Dizionario dei Pittori Bresciani
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GAFFURI BALDASSARRE

Secolo XVI.
Secondo scheda ms. di Luigi Dedè, il nome di questo lapicida ricorre, anche con quelli di fratelli, in atti notarili del 22 gennaio 1590 e 28 marzo 1592, all'Archivio di Stato (Filze 3501 e 3505).
Attivo a Rezzato, si impegna ad eseguire lavori per Giulio e Ludovico Martinengo presso il mulino Pavone; per la comunità di Bagnolo circa "la fabbrica molendini di detto comune in contrada Castri veteris".

GAFFURINI RAFFAELE

Brescia, 1950.

Studente all'Accademia di Venezia, dopo il liceo; salutato come insolita gradita sorpresa al suo esordio in personale nel 197 1, non ancora ventenne dimostra di avere raggiunto una inconsueta capacità di evocazione e una appropriata tecnica.  Il suo è un mondo fantastico, «un mondo aurorale nel quale, orme, sigle, moti sotterranei affiorano e si disegnano in una luce diafana, sul biancore latteo di un'alba avvolta da vapori opalescenti o nei veli delle brume cangianti, tra grigi-azzurri, rosa lilla, verdi tenerissimi, di un cielo nordico».  Questa visione già ferma, si ripropone ancor più matura nelle successive opere, solo che il prevalente tono s'è fatto di candore niveo, simbolo di purezza, ma anche di mortale silenzio.  Una ricerca dell'essenza, un silenzioso messaggio donato attraverso eteree impressioni, labili, inafferrabili «brividi di vento sull'acqua o sulla sabbia del deserto, fiori di ghiaccio sui vetri, fili d'erba, alghe sottili come capelli di seta ... » una tensione sottile e pervicace che anima il pittore, nell'ansia di un colloquio d'anime.

BIBLIOGRAFIA
R.LAFFRANCHI, «Galleria A.A.ß.», Brescia, dicembre-gennaio 197 1. E.C.S. (alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 6 gennaio 197 1. «Triade galleria», Torino, 28 ottobre-1 I novembre 1972.  AA.VV., «Disegno perché?», A.A.ß., Brescia, 28 aprile-10 maggio 1973. «Galleria A.A.B.», Brescia, 8-20 gennaio 1977.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 15 gennaio 1977.
E.C.S. (alvi), Mostre d'arte, «Giomale di Brescia», 20 gennaio 1977.

GAFFURINI SEVERO

Rezzato, 1 gennaio 1892 - Brescia, 26 febbraio 1963.
Figlio di Carlo e di Santa Gallizioli, fu marmoraio e scultore.
Secondo Antonio Fappani è stato discepolo di Raffaele Faitini (v.) alla scuola "R. Vantini" di Rezzato, dove in seguito fu docente.
Restauratore di numerose e notevoli opere fra le quali, nel primo dopo guerra, quelle del fonte battesimale del Duomo nuovo cittadino. Sua è la copia tratta dalla Brescia guerriera del Callegari, posta sulla fontana meridionale di piazza del Duomo, oggi piazza Paolo VI, il cui originale è stato depositato alla Pinacoteca Tosio Martinengo nel 1955.
Il Gaffurini ha abitato lungamente alla Razzica, nota località nei pressi di Rezzato.

GAIONI GIAN GIACOMO

 v. Bate Giacomo

GALANTI GIANA

Milano, 21 febbraio 1925

Ha conseguito la maturità artistica presso il Liceo braidense.  Fin dal 1966 espone le proprie opere ed ha tenuto personale a Brescia nel 1968 (A.A.B.), seguita da altre nel 1972 e nel 1978 («S.  Gaspare»).  Da ricordare anche sue presenze alle mostre in Episcopio.  Miniaturista, è assai nota per i suoi nitidi ritratti che, alla accuratezza esecutiva, alla fedeltà al modello, uniscono scioltezza pittorica.

