Dizionario dei Pittori Bresciani
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CHIARINI ROBERTO

Brescia, 29 maggio 1944.

Giovane dai precisi interessi, che cerca di trasporre in risultati pittorici, si è formato in seno alla Associazione Artisti Bresciani. Ancora non ha allestito mostre personali; ha invece partecipato a collettive in seno alla A.A.B. e alla Piccola galleria U.C.A.I. dimostrando attenta osservazione nella ricerca del “vero” a cui ogni uomo dovrebbe essere teso.
 
BIBLIOGRAFIA
AA. VV., Perché l’uomo viva, “Piccola Galleria U.C.A.I., Brescia, 29 marzo 1980.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
 

 

CHIMERI CARLO

Crema, 19 dicembre 1852 - Brescia, 1 gennaio 1925.

Trasferitosi a Brescia, in via Battaglie n. 59, nel 1885, si rivela bresciano d’animo. Pur non avendo effettuato particolari ricerche ci è caro ricordare il suo disegno per il catafalco in legno nella parrocchiale di Ghedi, eseguito nel 1898 dallo scultore Cesare Passadori.
Fin dall’inizio del secolo è ricordato quale insegnante di disegno ornamentale alla Scuola Moretto, con Premoli, Castelli, Zuccari, Costantino Zatti.
Del 1899 è un suo dipinto raffigurante Il cavalcavia: in quel tempo si discuteva del nuovo piano regolatore della città. V’era in progetto anche un cavalcavia, forse per dare avvio alle prime strade nella zona della stazione, e Chimeri raffigurò il manufatto trainato da pariglie di cavalli, infiorato e transitante lungo Corso Zanardelli (allora Corso del Teatro), per la Crocera S. Luca. Nel salone della Crocera, proprio Chimeri con altri pittori nostri: Franciosi e Pasini, contribuiva ad animare le serate in occasione del Carnevale (1912 circa).
Sue opere più impegnative restano nella sede del Credito agrario bresciano, eseguite a fianco di Cresseri e Castelli; nelle volte del rinnovato Santuario inferiore di S. Maria delle Grazie.
 
BIBLIOGRAFIA
“La Sentinella bresciana”, 13 febbraio 1898. Una bella opera dello scultore Passadori.
“La Sentinella bresciana”, 28 dicembre 1901, Scuola Moretto.
“La Sentinella bresciana”, 22 luglio 1904, La Scuola Moretto.
“La Sentinella bresciana”, 11 febbraio 1911, L’inaugurazione dei festeggiamenti in Crocera S. Luca.
“Ospitalità italiana”, agosto-settembre 1932, Il C.A.B.
“Storia di Brescia”, Vol. IV. (Non ne indica il nome).
R. L.(onati), Il cavalcavia, “Biesse”, a. XII, n. 122, febbraio 1972.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo, Vol. III, p. 80. Alla voce: Crocera S. Luca.
R. LONATI, “A. Zuccari”, Zanolli Ed. Brescia, 1980.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
V. TERRAROLI, “La grande decorazione a Brescia tra Ottocento e Novecento”, Brescia, 1990.
R. LONATI, “Catalogo illustrato delle chiese di Brescia aperte al culto, profanate e scomparse”, Brescia, 1994.

CHIODI ANTONIO

Gavardo, 12 luglio 1943.

Autodidatta, della sua terra in particolare coglie visioni invernali in cui si ravvisano doti di plasticità. Sono campi dalla spoglia, gelida terra rigidamente compatta, lontane case dai rustici intonaci densi di solitudine. Apprezzate anche alcune Marine. Chiodi ha allestito mostre personali in Gavardo e altri centri, partecipando altresì a concorsi provinciali e regionali.
 
BIBLIOGRAFIA
“Panorama d’arte 1977”, Magali Ed., Brescia, 1977.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
 

 

CIBALDI SILVIA

Brescia, 1939.

