Dizionario dei Pittori Bresciani
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COMINELLI ANGELO

Milzanello, 21 gennaio 1857 - Brescia, 6 agosto 1940.

Nato da Luigi e da Annunziata Rossini, è stato decoratore di gran gusto e di salda tecnica. Prospettico felicissimo, decorò le chiese parrocchiali di Verolanuova, Bienno, Vezza d’Oglio, Pavone, Cané ed altre ancora.
Ebbe a collaboratori i fratelli Giuseppe e Ermenegildo, con il nipote Gezio e fu maestro a Giuseppe Trainini.
Emigrato negli Stati Uniti, a Cleveland (Ohio), vi affrescò parecchie chiese e insegnò affresco operando fino a tarda età. Durante il soggiorno americano eseguì opere a Hartfort Conn (S. Anna church), Seranton (S. Mary Seminary), Ayoca Pa (S. Mary church), New Haven (S. Louis church)…
Nell’aprile 1934 tornò a Brescia dove proseguì l’attività pittorica.
 
BIBLIOGRAFIA
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.

 

COMINELLI LODOVICO

  • Nome d'arte: Vico

Lograto, 9 agosto 1902 - Brescia, 15 febbraio 1980.

Figlio di Gezio, decoratore, giovanissimo apprendista nella bottega di Pillera, calligrafo, Vico Cominelli è quindi alla dipendenza di Giuseppe e Vittorio Trainini, Eliodoro Cocccoli, Gaetano Cresseri.
Frequenta nel contempo la scuola “Beato Angelico” di Milano. Il periodo dell’apprendistato lo porta ad operare in varie chiese: a Teglie, Ome, Vobarno, Gussago; in nobili edifici di via Marsala, via Dante, in casa Togni a Brescia.
Appena dopo il 1920 apre propria bottega, intraprendendo intensa attività decorativa per numerosi edifici sacri fra i quali si possono citare quelli di Bettegno, Ossimo, Lograto, Marmentino, Gerolanuova, Gargnano (parrocchiale e chiostro) Bagnolo, Cigole, Seniga, Folzano, Pedergnaga, nonché villa Lozio a Bornato: tappe di una applicazione che si estende per circa due decenni.
Negli anni prossimi al secondo conflitto mondiale è operoso in Villa Carcina (parrocchiale) ed a Provaglio.
Per il periodo del conflitto si ricordano invece le decorazioni nella cappella del Vedet in Pralboino.
Trasferitosi nel Bellunese, compie estese composizioni nelle chiese di Meano e Gasoldo (1944). E in quelle località s’avvicina a gruppi partigiani, aiutando altresì isolati soldati anglo americani e polacchi.
Il ritorno a Brescia coincide con nuova e feconda attività i cui frutti salienti si possono rintracciare a Pilzone, Rovato, Alfianello; mentre in città adorna le cappelle dell’Ospedalino di via S. Rocchino e della Poliambulanza (scomparsa).
Accanto a Giuseppe Mozzoni è attivo in palazzo Martinengo di piazza delle Erbe, mentre altri numerosi restauri sono in edifici danneggiati dalla guerra.
Val ricordare alfine che Cominelli è l’autore del bozzetto per il gonfalone della nostra Provincia, realizzato poi dalle suore a Soiano.
L’attività decorativa aveva richiesto il sacrificio della pittura di cavalletto con la quale aveva partecipato a mostre sindacali fin dal sorgere degli anni Trenta. Presente nel palazzo della vecchia Posta di via Gramsci in occasione della prima mostra degli artisti bresciani nel dopoguerra (ottobre 1945), via via intensifica l’attività di paesaggista, partecipando a varie esposizioni: del Gruppo B, del Bruttanome indimenticato per aver dato vita a vivaci mostre polemiche.
Un suo giovanile dipinto (1930) custodisce la Pinacoteca Tosio Martinengo.
Autore un poco dimenticato, nonostante sia stato ben presente nel clima artistico cittadino negli anni precedenti e seguenti al secondo conflitto mondiale, il suo nome ricorre in scritti dedicati alla storia pittorica cittadina, ma nonostante numerosi suoi dipinti appartengano agli eredi, in particolare al figlio architetto, ancora non è stata proposta una mostra che ne illustri i meriti.
 