Ma anche come paesaggista e autrice di nature morte (fiori in particolare) ha saputo farsi apprezzare.  Nei suoi acquarelli sa armonizzare i verdi dei colli bresciani con le masse di alti alberi svettanti sui lontani profili di monti non immemori di Piero Galanti al quale la pittrice nostra a volte sembra ispirarsi. 
Pittura condotta nella scia della tradizione, si avvale di «una tavolozza ricca di pregevoli doti cromatiche, la cui atmosfera è compenetrata da delicato lirismo».
 
BIBLIOGRAFIA
JO COLLARCHO, «Galleria S. Gaspare», Brescia, 26 febbraio-9 maggio 1972.
 
«Galleria S. Gaspare», Omaggio all'Otto-Novecento bresciano, Tip.  Zemil, Brescia, dicembre 1978.
 
AA.VV., «Brescia'80», Brescia, I -I I maggio 1980, Catalogo.

GALANTI PIERO

Brescia, 17 luglio 1885-24 novembre 1973.

Figura emergente di artista è stata quella di Piero Galanti, per lunghi decenni e non solo in ambito bresciano.
 
Nato da Valentino e da Caterina Pola, la sua vita si è alimentata dell'arte e dei profondi affetti familiari.  Dapprima abitante in periferia, nel 1936 aveva potuto trasferirsi nella gentilizia casa di via Gezio Calini.  Della vecchia Brescia Galanti rispecchiava la silenziosa operosità; carattere austero, a volte burbero, ma illuminato da generosi impulsi ed entusiasmi.
 
Poco più che adolescente affronta i genitori che lo vorrebbero impiegato, frequenta la scuola Moretto.  E non abbandona la pittura nemmeno quando le necessità contingenti lo costringono a lavorare dapprima nello studio Dabbeni e poi a trasmigrare a Milano per esercitare l'attività grafica.
 
Militare sul Pasubio durante la guerra mondiale, ha quasi trent'anni allorché, tornato in città, affronta le prime prove artistiche: e dal clima dell'Arte in famiglia prende avvio la lunga serie di mostre collettive e personali in città e fuori.
 
Gli anni Venti rappresentano ancora periodo di ricerca: le tele recano toni fondi, anche nei motivi del Garda ritratto in serotine atmosfere silenti.  Perduta la Madre (1 926), soggiorna sovente sulle rive del lago ed i colori si fanno via via più chiari di fronte a località quali Portese, Gardone, Tremosine.
 
