, La cronaca familiare e i paesaggi rifugio di Paolo Cassa, il grafico delle Mille Miglia, “Giornale di Brescia”, 8 dicembre 2005.

CASSAGO MARIO

Chiari 1902 - Milano 1973.

Allievo negli anni Venti di Alciati, De Rocchi, De Manicis, Novelli e Gentilini all’Accademia milanese di Brera, ha frequentato l’ambiente artistico milanese e in particolare lo studio di Meloni. Si specializza nel ritratto e fino allo scoppio della seconda guerra mondiale riceve per quel genere numerose commissioni.
A conflitto concluso allaccia rapporti con i colleghi clarensi Goffi, Signoroni e Repossi col quale collabora nella decorazione della chiesa di Ceratello.
Per sopperire alle necessità contingenti si applica pure alla creazione plastica di manichini per la ditta Rosa.
Osserva Pia Ferrari che “se nel corso della sua vicenda pittorica Cassago ha voluto portare innovazioni, alla pennellata frammentata e vaporosa del Cremona e del Ranzoni, queste sono avvenute prevalentemente attraverso l’esecuzione di una più moderna ruvidezza delle forme, lontanamente geometrizzate, e fortemente sostenute dal colore schiarito e gioioso che denunciano l’amore per la pittura di Cezanne e forse di Modigliani”.
Figurativo, dunque, e più che nei ritratti derivati da fotografie, denuncianti una certa uniformità di concezione, le sue capacità interpretative si manifestano nelle sembianze delle persone amate o conosciute profondamente, come la figlia, la Signora Rosa o la Signora col cagnolino, dal tratto particolarmente sciolto e vaporoso.
Cassago è stato pure interessante paesaggista e autore di nature morte dalla pennellata morbida dove trova accenti espressionisti e vicini al citato Cezanne, specie nel quadro Bagnanti.
Chiari ha rinverdito la memoria di Mario Cassago proponendo cospicuo numero di suoi quadri in seno alla mostra “Novecento clarense. Artisti clarensi della prima metà del ‘900” ordinata in Villa Mazzotti dal 14 maggio al 18 giugno 1994, riflessa nel catalogo curato da Mauro Corradini con l’apporto di noti studiosi.

CASSANA NICOLÒ.

Secolo XVIII.

Suo è il ritratto di “un Avogadro”, proprietà della famiglia Bettoni, Brescia. Nella “Storia di Brescia” Vol. III, p. 71, è riprodotto il dipinto senza ulteriore nota in quanto l’argomento trattato interessa l’effigiato, non l’autore della tela.
 
BIBLIOGRAFIA
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
 

CASSETTI VINCENZO

v. Olivieri Bartolomeo

CASTELLANO MARIO

Brescia, 1950.

Autodidatta, ha dapprima sviluppato la sua ricerca emulando i Maestri mac-chiaioli e divisionisti, adottando quindi una tecnica assai accurata. Ha così realizzato paesaggi, in particolare, attribuendo loro la sua visione del mondo fatto di luce e preziosità cromatiche calde, fortemente contrastate.
Lo si è conosciuto in occasione della sua mostra personale ordinata a Città Antiquaria nel dicembre 2003, che ha confermato la “valenza estetica condotta con grande impegno, una ricerca che procede da tempo nella direzione della definizione di uno stile neofigurativo”. E autonomo, diretto essenzialmente a riprodurre la realtà attraverso filtro di una sensibilità sem-pre presente.
Attenuato il tocco mosso, frangiato di un tempo, Mario Castellano persegue oggi una composizione sorretta da accurato impianto disegnativo entro il quale distende colori intensi di pacata luminosità. Ne sono esempio i caratteristici fabbricati affacciati a Piazza della Loggia o Rovetta, sfiorati da tepido sole e animati da figurette, oppure la veduta della chiesa di S. Chiara riprodotta nelle semplici linee architettoniche immerse in una si-lente chiarità.
Nell’attuale resa pittorica di Castellano prevale dunque l’armonia cromatica e luministica realizzata mediante pennellate lievi, grazie alle quali i soggetti prediletti (paesaggi, scorci cittadini, nature morte) assumono una dimensione suggestiva posta a metà strada tra realtà e fantasia.

 

CASTELLAZZO JACOPO

Sirmione, 1955.