Ha compiuto gli studi presso l’Accademia di B.A. di Bologna ed è docente in scuole statali. Ha mutato diverse residenze.
Le sue presenze a Brescia iniziano a datare dal 1966 quando, presso la “Galleria la Loggetta”, espone disegni e bassorilievi. Nel 1969 è presente alla A.A.B., ancora alternando sculture in bronzo e disegni in folto gruppo.
Se le bronzee figure hanno classici richiami e compostezza, le raffigurazioni a penna raggiungono drammaticità, pur nella scomposizione, o l’ironia vignettistica della ben nota pittura romana.
La sua terza personale in città, allestita alla “Galleria Labus” nel 1974, offre la visione di una notevole maturazione ed evoluzione, con l’approfondimento dei temi affrontati.
La grafia nitidamente composta sul biancore del foglio, l’accuratezza esecutiva, che pure riflettono la precedente produzione, si avvolgono di una “informazione poetica i cui soggetti e oggetti vivono, come del resto i media formati, nella quotidiana esperienza esistenziale delle masse”.
Risultano palesi la partecipazione e la denunzia, che pur con ulteriore evoluzione, si rilevano anche nella successiva mostra alla “Galleria Magenta”, nel 1977, e nelle recenti opere.
Si è fatto prevalentemente riferimento alle apparizioni bresciane di Silvia Cibaldi, ma il suo curriculum annovera raccolte xilografiche e incisorie (1972, 1973, 1974, 1976) con testi di Mauro Corradini e Floriano De San-tis…
Mostre personali ha tenuto a Legnano (1971), Milano (1972), Riva del Garda e Cassino (1973), Firenze (1974), Busto Arsizio (1975) partecipando al tempo stesso a numerose collettive in Italia.
 
BIBLIOGRAFIA
“Galleria A.A.B.”, Brescia, 8 - 20 febbraio 1969.
E. LUCCHINI - G. SEVESO, “Galleria Labus”, Brescia, gennaio - febbraio 1974.
S. CIBALDI, “Galleria Magenta”, Brescia, 26 febbraio - 10 marzo 1977. (con nota biografica).
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli editore 1984.

 

CIBELLI ALFONSO

Secolo XVI.
Secondo scheda ms. di Luigi Dedè, il nome di questo intagliatore del legno, figlio di Gaspare, ricorre in atto testamentario del 30 maggio 1587, all'Archivio di Stato (Filza 2.835).

CIFERRI GIANMARIA

Sondrio, 21 marzo 1925.