Ed è in quegli anni ricorrente anche l'uso del pastello.  Seguirà poi la serie dei dipinti realizzati su, oltre Fasano, Barbarano, sulla strada recante a S. Michele da dove si può cogliere la vastità dell'acqua incisa dagli inconfondibili tratti dell'isola, del «profilo di Dante» ricreato dalla rocca di Manerba.  Il Vo, alfine; visioni tutte in cui i colori si accendono di dorati riverberi.  Ma accanto al Garda, ecco le varie località di Capovalle, Marmentino, La Valle Camonica, Idro (dagli anni Trenta fino al Sessanta) nelle quali sembra riversare un impeto sempre ratteso nell'opera di ritrattista.  Sono panorami alpestri nei quali il controluce raggiunge pregi di rara bellezza, dove i valori pittorici si accordano ai valori poetici.
Galanti ritrattista fa riferimento alla migliore tradizione del secolo passato.  I personaggi emergono da fondi scuri che contribuiscono a far risaltare i cerei volti, la carnagione ricreata con accurata stesura.  Ma quando, affermato, può più liberamente disporre del proprio talento, allora il pittore opera sempre più con scioltezza di tratto, con maggiore inventiva, evidenziando alfine la non trascurabile capacità di introspezione.  E ancor meglio si esprime nei molti volti di bimbi, in quelli di anonime fanciulle colte nel fulgore di cieli montani... negli autoritratti che rappresentano altrettanti momenti felici della creazione pittorica.
Umberto Gnutti, i Reguitti, i Glisenti, i Cappellini, l'avv.  Cavalleri, i proff.  Padula e Vincenzo Lonati, le contesse Fenaroli e Cantoni, il maestro Lualdi, il dott. ßelpietro, il sen.  Giorgio Montini sono alcuni dei noti suoi clienti.  In episcopio sono i ritratti di mons.  Giacinto Gaggia e di mons.  Giacinto Tredici.  Dalla Curia vescovile Galanti ebbe l'incarico di effigiare Papa Pio XI, per noto Istituto di credito ritrasse Papa Paolo VI.
Se ci si limita nell'elencare i suoi personaggi, i suoi paesaggi ancor più carente è la citazione delle mostre.  Valga tuttavia ricordare le sue presenze alle Gallerie Campana (1923), Vittoria (1946), Triboldi (1948, 1950, 1952, 1954), A.A.B. (1958, 1960, 1962, 1964, 1966) ed alla A.A.B. tornerà anche in seno al gruppo dei pittori della Realtà; a Milano è presente nel 1949 (Galleria Bolzani), a Genova nel 1950 (Galleria Baltenor)... infine, le presenze alla quadriennale di Torino (1924) e la biennale di Venezia (1 930 e 42).  Ma più esteso riferimento può farsi scorrendo l'allegata nota bibliografia.
Delusioni e amarezze hanno inciso il suo animo verso lo spegnersi della vita.  La tarda età, alla quale Galanti ha avuto il privilegio di giungere, par avergli chiesto in pegno la consapevolezza dello spegnersi o velarsi degli ideali morali e artistici nei quali aveva fieramente creduto.
 