Pur presente a collettive bresciane, Castellazzo si è imposto all’attenzione della critica con la personale allestita al “Banco” di Massimo Minini nel marzo 1980, meritando di essere additato come nuova presenza nel mondo pittorico. Le sue grandi tele sembrano rispondere appieno alle parole redatte su di una cartolina riproducente un suo dipinto perché “riconducono lo sguardo alla calma del doppio azzurro del mare e del cielo”. Le poche, grandi tele allora esposte offrivano infatti solo i fondamentali colori di onde che si infrangono, di erbe e di fiori… Tele senza paesaggio e pur composte di brani di natura.
V’è chi ha affermato ravvisarsi in quei dipinti la “visione naturalistica trasformata in visione pittorica”. Ossia visione che nasce dalla coscienza, dalla riflessione. Il giovane Castellazzo si pone dunque in quella avanguardia concettuale che, anziché annientare, par volere pervadere di fermenti edificanti l’operazione creativa.
Da tempo trasferito in provincia di Mantova (Mozzambano), poco alla volta ha tralasciato l’attività creativa, assorbito dalla professione.
 
BIBLIOGRAFIA
“Ovvero, di come alcuni artisti operano in Brescia”, A.A.B., Brescia 3 - 14 marzo 1979. “Galleria Banco”, Brescia, 22 febbraio - 20 marzo 1980.
E. C. S.(alvi), Mostre d’arte, “Giornale di Brescia”, 2 marzo 1980.
L. SPIAZZI, Arte in città, “Bresciaoggi”, 8 marzo 1980.
F. GUALDONI, “11 Giorno”, 19 marzo 1980.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.

CASTELLI ARTURO

Brescia, 1870 - 15 novembre 1919.

“Non ebbe la meritata fama tra il solito pubblico, perché la sua arte non poté essere largamente operosa per l’amara ristrettezza della fortuna e fu arte aristocratica, non di facile comprensione”. Queste parole di Vincenzo Lonati sembrano ancor oggi attuali, perché la memoria di Arturo Castelli resta velata e la sua opera misconosciuta. V’è da sperare che lo studio d’un insigne storico d’arte in avanzata stesura sia alfine dato alla stampa. Sarà senza dubbio l’adeguato, doveroso riconoscimento verso un artista che ha onorato la propria città.
Proprio perché in attesa di questa auspicata pubblicazione, ci si limita a dare succinte note d’un Artista che ne richiede invece di assai estese.
Autodidatta, Arturo Castelli frequentò brevemente la scuola Moretto; affreschista ed autore di opere di cavalletto. Trattò prevalentemente la figura in vaste composizioni velate di malinconia. La sua arte, rivolta ai moti dello spirito, mirò a tradurre nei colori la poesia dell’idea. I risultati rivelano un animo sensibilissimo, ispirato ai grandi maestri del tardo Cinquecento veneto, con qualche influsso del romanticismo di Monaco.
Giovanissimo, già nel 1897 è accolto alla Internazionale di Venezia con l’opera Musica, incondizionatamente elogiata da Ugo Ojetti; a Venezia è nuovamente nel 1901 con Fiori, forse opera da identificarsi con il quadro acquistato nel 1902 dal comune e custodito alla Pinacoteca Tosio Martinengo. Ancora nel 1903 è a Venezia con due Bozzetti e nel 1907 con Dipinto antico e Medio Evo già della raccolta Feroldi.
Numerose le presenze in mostre bresciane, fin dal 1902, anno della partecipazione al concorso per il Legato Brozzoni, cui seguirono ininterrottamente le presenze all’Arte in famiglia, nelle Esposizioni bresciane, fin al primo dopoguerra che vide le iniziative di solidarietà realizzate nel Ridotto del teatro Grande. Vi sono anche sortite con gruppi bresciani, come quella di Verona del 1900, ecc.
Fra le opere a fresco sono: i motivi nello scalone del C.A.B., eseguiti accanto a Chimeri e Cresseri; i soffitti della farmacia Morandi, quelli della Banca Cooperativa di Brescia, Brescia armata nello scalone di palazzo Loggia; i fregi con fiori, animali e putti in palazzo Togni, la lunetta del Duomo vecchio, le figure nella parrocchiale di Padenghe. Numerosi anche i dipinti citati in pubblicazioni varie fra i quali si ricordano: Città notturna, Ricordo di passioni, Sorriso nell’ombra, Vitae lampade tradit, La mia alba, proprietà Togni, Prime tristezze, proprietà Facchini, I due cavalieri e Ritratto femminile della Pinacoteca Tosio Martinengo.
Arturo Castelli espresse anche attività litografica.
Eletto nel 1907 socio dell’Ateneo, fu vicino e amico di noti artefici e studiosi, che ne apprezzarono “l’anima nobile, pura che portò sempre al di là della vita una nostalgia spirituale, un sogno di bellezza, una religiosa sete di infinito”.
 