BIBLIOGRAFIA
“II Mostra del sindacato provinciale di B. A.”, Brescia, 1934, Catalo-go.
P. FEROLDI, “L’Arengo”, a. VIII, n. 1, 1935.
P. FEROLDI, IV mostra sindacale d’arte, “Il Popolo di Brescia”, 15 febbraio 1938.
P. FEROLDI, Orientamenti e indicazioni della quinta sindacale, “Il Popolo di Brescia”, 1 maggio 1940.
P. F., Pittori a convegno, Foglio non id., 11 novembre 1941.
AEQUUS, Duecento opere di artisti bresciani, “Giornale di Brescia”, 24 ottobre 1945.
AEQUUS, Pittori e scultori a convegno in via Gramsci, “Giornale di Brescia”, 24 ottobre 1946.
AEQUUS, Nel mezzo e moderati gli artisti del Gruppo R., “Giornale di Brescia”, 8 maggio 1947.
O. DI PRATA, La mostra collettiva all’Associazione artistica, “Il Popolo”, 11 maggio 1947.
“Giornale di Brescia”, 22 giugno 1951, I dilettanti premiati alla mostra dell’ ENAL.
V. A. Otto artisti del Bruttanome, “Giornale di Brescia”, 23 febbraio 1952.
G. PANAZZA, “Pinacoteca civica Tosio Martinengo”, Ed. Alfieri e Lacroix, Milano, 1959.
DIOCESI DI BRESCIA, “Chiese costruite negli anni 1934 - 1961“, p. 47, Stampa Tip. S. Eustacchio, Brescia, 1961.
G. VALZELLI, I Profeti e la turba…. “Bruttanome”, vol. I (1962), p. 87.
“Il volto storico di Brescia”, vol. III, p. 94.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
 

COMINELLI MARIO

Manerbio, 16 ottobre 1937.

Mario Cominelli occupa il suo tempo libero nella ricerca di motivi paesaggistici che ripropone nella tela con fare post-impressionista. E nei panorami di località periferiche, come Mompiano, in angoli dei vicini laghi, nei colli nostri sembra maggiormente esprimere, attraverso armoniosi colori, la emozione vissuta a contatto della natura.
Della natura, dei boschi rende la flora e la fauna in altrettante nature morte che hanno protagonisti i funghi o capi di selvaggina ove la resa plastica lascia spazio ad accordi cromatici di personale ricerca.
La plasticità caratterizza anche un quadro favorevolmente recensito: Le lavandaie, ove “l’impegno post-impressionista si associa ad un contenuto realista per l’interesse ai soggetti umili e dimessi, come le lavandaie”, ed i casolari di ripide stradicciole di montagna.
Presente a mostre regionali e nazionali, Cominelli ha allestito personali in gallerie di città e fuori, fra le quali val citare Roma, dov’è stato accolto dallo “Studio d’arte Gianicolo”.
 
BIBLIOGRAFIA
“Panorama d’arte 1977”, Magalini Editrice, Brescia, 1977, pp. 134 e 167.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
 

 

COMINI BRUNO E MARIO

COMINI FRATELLI, BRUNO E MARIO. Secolo XX. Vivono e operano a Collebeato.
Nella bottega paterna della natia Casalmaggiore (MN) fin da bambini, ancora duran-te i corsi serali frequentati ad Asola prima, quindi a Brescia dove si sono trasferiti nel 1960, i fratelli Bruno e Mario Comini hanno imparato a conoscere le venature, il respiro delle varie essenze di cui si avvale l'opera del falegname.
A Collebeato han dato vita a ditta artigiana che, sul far degli anni Settanta, hanno dovuto brevemente lasciare inoperosa per motivi famigliari.
Si sono così avvicinati alla "officina studio" Rivadossi (v.) entrando a far parte del gruppo dei collaboratori composto da Angelo Manenti, Giacomo Scotuzzi, Giusep-pe Busaschini, Fausto Taiola, Bruno Mottinelli, Beppe Mandonico, altri ancora la cui perizia ha contribuito a diffondere il nome del laboratorio di Nave. Una collabo-razione prottrattasi anche quando, intorno al 1980, i fratelli Comini hanno ripreso attività propria.
Falegnami, com'essi ancor oggi si definiscono, ma falegnami di provata esperienza, e pregio dovuto a affinato gusto: Mario ha per diversi anni armeggiato con pennello e tele.
Pur dedicando prevalente applicazione a mobili, a suppellettili dal sapore antico ma di moderna concezione, la loro autonoma ricerca di ambienti è volta ora a migliorare la funzionalità delle varie composizioni, stilisticamente legate alla precedente espe-rienza non disgiunta però da innovazioni formali e tecniche: per una sobrietà animata da intento artistico.
Nascono così "ambienti" completi: dal tavolo alla sedia, dalla scansia alla libreria, alla teca, alle più diverse suppellettili, alle cornici per dipinti e specchi ... L'impegno fino ad ora profuso nella produzione artigianale, apprezzata in città di tutta Italia (Sicilia compresa) ha consentito l'allestimento di una sola esposizione: nella sede del Circolo giovanile di Collebeato, dal 30 marzo al 9 aprile 1985.
Nati a Casalmaggiore (MN): il 20 marzo 1936 Bruno, il 12 maggio 1941 Mario, i fratelli Comini grazie all'intensificarsi delle commissioni soo prossimi a dar vita a nuovo laboratorio: consentirà maggiore spazio all'organizzazione del lavoro, più libero volo alla loro creatività, cui potrà giovare l'apporto dei figli che, pur giovanis-simi, manifestano interesse, entusiasmo per la cattivante ricerca che li ha testimoni.

COMINIO DA SABBIO

Secolo XVI.

Di lui esiste soltanto un affresco sul fienile di Paline, raffigurante la Madonna col bambino fra i SS. Antonio e Paolo. È firmato: Comino figlio di Giovanni di Sabbio fece nel 1524.
 