Dalla natia Valtellina, ancora in giovane età, con la famiglia si trasferisce a Ravenna dove trascorre la giovinezza. Della terra di Romagna tuttavia ben poco affiora nella sua opera, che assume più evidente consistenza con il trasferimento a Brescia. Ed a Brescia inizia le partecipazioni a mostre sul fare degli anni Sessanta.
Amante della quiete, se ne vive un poco appartato nella villetta “alle pendici delle Prealpi che degradano verso la Bassa”, ma la sua attività deve essere intensa se suoi lavori sono stati accolti da gallerie, oltre che bresciane, di Cortina, Padova, Cremona, Venezia, Rovigo, Verona, Milano… e non soltanto una volta. La validità delle sue opere è attestata da testimo-nianze di noti critici.
La sua pittura appare quasi frutto di una “decantazione” dei toni. Fatta di eleganza formale, nelle esili figure emblematiche “fa vivere quei volti più per la loro sottile capacità di evocazione che non per la loro fisionomicità o per la riferibilità storica”. E nella stessa misura si esprime il paesaggista, capace di creare visione cariche di sogno di magie preziose come tele orientali.
E dall’olio, tecnica da prima usata, Ciferri è passato agli smalti, alla serigrafia, alla porcellana quasi che avverta l’esigenza di trovare nel modo d’esprimersi il più appropriato mezzo che gli consenta di rendere appieno l’eleganza attinta in recenti anni anche dal Crivelli, dedicando al grande pittore alcune figure femminile in cui la staticità dei volti e dell’atteggiamento, su fondi uniformi, contribuisce ad accrescere la sensazione di lontananza, di memoria affiorante come in un sogno magico.
Dalla metà degli anni Ottanta, l’artista ha disertato le esposizioni bresciane. Ma l’assenza non è determinata dall’abbandono dei colori, bensì da un impegno maggiore determinato dalle richieste di galleristi e mercanti di qua e di là delle Alpi. Fino alla proposta di grandi armatori che lo impegnano per dare lustro con le sue “strie” alle sale di ricevimento di prestigiose navi da crociera solcanti tutti i mari.
Risale al 1996, ad esempio, il prestigioso approccio per la composizione di 20 opere delle dimensioni di cm 75x130 destinate alla nave Destiny, la più grande della flotta da diporto.
Sono opere componenti una geografia mitologica dell’Italia secondo una fusione polifonica dei diversi timbri regionali.
Un complesso decorativo che solo nel 1998 il pittore può presentare a Castenedolo, prima della definitiva collocazione. Alcuni titoli dicono di: La chiesa del Redentore alla Giudecca, La cada delle fate, La casa nel bosco incantato, Liguria dimenticata… e tutte le tavole recano il fare ben noto dell’autore, che sa fondere realtà e idealità, confermandosi fedele a se stesso pur nel mutare degli impegni, rendendo le composizioni inconfondibili, riflettenti la sensibilità di un uomo che fa dell’in-nocenza e della freschezza spirituale una filosofia forte, conseguente, rigorosa.
Gli stessi stilemi contraddistinguono altre opere pubbliche realizzate nel frattempo, fra le quali una “Annunciazione” prodotta per l’Istituto Artigianelli, trasferita poi nella chiesa di S. Maria Bambina, la “Natività” presente nella chiesetta di S. Maria delle Grazie in via Bazzini, ancora la “Diana” commissionata nel 1996 dalla Federcaccia bresciana. Nel 2000, il ritorno alla Ciferri Art Gallery ha dispiegato al nostro sguardo “un diorama di volti incantati e fiabeschi, di paesaggi catturati al sogno e cristallizzati in forme non deflettibili, veri di un vero arcano, vero e non già di un fotografico vero”.
 