BIBLIOGRAFIA
E. D., Esposizione all’Arte in famiglia, “La Sentinella bresciana”, 7 settembre 1890.
“La Sentinella bresciana”, 17 marzo 1892, Al Circolo artistico.
“La Sentinella bresciana”, 29 agosto 1892, I concorrenti al Brozzoni.
“La Sentinella bresciana”, 31 agosto 1893, Al circolo artistico.
“La Sentinella bresciana”, 20 agosto 1895, Esposizione artistica.
U. OJETTI, “Esposizione “La Sentinella bresciana”, 14 aprile 1897, Artisti bresciani a Venezia.
A.U.R., L’esposizione d’arte a Venezia, “La Sentinella bresciana”, 3 maggio 1897.
“La Sentinella bresciana”, 21 luglio 1897, Arturo Castelli.
“La Sentinella bresciana”, 16 luglio 1898, Pregevole affresco.
“La Sentinella bresciana”, 27 luglio 1898, Per le feste del Moretto.
“La Sentinella bresciana”, 17 agosto 1898, Cronaca, esposizione d’arte.
“La Sentinella bresciana”, 23 agosto 1898, Esposizione d’arte mo-derna.
“La Sentinella bresciana”, 13 maggio 1900, Esposizione a Verona.
“La Sentinella bresciana”, 28 dicembre 1901, Scuola Moretto.
A. COLASANTI, Arturo Castelli, “Arte”, 1901, p. 265.
“La Sentinella bresciana”, 17 agosto 1902, Esposizione artistica.
“La Sentinella bresciana”, 19 settembre 1902, Gli acquisti alla mostra d’arte moderna.
“La Sentinella bresciana”, 21 settembre 1902, Esposizione d’arte moderna.
GALMAS, A. Castelli, “Il Cidneo-Giornale della esposizione bresciana”, n. 8, 7 luglio 1904.
“La Sentinella bresciana”, 22 luglio 1904, La scuola Moretto.
“Esposizione internazionale di Venezia”, Venezia 1907, Catalogo.
“La Sentinella bresciana”, 10 aprile 1907, Artisti bresciani a Venezia.
“Commentari dell’Ateneo”, Brescia, 1907.
“La Sentinella bresciana”, 30 dicembre 1907, All’Ateneo.
“La Sentinella bresciana”, 27 gennaio 1909, L’esposizione Arte in famiglia per i terremotati.
“La Sentinella bresciana”, 28 e 29 gennaio 1909, La mostra Arte in famiglia.
“La Sentinella bresciana”, 8 agosto 1909, Il vernissage della mostra a palazzo Bargnani.
“La Sentinella bresciana”, 30 agosto 1909, Esposizione d’arte.
P. F.(eroldi), L’arte a palazzo Bargnani, “La Sentinella bresciana”, 15 settembre1909.
“La Sentinella bresciana”, 17 marzo 1912, Per la tutela dei monumenti e delle memorie bresciane. (Vedasi s.f. del 23 marzo).
THIEME BECKER, Vol. VI (1912).
“La Sentinella bresciana”, 18 gennaio 1915, Distribuzione dei premi alla scuola Moretto.
“La Sentinella bresciana”, 12 maggio 1915, Una rigorosa opera di attualità del pittore G. (?) Castelli.
A. REGOSA, L’ora nera del pittore Castelli, “La Sentinella bresciana”, 22 agosto 1915.
“Emporium”, Vol. 42, (1915), p. 318.
“La Sentinella bresciana”, 14 maggio 1916, Esposizione d’arte moderna. (Vedasi s.f. del 15 maggio).
“La Sentinella bresciana”, 22 maggio 1916, Esposizione d’arte moderna, vendite.
“La Sentinella bresciana”, 26 novembre 1916, Mostra d’arte pro assistenza civile.
“La Sentinella bresciana”, 3 novembre 1918, Necrologio per la moglie, Angelina.
“La Provincia di Brescia”, 7 gennaio 1919, La mostra degli artisti bresciani nel Ridotto del Grande.
“Brixia”, ottobre 1919, Il Credito agrario bresciano.
F. GLISSENTI, Arturo Castelli, Necrologio, “Commentari dell’Ateneo”, Brescia, 1919. (Ricorda altri scritti su quotidiani).
V. LONATI, Arturo Castelli, Mostra postuma, Tecnografica bresciana, Brescia,1926.
N. F. VICARI, Arturo Castelli, “Il Popolo di Brescia”, 12 maggio 1926.
N. F. VICARI, Arturo Castelli, “Il Popolo di Brescia”, 8 maggio 1927.
“Ospitalità italiana”, agosto-settembre 1932, Il Credito agrario bresciano. Passim.
COMUNE DI BRESCIA, “Mostra della pittura bresciana dell’Ottocento”, Brescia, 934, Catalogo.
G. NICODEMI, La pittura bresciana dell’Ottocento, “Emporium”, Vol. 80 (1934), p. 37.
E. SOMAR, La mostra della pittura bresciana dell’Ottocento, “Brescia”, aprile 934, p. 9.
P. FEROLDI, Arturo Castelli, Introduzione alla mostra postuma, 1949.
V. LONATI, Arte di ieri e arte di oggi, “Commentari dell’Ateneo”, Brescia, 1954.
G. PANAZZA, “La Pinacoteca Tosio-Martinengo”, Ed. Alfieri e Lacroix, Milano, 1959.
G. VALZELLI, I profeti e la turba, ecc, “Bruttanome”, Vol. I (1962).
“Storia di Brescia”, Vol. IV.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
A. M. COMANDUCCI, “Dizionario dei pittori … italiani”, Tutte le edi-zioni.
G. PANAZZA, Le manifestazioni artistiche sulla sponda bresciana…, “Il lago di Garda”, Ateneo di Salò, 1969 p. 258.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
L. ANELLI, “Il paesaggio nella pittura bresciana dell’Ottocento”, Brescia, 1984.
AA. VV., “Brescia post-romantica e Liberty. 1880-1915”, Brescia, 1985.
R. STRADIOTTI (a cura di), “Dai Neoclassici ai Futuristi ed oltre”, Brescia, 1989.
 