 
BIBLIOGRAFIA
«La Sentinella bresciana», 21 marzo 1904, Scuola Moretto.
«La Sentinella bresciana», 13 dicembre 1904, Ipremiati alla scuola Moretto.
«La Sentinella Brescia,a», 28 gennaio 1909, La mostra Arte infamiglia aprirà oggi.
«La Sentinella bresciana», 8 agosto 1909, Il vernissage della mostra a palazzo Bargnani.
«La Sentinella bresciana», I I febbraio 191 1, L'inaugurazione dei festeggiamenti in Crocera S. Luca.
«Mostra d'arte Arte in famiglia», Brescia, giugno 1919, Catalogo.
«Prima esposizione del paesaggio italiano sul Garda», Gardone R., Inverno 1920-192 1, Catalogo. «U Provincia di Brescia», 6 maggio 1924, Artisti bresciani alla regionale di Cremona. (Si veda «La Sentinella bresciana», 7 maggio).
N.F. VICARI, Artisti che espongono, «Il Popolo di Brescia», 5 dicembre 1926. (Riprod. in «Ricordo di N. F. Vicari», Litotipografia Geroldi, Brescia 1964). «Il Popolo di Brescia», 24 aprile 1928, La mostra triennale d'arte bresciana.  N.F.V.(icari), Le operepremiate alla triennale bresciana, «Il Popolo di Brescia», 27 maggio 1928. «Il Popolo di Brescia», 24 novembre 1928, Pittori e scultori bresciani a Milano.  N.F. VICARI, La I triennale d'arte bresciana, «Brescia», a. I, n. 1, novembre 1928.  R. PUTELLI, Un altro pittore della valle e del lago, «Illustrazione camuna e sebina», a. XXV, n. 12, dicembre 1929.
V.M., Mostra d'arte sindacale lombarda, «Arte nostra», Palerino, I gennaio 1930. «XVII Biennale internaz. d'arte di Venezia», N. S. di «Illustrazione italiana», 1930. «Il Popolo d'Italia», Milano, 21 aprile 1930, Artisti bresciani a Venezia. «Brescia», a. 111, n. 5, maggio 1930, Artisti bresciani alla Biennale di Venezia. «Il Popolo di Brescia», 3 dicembre 1930, Duepittori che espongono.
L.A.(ccini), Due pittori, «Regime fascista», 4 dicembre 1930.
N.F. VICARI, Pittori che espongono, «Il Popolo di Brescia», 7 dicembre 1930. (Riprod. in «Ricordo di N.F. Vicari», Litotipografia Geroldi, Brescia, 1964). «Brescia», a. V, n. I 1, novembre 1932, Da Campana.
L.F., La personale di P. Galanti, «L'Italia», 4 dicembre 1932.
P.SARTORI TREVES, La esposizione di un pittore bresciano, «Il Popolo di Brescia», 9 dicembre 1932.
«Brescia», a. VI, n. 4, aprile 1933, Tela esposta alla mostra sindacale di Firenze. «Galleria Campana», Brescia, 4-15 aprile 1934.
«Il Mostra d'arte del sindacato provinciale di B.A.», Brescia, 1934, catalogo.
P. SARTORI TREVES, La mostra sindacale, «Brescia», a. VI, n. 7, luglio 1934.
P.F.(eroldi), II,sindacaleprovinciale, «Arengo», a. Vlll, n. 1, gennaio 1935.
P.F.(eroldi), La mostra di Galanti alla Galleria Campana, «Il Popolo di Brescia», 12 febbraio 1936.
P.FEROLDI, Precisazioni.... «Il Popolo di Brescia», 2 dicembre 1936.
P.FEROLDI, La IV mostra sindacale d'arte, «Il Popolo di Brescia», 15 febbraio 1938.
«Galleria Campana», Brescia, I- 14 gennaio 19 39.
«L'Italia», 8 gennaio 1939, La mostra delpittore Galanti.
«XXIII Esposizione internazionale d'arte di Venezia», Venezia, 1942. (Carristi, ili.).
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«La Provincia di Brescia», I I novembre 1946, P. Galanti alla Galleria Vittoria. E.P., Vernice agli Indipendenti, «Il Popolo», 2 dicembre 1947.
V. LONATI, La mostra di P. Galanti, «L'Italia», 17 dicembre 1948.
L. FAVERO, Note d'arte, «Il Popolo», dicembre 1948.
M. MARIOLI, Galanti alla A.A. B., «Giornale di Brescia», 19 dicembre 1948.
«Galleria Antiquitas», Merano, 6-20 gennaio 1950.
P. FEROLDI, «Galleria Bolzani», Milano, ottobre 1950. M.R., Mostre d'arte, «L'Italia», 18 ottobre 1950.
«L'Italia», 15 dicembre 1950, Isegni della maturità di Galanti.
«Giornale di Brescia», 24 ottobre 195 1, Notturna sta alla A.A.B.
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L. FAVERO, Galanti alla A.A.ß., «L'Italia», 12 novembre 1952.
A. CIBALDI, Note d'arte, «Terra nostra», n. 1, novembre 1952.
«Giomale di Brescia», 16 dicembre 1953, P. Galanti alla Biennale di Brera.
«L'Italia», I I maggio 1954, Galanti a Villa Alba di Gardone R.
«Giomale di Brescia», 28 agosto 1954, L'effige di mons.  Tredici in episcopio.
L.F.(avero), Successo della esposizione di Galanti alla A.A.ß., «La Voce del popolo», 30 ottobre 1954.
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«Giornale di Brescia», 26 giugno 1955, Omaggio di Galanti alla Valle Sabbia.
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P. RICCARDI, P. Galanti, un poeta, «La vita cattolica», Cremona, 6 dicembre 1956.
L. FAVERO, «Galleria Bartenor», Genova, marzo-aprile 1957.
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G. RIVA, P. Galanti, «Corriere della Liguria», 19 aprile 1957.
G.V.(alzelli), Palchetto degli artisti, «Giomale di Brescia», 19 aprile 1957.
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G. PANAZZA, «La Pinatoceta Tosio Martinengo», Ed.  Alfieri e Lacroix, Milano, 1959.
L. FAVERO, «Galleria S. Luca», Verona, novembre 1960.
«Giomale di Brescia», 9 novembre 1960, Galanti espone a Verona.
L. FAVERO, «Galleria Marguttiana», Vicenza, novembre 1960.
«Galleria S. Marco», Bergamo, novembre-dicembre 1960.
U. R., Note d'arte, «L'Eco di Bergamo», 4 dicembre 1960. (Si veda il «Giomale di Brescia», 9 dicembre 1960).
«Galleria A.A.B.», Brescia, 28 aprile-1 I maggio 1962.
L. FAVERO, Vfostre d'arte, «La Voce del popolo», 19 maggio 1962.
G. VALZELLI, I Projèti e la turba.... «Bruttanome», Vol. 1, (1 962), pp. 70, 82, 87.
E.C.S(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 21 marzo 1963.
G.F. MAIORANA, «Momento artistico bresciano», Stampa F.lli Apollonio, Brescia, 1963. «Galleria A.A.B.», Brescia, 31 ottobre-1 I novembre 1963. (Si veda «Giomale di Brescia», nel per-iodo mostra).
G. V., Inizia lafiera di Montichiari, «Giomale di Brescia», 8 maggio 1964. «Storia di Brescia», Vol.  IV.
«Giornale di Brescia», 26 agosto 1964, Mons.  G. Tredici, Ill.
G.V., Nella mostra della caccia alla A.A.B., «Il Cittadino», I I novembre 1964. S.V., Sodemkamp e Galanti, «Il Cittadino», 8 novembre 1964.
G. NOBILE, Vivo successo di Galanti, «La strada», 15 novembre 1964.
VICE, La personale di Galanti alla A.A.B., «Biesse», a. IV, n. 52, novembre 1964.  G.V., Alla mostra delpremio Monticelli, «Giornale di Brescia», 22 luglio 1965. «Voce amica», N.U., Monticelli B., luglio 1965.
 