BIBLIOGRAFIA
B. MARINI, “Galleria A.A.B.,”, Brescia, 5-17 gennaio 1963. “Giornale di Brescia”, 12 gennaio 1963.
V. B.(runoni), G.M. Ciferri pittore illustratore, “Giornale di Brescia”, 26 aprile 1969.
“Giornale di Brescia”, 24 dicembre 1969, Notte d’argento, ill.
G. VALZELLI, “Galleria A.A.B.”, Brescia, 29 novembre - 13 dicembre 1969.
“Giornale di Brescia”, 28 aprile 1970, A Ciferri e Bravi il premio S. Agata
V. La primavera pittorica ispirata ai soldati della montagna, “Giornale di Brescia”, 1 maggio 1970.
“Giornale di Brescia”, 10 maggio 1970, I premi di pittura Valtenesi.
“Galleria S. Michele”, Brescia, 30 ottobre - 11 novembre 1971. (Con testi tratti da: M. Portalupi, E. Maizza, G. Gigli, A. Morucci, G. Stella, G. Tonna, G. Valzelli, G. Mirko, B. Marini, V. Lilli, N. Salvalaggio).
E. C. S.(alvi), Mostre d’arte, “Giornale di Brescia”, 9 novembre 1971.
N. SALVALAGGIO, “Ciferri”, serigrafie in 99 esemplari, Graf. 71.
R.R., Ciferri e la luce, “L’ora serena”, 1 gennaio 1972.
“Galleria Saletta d’arte”, Cortina, 2-21 febbraio 1972. (Con testi tratti da: G. Gigli, N. Salvalaggio, M. Portalupi).
AA.VV., “Disegno perché”, Galleria A.A.B., Brescia, 28 aprile - 10 maggio 1973, Catalogo.
M. GORINI, “Omaggio a Crivelli”, Cartella di tre serigrafie, Padova, ottobre 1976.
L. TRIDENTI, “Le quattro stagioni”, Ed. Galleria Ventitre’, Cremona, Tecnografica Salodini, Brescia, 1976.
P. ZAMPETTI, “Trittico: omaggio a Crivelli”, Porcellane 1977, Ed. d’arte, Galleria Ventitre, Cremona, Tecnografica Salodini, Brescia, 1977.
R. RIZZI, “Galleria S. Stefano”, Venezia, 16-30 settembre 1977.
G. TEDESCHI, “Galleria La Meridiana”, Verona, 8 dicembre 1977 - 10 gennaio 1978.
L. TRIDENTI, M. MILANI, T. TONIATO, E. FEZZI, L. MONCHIERI, “Galleria Alexandra”, Rovigo, 1-20 aprile 1978. (Con ulteriori testi tratti da AA.VV.).
AA. VV., “La Gazzetta delle Arti”, N. S. dedicato a G.M. Ciferri, a. IX, settembre 1978.
AA. VV., “ Brescia ‘80”, Brescia, 1-11 maggio 1980, Catalogo.
E. MARTINI, “Ciferri e il Palladio”, Multipli, 1980, Ed. d’arte Il Segno contemporaneo, Brescia, 1980.
M. STEFANI, “Galleria La Meridiana”, Verona, 1 - 31 dicembre 1980.
“Arte bresciana oggi”, Sardini Ed. Bornato.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli editore 1984.
DAT, L’Annunciazione degli Artigianelli, “Giornale di Brescia”, 15 marzo 1987.
R. LONATI, “Catalogo illustrato delle chiese di Brescia aperte al culto, profanate e scomparse”, Brescia, 1994.
D. MILANI, La natura sotto le palpebre, “STILE Arte” n. 3, aprile maggio 1996.
“STILE Arte” n. 8, ottobre 1996, Nell’oceano del sogno.
M. BERNARDELLI CURUZ, I sogni di Ciferri sulla Destiny, “STILE Arte” n. 23, novembre 1998. (Con la riproduzione dei 20 soggetti e relativo commento).
S. GIANANI, Ciferri, un diorama di visi incantati, “STILE Arte” n. 18, marzo 2000.
M. CORRADINI, “La caccia attraverso le immagini dell’arte”, Brescia, Assessorato alla Caccia, 2004.
 

CIFRONDI ANTONIO

Clusone (Bg), 1657 - Brescia, 30 ottobre 1730.

Allievo del Del Negro e poi di Marco Franceschini di Bologna, dopo aver soggiornato a Parigi fece ritorno a Bergamo dove eseguì numerose opere per chiese della città e della provincia. Dal 1725 al 1730 fu anche a Brescia, operando in chiese ed eseguendo dipinti di cavalletto per privati. Sue sono le dodici figure degli Apostoli e del Padre eterno con angioli in S. Faustino; decorazioni eseguì anche in casa Bargnani. Morì nel monastero di S. Faustino mentre era intento al lavoro.
L’attenzione bresciana nei confronti di Antonio Cifrondi ha prodotto recentemente vari contributi miranti ad approfondire la sua attività nella nostra città. In particolare Luciano Anelli ha dato alle stampe ripetuti interventi, sia sui dodici Apostoli veduti da G.B. Carboni affissi ai pilastri della chiesa di S. Giuseppe ed oggi al Museo d’Arte sacra su ulteriore quadro con San Giovanni Evangelista realizzato intorno al 1722 ed ora appartenente al Seminario Diocesano. Viene inoltre confermata la presenza nella Basilica di San Faustino l’immagine del Padre Eterno adornato l’altare di Maria Vergine.
 