CASTELLINI TOMMASO

Brescia, 1803 - Gussago, 1869.

Frequentò l’Accademia di Brera, a Milano, sotto la guida dell’allora celebre Albertolli e del Moglia.
Docente di disegno nella scuola comunale bresciana, è ricordato accanto ad Alessandro Sala e a Luigi Basiletti come uno degli insigni rappresentanti della tradizione incisoria bresciana. Illustrò particolarmente palazzo Loggia, con incisioni, appunto, e con “cenni descrittivi e storici intorno agli artisti adoperati in quest’opera grandiosa”.
Nella pittura di genere, raffigurò essenzialmente fiori, raggiungendo un livello tale da essere paragonato a Luigi Scrosato, il più famoso “fiorista romantico”.
Di lui la Pinacoteca Tosio Martinengo custodisce una decina di dipinti, tutti raffiguranti fiori, in vaso o in mazzo.
Un più completo profilo biografico di Tommaso Castellini è nel “Dizionario degli incisori bresciani” edito nel 1994, recante pure bibliografia aggiornata, alla quale si coniuga il volume “Dai Neoclassici ai Futuristi ed oltre” curato da Renata Stradiotti e edito nel 1989.
 
BIBLIOGRAFIA
“Commentari dell’Ateneo”, Brescia, a. 1858 - 1861, p. 350 e segg.
S. FENAROLI, “Dizionario degli artisti bresciani”, 1887.
A. VITA, “Esposizione bresciana”, Brescia, 1878, Catalogo.
THIEME BECKER, Vol. VI, (1912).
COMUNE DI BRESCIA, “Mostra della Pittura bresciana dell’Ottocento”, Brescia. 1934. Catalogo.
L. SERVOLINI, “Dizionario degli incisori… italiani”, Milano, 1955, p. 180.
G. PANAZZA, “La Pinacoteca Tosio - Martinengo”, Ed. Alfieri e Lacroix, Milano, 1959.
“Storia di Brescia”, Vol. III e IV.
A. M. COMANDUCCI, “Dizionario dei pittori… italiani”, Ed. 1945 e 1971.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.

 

  1. CASTELVEDERE GIOVANNI
  2. CASTELVEDERE GIUSEPPE
  3. CASTENEDOLO (DA) TONINO
  4. CASTIGLIANO GRANDI ARMIDO

Pagina 53 di 190

  • 48
  • 49
  • 50
  • 51
  • 52
  • 53
  • 54
  • 55
  • 56
  • 57

Copyright © 2023 Associazione Giorgio Zanolli Editore. Tutti i diritti riservati.

Aiuta il dizionario dei pittori Bresciani