BIBLIOGRAFIA
U. VAGLIA, “Dizionario degli artisti e artigiani Valsabbini”, Sabbio C., 1948.
“Storia di Brescia”, Vol. II.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
 

 

COMOLLI GIAMBATTISTA

Milano, 1775 - 1830.
Artista assai noto, qui lo si cita quale autore di opere bresciane: il busto di Alessandro Dossi e quello di Francesco Gambara (1825) proprietà delle contesse Bettoni Cazzago.
Antonio Fappani nella "Enciclopedia bresciana" sembra volergli attribuire anche un busto di Pietro Tamburini; la recente "Storia di Brescia" cita uno scultore Comolli, dicendolo piemontese e allievo di G.A. Labus a Milano.

COMPAGNONI IVO

Bedizzole, 24 gennaio 1960

Frequentata per qualche tempo la Scuola dell’Associazione Artisti Bresciani, dagli impegni di lavoro è stato costretto a disertarla. Pertanto ha proseguito la ricerca autonomamente, sia per l’aspetto tecnico, sia per quello stilistico, che lo ha portato a esprimersi con singolare accento personale.
V’è chi ha ravvisato nelle sue opere l’intento di coniugare in una sintesi autonoma la lezione dei maestri del Divisionismo da un lato, del Cubismo dall’altro.
Operando su supporti diversi come il legno, la carta, ricorre poi a colori della tecnica mista, dell’olio, dell’acrilico. Con simili esiti ha partecipato a alcune mostre collettive in Bedizzole e località vicine, a seguito di invito, invece, nel 2004 ha prodotto una mostra personale in Borgo San Giacomo.
Si è conosciuta l’attività di Ivo Compagnoni attraverso la mostra presentata da Agostino Garda ospitata dalla Galleria “Giochi d’Arte” di Milano dal 2 novembre al 2 dicembre 2004.
Nella nota di commento apparsa nel “Giornale di Brescia” l’11 novembre è detto che le 36 opere selezionate rappresentano l’intero percorso creativo di Compagnoni: paesaggi, nature morte, figure attonite, e poi collages, manifesti…
La sua pittura, ora fedele al vero, ora assolutamente libera, ma sempre meditata, è frutto di grande amore alla natura, di attenzione all’uomo e ai suoi sentimenti.
Un artista Ivo Compagnoni che pare appena sbocciato all’attenzione della critica e degli appassionati, che merita di essere seguito e meglio consi-derato.

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CONALIERI FRANCESCO

Secolo XVI.

Di lui non si conoscono opere. È ricordato nel registro delle custodie notturne del 1525 della quadra VII di S. Faustino.
 
BIBLIOGRAFIA
S. FENAROLI, “Dizionario degli artisti bresciani”, 1887.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
 

CONCHERI PIERLUIGI

Desenzano, 24 ottobre 1944. Vive e opera a Brescia.
Dopo aver intensamente esplicato pittura e grafica, sul fare degli anni Settanta ha autonomamente intrapreso la scultura.
Con opere realizzate a colori e inchiostro, con quelle plastiche dal 1966 è presente a varie esposizioni collettive: a Balzamo, Padova, Visano, Brescia, Viareggio, Ospita-letto; mentre mostre personali ha ordinato alla "Galleria S. Marco" (1971), alla "S. Gaspare" (1973).
Assorbito dall'impegno professionale e dalle commissioni, ha quindi disertato le sale di esposizione.
Partito da un figurativo impostato classicamente, è giunto a moderna sintesi attraver-so forme animate da apporti interiori: forme lignee e metalliche macerate adombranti figure animali e umane. Blocchi che nell'alternarsi di ondulazioni, di vuoti e di pieni evocano eventi o interpreti d'una realtà dolente identificabile nel Cristo crocifisso e in altre opere sacre nate dall'animo mistico di Concheri, il quale da anni sta portando avanti le quattordici formelle componenti la Via Crucis da collocare nella chiesa di S. Girolamo a Padova.

CONFORTI GIACOMO FILIPPO

Secolo XV.
Il Muzio, nella "Istoria sacra di Bergamo", là dove parla del sepolcro di mons. Giovanni Buccelleni vescovo di Grisopoli, un tempo esistente nel Duomo bergama-sco ed oggi perduto, riporta la seguente iscrizione:
JACOBUS PHILIPPUS DE CONFORTIS BRIXIAE SCULPSIT 1468
"Jacobus Philippus fecit" si trova inciso sulla porta di stile gotico della chiesa dei cappuccini di Barbarano di Salò.
Il portale, un tempo nel lato settentrionale del Duomo salodiano, reca la data del 1458, da alcuni studiosi letta invece 1456.
Secondo Stefano Fenaroli le due "firme" potrebbero indicare lo stesso scultore, che la "Storia di Brescia" sembra supporre sia stato anche architetto e autore del porto di Salò, identificandolo con Jaocopo Filippo da Brescia. (v.).
  1. CONFORTINI ANGELO
  2. CONSADORI SILVIO
  3. CONTI GIANPAOLO
  4. CONTI MARIO

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