BIBLIOGRAFIA
THIEME BECKER, Vol. VI, (1912).
R. LONGHI, “I pittori della realtà in Lombardia”, Milano, 1953. “Storia di Brescia”, Vol. III.
G. PANAZZA, “La Pinacoteca e i Musei di Brescia”, Ist. It. d’arti grafiche, Bergamo, 1968.
“Enciclopedia bresciana”, Ed. La Voce del popolo.
L. ANELLI, L’attività bresciana di Antonio Cifrondi, Brescia.
R. PRESTINI, “Storia e arte nel convento di San Giuseppe in Brescia”, Brescia, 1978.
L. ANELLI, I quadroni del Cifrondi a San Giuseppe in relazione agli indirizzi iconografici del suo tempo, “Atti del Convegno spiritualità bresciana nel XVIII secolo”, “Brixia sacra”, 6 (1981).
AA. VV., “”Brescia pittorica 1700-1760: l’immagine del sacro”, Brescia, 1981.
P. DEL POGGETTO, Antonio Cifrondi, “Pittori bergamaschi dal XIII al XIX secolo”, Bergamo, 1981.
R. PRESTINI, “Storia e arte nel convento di San Giuseppe”, Borna-to, 1983.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli editore, 1984.
L. ANELLI, “Le opere d’arte del Seminario Diocesano di Brescia”, Brescia, 1985.
R. LONATI, “Catalogo illustrato delle chiese di Brescia aperte al culto, profanate e scomparse”, Brescia, 1994.

 

CIGNAROLI DIOMIRO O DIONIGI

Verona, 1718 - 1803.
Qui lo si ricorda soltanto pérché fratello del più noto Giambettino e perché autore delle due statue La Semplicità e La Religione della chiesa del Buon Pastore, in via dei Musei, eseguite prima del 1760.
Pur avendo lavorato a Ferrara, Rovigo, Ravenna denota prevalenti influssi del Callegari, palesando buona impostazione e accurata esecuzione nel gusto classicheg-giante.

CIGNAROLI GIAMBETTINO

Verona, 4 luglio 1706 - 1 dicembre 1770. 

Si dedicò alla pittura dopo aver seguito i corsi di umanità, trasferendo nelle sue opere la cultura acquisita.

Ebbe larga fama lavorando a Venezia, dove ebbe modo di operare a fianco del Tiepolo, ed a Venezia quasi sempre risiedette facendo anche scuola ed allevando all’arte il fratellastro Giandomenico, il fratello Giuseppe, noto col nome di Felice.

La sua pittura leziosa e barocca incontrò tuttavia largo consenso. I suoi dipinti restano in numerose chiese di Brescia e provincia, ricordate nella “Storia di Brescia”.

La rassegna “Brescia pittorica 1700-1760: l’immagine del sacro”, ordinata in Duomo Vecchio nel 1981, è stata occasione per rivisitare l’opera dell’artista veronese, tratteggiarne adeguato profilo biografico e aggiornare la bibliografia, confermante le fonti bresciane.

Tre le opere in mostra: “S. Girolamo Emiliani presenta gli orfanelli alla Trinità”, appartenuta dapprima alla chiesa di S.L Girolamo Emiliani, oggi nella chiesa di S. Carlo alla Casa di Dio; “Il martirio di S. Lorenzo” prodotto per l’omonima chiesa; “La Gloria dei SS. Cosma e Damiano” adornante l’altar maggiore del sacro edificio di via Cairoli ai due Santi dedicato.

FELICE. 1726-1796

GIANDOMENICO. 1722-1793

BIBLIOGRAFIA

R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli editore 1984.

CIGOLA GIOVANNI BATTISTA

Brescia, 1769 - Tramezzo (Como), 7 agosto 1841.