«Ospitalità», Rivista delle Terme di Boario, agosto 1965.
G. NOBILE, Medaglione.- P. Galanti, «La strada», 7 ottobre 1965.
R.L.(onati), Itinerario gardesano di P. Galanti, «Biesse», a. VI, n. 56, febbraio 1966.
A. MORUCCI, Galleria d'arte, «Biesse», a. VI, n. 57. marzo 1966. (Vedasi dello stesso la presen-
tazione in Catalogo per la mostra alla A.A.B.).
E.C.S.(alvi), Omaggio ai Maestri delpassato, «Giomale di Brescia», 3 gennaio 1967.  A. MAZZA, «28 studi di artisti bresciani», Editrice Squassina, Brescia, 1966. «La strada», ottobre 1967, Lettrice, Ill.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 12 novembre 1967.
«Giomale di Brescia», 29 dicembre 1968, Mostra all'U.C.A.L, afavore dei bimbi di Djbar.
«Pittura e scultura dell'Italia contemporanea», Ed.  Alla Carpi, Milano-Roma, 1968.
G. PANAZZA, Le manifestazioni artistiche sulla sponda bresciana.... «Il lago di Garda», Ateneo di Salò, 1969, Voi. 1, p. 258.
«úaileria A.A.B.», Brescia, 25 gennaio-6 febbraio 1969, Settepittoridella Realtà.  Invito.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 3 febbraio 1970.
«Arte italiana contemporanea», La Ginestra Ed., Firenze, 1970.
GIM, Nove bresciani alla Mossa, «La Nazione», Firenze, 17 marzo 197 1.
«Giornale di Brescia», 21 marzo 197 1, La Vittoria alata, un premio per tre vite dedicate all'arte. «Galleria A.A.B.», Brescia, 19 febbraio- I marzo 1972, Sette pittori della Realtà.  Invito.
«Artisti bresciani contemporanei», Sardini Ed.  Bomato, Vol.  Il (1972). (Ripubblicato con il titolo «Arte breciana oggi»).
A.M., Pietro Galanti, «Giornale di Brescia», 25 novembre 1973.  Necrologio.
A.M.(orucci), Ricordo di P. Galanti, «Biesse», a. Xlll, n. 142, dicembre 1973.
«Galleria A.A.B.», Brescia, 17 febbraio- I marzo 1974, Settepittori della Realtà Invito.
«Giornale di Brescia», 2 marzo 1974, Omaggio a P. Galanti.
R. LONATI.  ArtiRti di cava nostra.  P. Galanti, «Biesse». a. XIV. nn. 146. 147. aprile-maggio 1974, con bibliografia.
A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», tutte le edizioni.

GALDINI TINO

Rovato, 4 luglio 1916.

Nel catalogo della mostra personale allestita presso l'A.A.B. nel 1974, lo stesso pittore dice la motivazione della sua pittura, dedicata alla natura «attraverso i fiori, la serenità del paesaggio, le scenette familiari che dicono di un mondo semplice».
Impiegato delle Ferrovie dello Stato, in pittura autodidatta, le sue partecipazioni a esposizioni avvengono dapprima in seno a iniziative delle FF.SS. Suoi dipinti, fin dai primi anni Cinquanta, compaiono così a Firenze, Conegliano, Sacile e altri centri.  E alfine invitato alla Mostra internazionale dei ferrovieri, ordinata in Bruxelles.  Carattere schivo, modesto, giunge tardi ad allestire una propria mostra personale, e lo fa a Conegliano sul far del 1970; affronta altresì qualche giuria in concorso, come a Leno, dove è segnalato.
Ma per sua stessa ammissione, predilige lavorare silenziosamente.
Paesaggista, nella pittura a olio opera nel solco della tradizione e della realtà, con un colorismo che ha ascendenze nella scuola lombarda.  Pittore dalle estese e rarefatte atmosfere, nell'impianto e nella essenzialità dei motivi può far pensare ad alcune tele di Cesare Bertolotti, soprattutto quando affronta distesa di calme e riflettenti acque di lago.
 
BIBLIOGRAFIA
«Galleria A.A.ß.», Brescia, 2-14 marzo 1974.
 

GALEAZZI AGOSTINO

Brescia, 1523.

Nato da mastro Maffeo, padre di Giovan Battista al quale fu maestro, Agostino Ga
 
leazzi risulta già morto nel 1588.
Allievo di Alessandro Bonvicino, lascia poche opere 'n Brescia, perché operò con più assiduità a Vicenza, adeguandosi anche con una certa felicità creativa all'arte veneta, in particolare a quella di Paolo Veronese.
Sue opere certe sono: L'Adorazione dei Magi nella parrocchiale di Martinengo (1 556), un'altra Adorazione (1 558) nella chiesa di S. Rocco a Vicenza, una pala raffigurante i Santi Giovanni e Paoio (1 562), mentre altre fin dall'Ottocento e ancor prima gli sono state attribuite quali: Madonna in trono e Santi (1 552) un tempo nella chiesa di S. Pietro in Oliveto, in Brescia, ed ora custodita in Vescovado, altra ancora un tempo in S. Pietro, Adorazione (tema prediletto dal pittore) ed ora nel Seminario di S. Angelo, pure a Brescia, così la Adorazione della parrocchiale di Coccaglío veduta anche dal Fenaroli.  Ma altre opere potrebbero essergli attribuite fra quante, morettesche, poterono averlo avuto come aiuto del maestro.  Una trama ancora da dipanare sia per meglio conoscere la figura sia l'arte del Galeazzi, a volte confuso anche come autore di opere d'altri pittori, quali Fasolo.
 