Nato da poveri genitori, manifestò ben presto l’inclinazione verso il disegno. Affidato ad un mediocre pittore, per due anni gli fece da garzone, ma insoddisfatto tornò nella bottega del lotto gestita dal padre ed alla morte di questi, subito un furto, si dedicò alla pittura.
A diciotto anni è già abile miniaturista e si trasferisce a Bergamo; quindi a Milano dove per qualche tempo frequenta i corsi di Brera. Roma lo accoglie alfine per cinque anni, e nella capitale può frequentare l’Accademia in Campidoglio. Sorretto dalla protezione di una famiglia patrizia può continuare gli studi fino ad ottenere un premio alla Scuola di nudo.
Seguace del Winchelmann, si fa notare, adattandosi a miniare carta per vivere. Passato alla scuola di composizione dell’Accademia di S. Luca vi vince un altro premio con la raffigurazione della Morte di Giuliano l’Apostata. Il riconoscimento gli procaccia commissioni del Camoncini e di un certo Butti per la illustrazione di una pubblicazione dedicata agli scavi di Villa Negroni.
Nel 1796 torna a Milano e poco dopo a Brescia. Ritenuto progressista, ebbe qui un elevato grado nella Guardia Nazionale che abbandonò quando le richieste della sua attività pittorica assunsero rilevanza.
Tornato a Milano presso il marchese Trivulzio, divenne il miniaturista di moda fra gli ufficiali francesi. Ma non pago tornò a Parigi dove frequentò il Louvre, studiando i miniaturisti francesi e fiamminghi dai quali - come scrisse il Castellini - trasse quella maniera sugosissima del colorito brillante da far sospettare la sua produzione piuttosto smalti che miniature su avo-rio.
Dopo quindici mesi rientra a Milano e aiutato da mecenati quali il conte Sommariva, si fa benvolere dal viceré Eugenio per il quale compone parecchi ritratti. Bellissime sono le Tentazioni di S. Antonio, composte per il Sommariva.
La sua attività si fece frenetica: per il marchese Trivulzio illustrò in pergamena il “Decamerone”, altre copie miniò di opere del Daporto, di Byron. Grande fama gli diedero anche le porcellane di squisita fattura.
Caritatevole, munifico, a lui si deve il famedio o Pantheon dei bresciani illustri nel Vantiniano, da lui voluto con testamento del 14 aprile 1833 che faceva altresì beneficiario l’Ateneo di tutto il suo patrimonio e dal quale ebbe riconoscente atto nel monumento eretto nel Vantiniano stesso, opera di G.B. Lombardi. Con i fondi della eredità ricevuta, lo stesso Ateneo erigeva il monumento a Moretto, nel quarto centenario della nascita.
Brescia recentemente ha allestito nelle sale della Pinacoteca una mostra delle opere di C.B. Cigola, suscitando notevole interesse tra cultori e pubblico. Interesse che ultimamente ha prodotto inedite note sulla figura del Cigola uomo, col suo impegno civile, sia sulla sua creatività.
Fondamentali le ricerche che hanno dato vita a due volumi: “G.B. Cigola (1767-1841) e il ritratto in miniatura a Brescia tra Settecento e Ottocento” di AA. VV., edito in Ginevra-Milano nel 2001, e “G.B. Cigola. Committenti e opere” di Chiara Parisio, edito in Brescia nel 2002.
Nei due volumi sono segnalate varie opere inedite o sconosciute, 27 disegni. E’ rilevata pure una grande tela di collezione milanese con il ritratto di Giustina Verri Confalonieri. A questo della committente, si coniuga pure il saggio di B. Falconi “G.B. Cigola ritrattista in miniatura del Vice Re d’Italia Eugenio Beauharnais” oggetto di lettura tenuta all’Ateneo nel dicembre 2005.
Delle citate pubblicazioni hanno riferito, fra altri, Amedeo di Varigi, nel Giornale di Brescia del 19 maggio 2002, e Fausto Lorenzi, nel medesimo quotidiano, il 4 novembre 2002.
 
BIBLIOGRAFIA
F. MAZZOCCA, “Neoclassico e troubadour nelle miniature di C.B. Cigola”, Stampa Stiav, Firenze, 1978. Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia, 15 febbraio - 30 marzo 1979.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli editore 1984.
 

 

  1. CIMA ROSANNA
  2. CIMAROLI GIAN BATTISTA
  3. CIMI PIETRO
  4. CINCANI BARTOLOMEO

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