BIBLIOGRAFIA
G.A. AVEROLDI, «Le scelte pitture di Brescia», 1700.
F. MACCARINELLI, «Le glorie di Brescia», 1747, Ed.  C. Boselli, 1959.
G. B. CARDONI, «Notizie storiche dei pittori e scultori», Brescia, 1776, Ed.  C. Boselli, 1962.
P. BROGNOLI, «Guida di Brescia», 1826.
P. DA PONTE, «Esposizione della pittura bresciana», Brescia, 1878.
S. FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887.
THIEME BECKER, Voi.  Xlll (i 920).
A. PINETTI, «Bergomum», 1928, 111, p. 43.
G. FIOCCO, Ag(istino cartario, «Rivista d'arte», 193 1, Xlll, p. 144.
A. VENTURI, «Storia dell'arte italiana», IX, Vol.  Vll, p. 313.
U. BARONCELLI, «Due tele cinquecentesche bresciane in S. Rocco a Vicenza», Brescia,
1946-1947.
PANAZZA BOSELLI, «Pittura in Brescia dal Duecento all'Ottocento», 1946.
C. BOSELLI, Museo minore Bresciano, Agostino Galea zi, «Terra nostra», n. 3, febbraio 1953, p.
17.
E. ARSLAN, «Le chiese di Vicenza», Roma, 1956, p. 152.
G. PANAZZA, «La Pinacoteca Tosio Martinengo», ed.  A1Fieri e Lacroix, Milano, 1959.
C. BOSELLI, Spolia--ioni napoleoniche.... «Commentari dell'Ateneo» Brescia 1960.
G. ZORZI, G.A. Fasolo, «Arte lombarda», 196 1.
E. ARSLAN, Postilla a n arti(-olo di G. Zorzi, «Arte lombarda», 1962.
«Storia di Brescia», Voli.  I I e 111.

GALEAZZI GIOVAN BATTISTA

Brescia, 1550.

Figlio di Agostino, risulta morto prima del 16 IO.
 
Allievo del padre, Agostino, (v) sembra possa aver avuto ulteriori consigli pittorici da Grazio Cossali al quale fa pensare una Conversione di San Paolo tuttora esistente nella parrocchiale di Collebeato.
 
Che fosse in possesso di buon mestiere e che a volte riuscisse a fare sfoggio di ricercatezza cromatica e compositiva lo dimostra il fatto che una sua opera, Madonna e Santi, datata 1606, ed eseguita per la parrocchiale di Villa d'Allegno, sia stata solo di recente riconosciuta sua e non del Romanino, nonostante la chiara datazione.  Ma la sua forma, nella più parte della sua opera è derivata dal Moretto i cui chiari impasti però «diventano gessosi e spesso opachi». @ue opere sacre sono inoltre nelle parrocchiali o chiese di Gardone Val Trompia, SdDblo Chiese, Vezza d'Oglio.
 
BIBLIOGRAFIA
F. MACCARINELLI, «Le glorie di Brescia», (1 747-175 1), Ed.  C. Boselli, 1959.
S. FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887.
F. CARNEVALI, «Edifici... di Valcamonica», Milano, 1912, p. 437.
THIEME BECKER, Voi.  Xlll (1920).
C. BOSELLI, L'impronta della scuola artistica bresciana a Gardone V. T, «L'Italia», 6 novembre 1941.
PANAZZA, BOSELLI, «Pittura in Brescia dal Duecento all'Ottocento», 1946.
C. BOSELLI, Spoliazioni napoleoniche, «Commentari dell'Ateneo», Brescia, 1960. «Storia di Brescia», Voi. 111.

GALGARIO

(Frà). v. Ghislandi Vittore.

  1. GALLINA LUDOVICO
  2. GALLIS DE GIOVANNI
  3. GALLIZIOLI GIUSEPPE
  4. GALLONI ANGELO

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